Quando Meli lo superò ignorandolo Henry sentì un doloroso tuffo al cuore. Cosa aveva fatto per meritarsi tanta freddezza? Continuò a chiederselo anche prima di addormentarsi. La sua esile figura che si allontanava fu il suo primo pensiero appena si svegliò, accaldato e con un accenno di mal di testa. Lentamente si girò sulla schiena, sibilando di dolore. Si mise seduto di colpo trovando decine di conchiglie sparse sulla sdraio. - Kim - sbuffò, massaggiandosi le tempie e chiudendo gli occhi. Centinaia di puntini bianchi danzarono dietro le palpebre, seguiti da una fitta alla testa. Henry gemette piano, piegandosi su sé stesso. Respirò profondamente un paio di volte tentando di calmare il dolore. Niente. Si tolse gli occhiali massaggiandosi gli occhi. Qualcuno gli scosse una spalla, chiamandolo con insistenza. Con uno sforzo enorme Henry aprì gli occhi trovando Claire accovacciata accanto a lui, l'espressione preoccupata. - Stai bene? - gli domanda incerta. Henry scosse la testa - Emicrania - riuscì a sussurrare prima che una nuova fitta lo costringesse a rannichiarsi maggiormente. Aveva cominciato a soffrirne a dodici anni, quando sua madre trovò il coraggio di raccontargli di suo padre. Sfortunatamente contribuì solo a confermare i suoi sospetti. Secondo la sua psicologa questi attacchi improvvisi erano dovuti all'ansia, collegata alla sindrome dell'abbandono. L'indifferenza di Meli doveva averlo scosso più di quanto credeva. Claire si allontanò brevemente prima di ritornare e sedersi al suo fianco sulla sdraio. Gli posò sul collo del ghiaccio avvolto in un asciugamano mentre, con la mano libera, frugava nel piccolo sacchetto dei medicinali che portava sempre con sé. - Cristo - mormorrò, trattenendo a malapena un singhiozzo. - Shh, calmo ci sono io - sussurrò dolcemente Claire. Henry appoggiò la testa sulla sua spalla mentre sua sorella lanciava nello zaino il sacchetto borbottando che era inutile. - Ti supplico dimmi che hai l'Advil- mormorò Henry. Dovette trattenere un gemito quando lei gli mostrò la confezione vuota. Il sole iniziava a diventare doloroso così come i miliardi di piccoli suoni che minacciavano di fargli esplodere le orecchie. - I tappi - perfino parlare era diventato impossibile. Fortunatamente Claire capì e afferrò il suo zaino ai piedi della sdraio, estraendo da una delle decine di tasche i tappi per le orecchie e un paio di occhiali da sole a lente spessa. - Andiamo, ti riporto a casa - la voce di Claire attraverso i tappi era ovattata e la sua figura spariva nel nero degli occhiali. La strada verso la loro casa era lunga e solitamente piacevole ma, in quelle condizioni, dubitava che avrebbe raggiunto la strada. Claire lo aiutò a rivestirsi, incastrando l'impacco di ghiaccio sotto il collo della maglietta. Henry gettò un braccio attorno al collo di Claire, sostenendosi a lei. L'ennesima fitta gli fece vedere le stelle. Una lacrima scivolò lungo la guancia seguita da un mezzo singhiozzo. - Andiamo con calma, tranquillo - disse Claire tentando di aiutarlo a sedersi ma Henry, testardo com'era, si costrinse a camminare. Erano quasi arrivati alla passerella, poteva intravedere le palme che circondavano il chiosco anche attraverso le lenti scure. Per tutto il tragitto Claire aveva cercato di rallentarlo, ricordandandoli che sarebbe potuto svenire. Henry continuava ad arrancare senza ascoltarla, desiderando solamente di potersi rannichiare nel suo letto e crollare. Qualcuno urlò il suo nome (forse Kim) e Claire gli rispose frettolosamente, mettendoli una mano sulla schiena per aiutarlo a salire la rampa. Henry si aggrappò al corrimano usando tutta la forza che gli rimaneva. Ogni passo che faceva mandava scariche di dolore lungo ogni centimetro del suo corpo. Ingoiò un conato di vomito quando, raggiunta la strada, vide quanto ancora dovevano camminare. - Siediti, cerco qualcuno che ci accompagni - disse Claire spingendolo dolcemente su una panchina lì vicino. Henry si lasciò cadere senza opporsi. I pochi minuti che ci vollero a Claire per convincere un surfista a darli un passaggio sembrarono ore. Neanche appena saliti in macchina il dolore accennò a fermarsi, anzi, peggiorò. - Ho mandato Kim a comprare l'Advil - gli disse Claire sistemando l'impacco semi sciolto. - Grazie - sussurrò a fatica Henry, stringendole entrambe le mani tra le sue. - Lei non ti odia - sussurrò Claire in rimando. Henry accennò un sorriso. Come al solito lei l'aveva capito subito.
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A Summer of us
Teen FictionFrutta tropicale, oceano cristallino, palme e divertimento ecco cosa sono le Hawaii per Henry, Claire e Kim, tre fratelli completamente opposti tra loro con modi di fare totalmente diversi. Kim, una ragazza solare e piena di energia, ama follemente...