16. Henry

4 1 1
                                    

Henry aprì lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco. Quando finalmente riuscì a vedere, il suo cuore perse un battito: a pochi centimetri da lui un paio di occhi da cerbiatto color miele non distoglievano l'attenzione dai suoi. Immersa nella luce del tardo mattino Meli appariva eterea, anche con i ricci disordinati sparsi sul cuscino. La carnagione caramellata contrastava con il lenzuolo bianco poggiato distrattamente sui fianchi. - Giorno- sussurrò, come se fosse un segreto tra loro. Henry sorrise ampiamente - Bonjour mon amour - posò delicatamente una mano sui suoi fianchi prima di risalire lungo la schiena, salendo fino ai capelli. Erano morbidissimi, esattamente come sospettava dal loro primo incontro. - Adoro quando parli in francese - confessò Meli, rannicchiandosi tra le sue braccia facendo scontrare i loro petti nudi. - Allora lo parlerò più spesso - promise Henry, chinando la testa per lasciarle un casto bacio sulle labbra. Meli ridacchiò, scostandosi da lui per mettersi a sedere sul materasso - Voglio mostrarti una cosa - disse allegramente, gettando i capelli sulla schiena. Il lenzuolo era calato ulteriormente scoprendola quasi del tutto. Henry si stupì di come sembrasse naturale e per niente imbarazzante. Si era sempre sentito a disagio a spogliarsi davanti a una ragazza ma con Meli era...diverso. Spontaneo. - Cosa? - domandò, poggiandosi sui gomiti. Meli gli afferrò il viso e si chinò su di lui, premendo la fronte contro la sua. Restarono così per pochi secondi e, per un'attimo, i loro respiri si unirono. - Si chiama Hongi, respiro condiviso - sussurrò Meli, senza staccare gli occhi dai suoi - Me lo ha insegnato mio padre - Henry poggiò le mani sulle sue, accarezzando dolcemente la pelle - È Maori? - domandò curioso. Meli annuì lentamente, ansiosa per una sua risposta. - Mi piace, ha un bel significato- sussurrò a un centimetro dalle sue labbra. Meli si sciolse in una sonora risata. Dio, cosa ho fatto di buono per avere lei? ,pensò Henry esterrefatto. Meli gli baciò delicatamente il naso, sdraiandosi sul suo petto. Henry si lasciò cadere sul materasso affondando nelle coperte, tenendola stretta a sé. Rimasero in silenzio per un paio di minuti godendosi la reciproca compagnia. Dalla finestra entrava il fragore delle onde e il chiacchiericcio delle famiglie dirette alla spiaggia. Meli si mise in ginocchio cominciando a intrecciare piccole ciocche dei capelli di Henry, canticchiando la melodia di una canzone. Gli occhi di Henry caddero sul tatuaggio di un fiore di ibisco tatuato sul seno destro. - Mei - chiamò piano, temendo che, se avesse alzato la voce, quella bolla di serenità attorno a loro si sarebbe distrutta. Meli interruppe il suo lavoro e chinò il capo per incontrare i suoi occhi, alcuni ricci le caddero intorno al viso adornandolo ulteriormente. - Ha un significato? - chiese, accennando al tatuaggio. - Ovviamente, non lo avrei mai fatto sennò - rispose ovvia Meli, riprendendo a intrecciare i ricci di Henry - Significa bellezza, mia madre c'è l'ha simile però sulla gamba - Henry la guardò confuso - E perché non l'hai fatto lì anche tu? - Meli gli scoccò una finta occhiata seccata - Lo sai che fai un sacco di domande? - ridacchiò. - Confesso, sono una spia mandata dal governo per spiarti - rispose seriamente Henry prima di scoppiare in una risata. Meli alzò gli occhi al cielo divertita, unendosi alle risa. - I tuoi capelli sono impossibili! - decretò all'improvviso, abbandonando la treccia su cui lavorava. - È colpa della salsedine, li increspa - sbuffò Henry mentre lei tornava a rannicchiarsi accanto a lui. - Comunque, riguardo al tatuaggio- riprese Meli - È tradizione che, raggiunta la maggiore età, ci si tatui sul viso o sulle braccia. Ma, non so, volevo qualcosa di più...personale - spiegò gesticolando - Qualcosa di intimo, di mio. Secondo te ha senso? - Meli alzò il viso verso Henry, come se lui possedesse tutte le risposte ai suoi dubbi. Nel profondo ne era onorato. - Sì - rispose dopo una lunga riflessione - E poi sei tu a decidere. Se nel tuo cuore senti che è la cosa giusta, allora fanculo gli altri! - esclamò con enfasi mentre Meli scoppiava a ridere. - Piano o sveglierai Claire e Kim - ridacchiò Henry, avvolgendola tra le braccia. Lei seppellì il viso nell'incavo del suo collo, tentando di contenere le risate. Lentamente le risa si placarono e tornarono a godersi il silenzio e la reciproca compagnia. Passi leggeri si udirono per le scale seguiti dalla voce di Claire, probabilmente, al telefono con loro madre (chiamava quasi sempre a quell'ora). Gli occhi di Henry vagarono su tutta l'esile figura di Meli, dalla punta dei ricci fino al ventre libero dal lenzuolo. Ammirando il suo sorriso genuino e i suoi occhi dorati si chiese se era sempre così bella e luminosa o i suoi sentimenti ne distorcevano la visione. Ne dubitava (certe persone avevano un cuore talmente grande che la sua luce si rifletteva anche all'esterno) ma dopo la sua ultima esperienza di coppia temeva di sbagliarsi. La voce armoniosa di Meli lo risvegliò dai suoi pensieri - Cosa pensi mon amour? - Henry ridacchiò davanti alla sua pessima pronuncia, ottenendo in cambio uno scappellotto giocoso sulla nuca. - Sono seria, avevi gli occhi persi - disse Meli allontanandosi di poco per poterlo vedere meglio in viso, l'espressione leggermente preoccupata. Henry sorrise, facendo scivolare una mano tra i suoi morbidi ricci - Pensavo che ci sono tante cose che non so di te - Per un secondo Meli sembrò spiazzata dalla sua risposta, come se non si aspettasse una dichiarazione così profonda, sciogliendosi in un sorriso un'attimo dopo. Attenzione, non un semplice sorriso ma uno di quelli improvvisi e talmente teneri da farti sciogliere il cuore. Arricciò perfino il naso come un cucciolo di lontra. - Frequento biologia marina alla University of Maui College, i miei colori preferiti sono l'arancione e il rosa, amo il mango e fare snorkeling alla barriera corallina. Presto nascerà il mio fratellino e mia madre sta facendo sgobbare come muli me e mio padre per terminare la cameretta - sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Sotto il finto fastidio Henry riuscì a percepire l'eccitazione per la nascita di suo fratello, c'era passato anche lui con Kim. - I tuoi hanno già scelto il nome? - domandò curioso Henry. Meli annuì vigorosamente - L'ho scelto io, Kilo - dichiarò orgogliosa senza smettere di sorridere - Il sognatore - mormorò Henry a se stesso mentre Meli spalancava gli occhi - Come fai a saperlo? - chiese, senza nascondere lo stupore. Henry arrossì leggermente - Forse ho cercato un paio di cosette su internet come il significato dei tatuaggi Maori, le divinità e i nomi - confessò imbarazzato - Non volevo fare brutta figura davanti a te - Meli sfiorò con la punta delle dita il viso di Henry prima di ripetere il saluto Hongi - Nessuno ha mai fatto una cosa così carina per me - sussurrò a un centimetro dalla sue labbra. Henry l'attirò nell'ennesimo bacio, più dolce rispetto agli altri, cercando di comunicarle quanto davvero ci tenesse a lei. Meli gli circondò il collo con le braccia mentre lui faceva scorrere le mani lungo le sue cosce, accarezzando delicatamente la pelle. - Raccontami di te - ansimò Meli nel bacio, fissando i suoi occhi nei suoi. Il nero delle pupille aveva inghiottito l'iride, lasciandosi alle spalle una mezza luna dorata. Henry le spostò dietro l'orecchio una ciocca di capelli che le copriva il viso, per niente intenzionato a rispondere. Avrebbe preferito ascoltarla parlare per tutto il giorno. - Dai - lo incitò Meli - Il tuo colore preferito? - Henry sospirò rassegnato, alzandosi sui gomiti mentre Meli saliva a cavalcioni sulle sue gambe, impedendogli di scappare. - Il blu- rispose finalmente Henry, suscitando un risolino felice da parte di Meli - Visto? Non era difficile. Ora...il tuo animale preferito? Il mio è la lontra - disse allegramente, inclinando la testa di lato. - Il Golden retriever. Ne avevamo uno anni fa ma, purtroppo, si è scoperto che mamma era allergica e abbiamo dovuto mandarlo a vivere con nostra nonna, in Mississippi - raccontò Henry, un sorriso nostalgico gli adornava il viso al ricordo del suo vecchio amico. Meli gli posò le mani sul petto, disegnando cerchi invisibili sulla pelle - Mi piace che tu ti stia aprendo - sussurrò, come se fosse un loro segreto - Sai, hai sempre questa aria...malinconica, è come se non riuscissi a lasciare il passato. Per amor di Dio, non ti sto giudicando, assolutamente, è solo - Meli si interruppe, abbassando la testa brevemente (come se cercasse le parole più gentili da usare) prima di prendere Henry per mano intrecciando insieme le loro dita. Henry le accarezzò il viso con il dorso della mano. Tranquilla, pensò, non mi farai male, almeno non quanto loro. Meli fissò gli occhi nei suoi, scrutandoli alla ricerca di dubbi o qualsiasi altra emozione negativa. - È solo che non voglio che qualcosa, o qualcuno, del tuo passato influisca su di noi, su quello che potremo costruire insieme - Meli parlò decisa, senza distogliere lo sguardo dal suo - Ho bisogno che tu sia sincero. Entrambi dovremmo esserlo, sono convinta che la comunicazione sia importante in qualsiasi relazione - Henry sorrise ampiamente, circondando con il braccio libero la vita di Meli - Sono assolutamente d'accordo - dichiarò sinceramente - Quindi inizierò ad essere super sincero da subito: voglio portarti a cena fuori - Meli si sciolse in un sorriso raggiante - Mi sembra una fantastica idea -

A Summer of usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora