26. Meli

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Meli si aspettava di incontrare Henry al bowling, come avevano concordato con il resto del gruppo, ma, all'ultimo, le aveva scritto dicendole che non sarebbe potuto venire. A quel punto non aveva nemmeno voglia di uscire con gli altri, preferiva rintanarsi nella sua stanza a leggere un buon libro. Aveva appena scritto a Claire per informarla della sua decisione e, magari, chiederle di Henry quando, sulla strada di ritorno di casa, incontrò Kayl. Camminava nella direzione opposta, dirigendosi verso la baia lungo la costa. Andava talmente di fretta che si scontrarono, fortunatamente non troppo violentemente o Meli sarebbe rimasta schiacciata dal peso dell'amico. - Mei, proprio te cercavo! - esclamò Kayl, bloccandola per le spalle. Il sorriso sul suo viso era talmente luminoso che avrebbe potuto illuminare tutta la baia. - Ho trovato un nido di tartaruga alla baia, devi assolutamente vederlo! - disse eccitato, prendendola per mano e trascinandola verso una piccola rampa di scale poco distante che portava alla baia. Meli fu talmente colta di sorpresa che riuscì solamente seguirlo, senza fare domande o opporre resistenza. Dopotutto, non era la prima volta che Kayl si faceva talmente prendere dall'entusiasmo da non aspettare una risposta prima di agire, Meli credeva di essersi semplicemente abituata al suo carattere a volte fin troppo espansivo. Meli saltò agilmente l'ultimo gradino della scalinata di pietra mentre Kayl la lasciava finalmente andare, addentrandosi insieme per la spiaggia. Nonostante Meli cercasse di rallentare per stare al passo con Kayl, che procedeva ad un'andatura imbarazzante, lui non la smetteva di indicare davanti a sé, continuando a ripetere - Lì - incitandola a camminare più velocemente. Ma "lì" non c'erano tracce di nidi di tartaruga, solo la sabbia bianca che cominciava a imbrunirsi sotto la luce rosata del tramonto, e più cercava di farglielo notare più insisteva. - Kayl, non c'è assolutamente niente!- sbottò Meli, voltandosi rabbiosamente verso di lui. Ma Kayl era sparito così come le loro impronte sul bagnasciuga. - Kayl? - chiamò incerta Meli, alzandosi in punta sui sandali per tentare di individuarlo. Possibile che l'avesse portata fin lì per farle uno scherzo e poi avesse deciso di lasciarla da sola? Meli aprì la borsetta che portava a tracolla, decisa a prendere il telefono per chiamarlo e chiedergli spiegazioni, borbottando imprecazioni mentre lottava contro la cerniera della borsa. - Non arrabbiarti con lui Mei, volevo che fosse una sorpresa - disse una voce alle sue spalle, facendola trasalire e voltare di scatto. Henry, illuminato dalla luce morente del tramonto, l'aspettava ai margini di un piccolo tratto di vegetazione, dove Meli sapeva bene esserci una radura. Quante volte si era nascosta lì dopo aver litigato con sua madre per un brutto voto o perché semplicemente entrambe avevano avuto una giornata no. - Henry!- esclamò Meli senza fiato, prima di cominciare a correre per riempire quei pochi metri rimasti tra loro. Allacciò le braccia attorno al suo collo, mentre lui la stringeva dai fianchi e seppelliva il viso tra i suoi capelli. Dopo tutti quei giorni lontani, abbracciarlo di nuovo era quasi una sensazione irreale. Quando lo aveva baciato quella sera per la prima volta non avrebbe mai pensato che si sarebbe innamorata così in fretta. - Mi mancava il tuo profumo - mormorò Henry, lasciandole un delicato bacio sul collo. Meli rabbrividì al contatto, prendendogli delicatamente il viso tra le mani a coppa per baciarlo. Le sue labbra sapevano di caffè, un gusto che Meli stava lentamente imparando ad amare. Gli accarezzò il viso delicatamente, sfiorando gli zigomi con la punta delle dita e accigliandosi quando non sentì il famigliare ostacolo delle stecche degli occhiali. Meli si scostò da lui, ispezionandolo da capo a piedi: indossava una camicia bianca leggera (quasi sicuramente di lino), pantaloncini di jeans e un paio di buffe scarpe di tela blu mare. Si era perfino sistemato i capelli, peccato che Meli glieli avesse appena rovinati. Lei, con la sua gonna bianca e la magliettina azzurra con i delfini, non poteva dirsi elegante come lui. Sperava che non volesse portarla in qualche ristorante o altrimenti lo avrebbe ucciso. - Dove sono gli occhiali?- chiese Meli, ammirando il modo in cui appariva più grande senza. Perfino i suoi occhi sembravano più brillanti. Henry diede una leggera pacca al taschino della camicia, dove si poteva intravedere attraverso il tessuto leggero il colore nero della montatura - Al sicuro, almeno per stasera - rispose, infondendo di proposito l'accento francese nella voce. Bastardo, sapeva che era il suo punto debole! - Sicuro di vederci?- domandò Meli, preoccupata che sforzasse troppo la vista. Lo aveva visto senza occhiali solo due volte ma da quello che sapeva era miope e faticava molto a vedere da lontano. - Finché sei qui vicino sì - ridacchiò Henry - Prima, sulla spiaggia, tu e Kayl eravate due puntini incredibilmente sfocati - Meli inclinò la testa    - Eravate d'accordo? Credevo che non ti piacesse - disse, camminando a braccetto con Henry verso la radura. Henry aggrottò le sopracciglia - Perché?- domandò confuso. Meli si morse nervosamente il labbro inferiore - Sai, per tutta la storia del "ci devo uscire perché è quello che vuole mia madre" e cose così - rispose, cadendo nell'intonazione Hawaiana su alcune parole. Succedeva spesso quando era nervosa. L'espressione di Henry si oscurò brevemente prima di venire illuminata da un sorriso rassicurante - Ma ti ha portato da me, questo fanno gli amici. Mettono la tua felicità sopra a tutto e Kayl mi sembra il tipo che si lancerebbe da una scogliera per te e Mads- disse, senza nascondere una nota di ammirazione. - Lo farebbe più per dimostrare di avere ragione - sbuffò Meli, ricordando con un brivido quella volta all'asilo, quando Kayl, per dimostrare ai loro amici che non indossava lenti a contatto colorate (molti dubitavano che i suoi occhi potessero essere veramente di un blu così profondo), si era toccato il bulbo con il dito, facendo vomitare Madison e svenire un bambino. Dopo essere stato rimproverato dalla maestra il suo unico commento fu - Avevo ragione io - Henry ridacchiò, avvolgendola tra le braccia - Lo immaginavo - rise, prima di piazzarsi davanti a lei, oscurandole la visuale   - Chiudi gli occhi - disse dolcemente, afferrandole entrambe le mani. Meli lo guardò confusa prima di fare come le aveva detto, stringendo la presa sulle sue mani per mantenere l'equilibrio mentre la conduceva più avanti. Il tiepido calore del sole era scomparso, lasciando il posto a una leggera brezza. Meli rabbrividì, più per la sensazione di vuoto che provava non potendo vedere dove andava che per il freddo. Si sentiva come gli acrobati che aveva visto una volta al circo: sospesa su un filo a metri d'altezza, un unico passo falso e sarebbe caduta. Ma, come gli equilibristi avevano le loro aste, lei aveva Henry che le indicava dove andare. - Ecco - disse Henry, lasciandole le mani - Ora puoi guardare - Appena Meli riaprì gli occhi rimase a bocca aperta: le palme che circondavano la radura erano ricoperte di lucine e stelle fatte di cartone luccicante, così come i piccoli arbusti e alcune felci (tra cui la sua preferita, una specie di aloe vera con l'estremità arrotolata, come il guscio di una lumaca). Al centro giacevano una coperta e la borsa frigo viola di Claire. Un cuore era stato disegnato con delle conchiglie intorno alla coperta e all'angolo della radura, su un masso levigato dalla marea, il telefono di Henry riproduceva...Taylor Swift? - Henry...- sussurrò Meli, portandosi una mano al petto, emozionata. -Ti avevo promesso che sarebbe stato speciale- mormorò Henry, baciandole delicatamente la fronte. Meli si sciolse al tocco, alzandosi in punta di piedi per baciarlo prima di congiungere le loro fronti nel tradizionale saluto Hongi. Nel profondo del suo cuore sperava che diventasse il loro linguaggio d'amore. - Hai fatto tutto questo da solo? - Meli sentì il suo cuore accelerare quando lui annuì. Non era sicura di poter descrivere a parole tutte le mille emozioni che provava in quel momento...non in Inglese almeno. - *Aloha au ia 'oe -  sussurrò d'istino, pentendosene immediatamente. Henry inclinò la testa, un sorriso gli illuminava il viso - È la prima volta che ti sento parlare in Hawaiano, è davvero bello. Ti addolcisce la voce - disse, sedendosi sulla coperta e cominciando a tirare fuori dalla borsa frigo delle ciotoline di plastica colorata   - A proposito cosa significa? Non sembrava una domanda - domandò curioso, mentre Meli si sedeva di fianco a lui. Meli arrossì, posando la ciotola che stava ispezionando - Cosa hai portato? - rispose, forse un po' troppo velocemente. Henry alzò un sopracciglio           - Cerchi di cambiare argomento? - nemmeno la sua sembrava una domanda, piuttosto un'affermazione. Meli rise nervosamente, gettando i capelli sulla schiena  -L'Hawaiano ha una grammatica strana, sai com'è - disse velocemente, gesticolando animatamente e sorridendo nervosamente. Henry ridacchiò, porgendole una ciotola più grande delle altre   - Spero che ti aiuti a calmarti - disse, mentre Meli l'afferrava con mani tremanti. Pregò la Madre Terra di inghiottirla in una voragine, l'imbarazzo la stava mangiando viva. Perché aveva dovuto complicare tutto, era ancora troppo presto! Avrebbe voluto prendere a testate una palma! Aprì il coperchio della ciotola, riconoscendo immediatamente il frutto arancione tagliato accuratamente a cubi.           - Mango! - esclamò Meli, sporgendosi verso Henry per baciarlo teneramente su una guancia. - Sono giorni che ne avevo voglia ma a mia madre fa venire la nausea, quindi è severamente vietato in casa - spiegò tra un boccone e l'altro, gustando il mix di sapori che emanava. Henry sorrise compiaciuto, versando del tè in due tazze - Ah Mei, dimenticavo - disse Henry con un leggero sussulto, come se si fosse appena ricordato qualcosa di importante - Ti amo anch'io - Fu in quell'istante che Meli sperimentò il tipo di morte più dolorosa: il soffocamento da mango post dichiarazione.  

*Ti amo 

A Summer of usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora