BUONE AZIONI COME STIRARE CHE VENGONO ROVINATE DA CHI SO IO

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Questa mattina sono a casa solo con Susan, i miei sono a lavoro, spero; BD sono andati a farsi un giro con Bryan e Carolina e Anna non ho idea di dove sia, probabilmente è andata in piscina da quella riccona della sua amica Maria. Ho chiesto a Martina e Carina di venire da me ma mi hanno tirato pacco: la prima doveva far compagnia alla zia e Carina doveva aiutare sua mamma in negozio; è uno di quei posti dove si vendono cose per le chiese, tipo calici, quadri, icone e roba varia. E' un bel posto, ma lo trovo un po' inquietante perché il locale è tutto scuro e pieno di candele. La mamma di Carina è una persona fantastica, ma è irruenta ed esplosiva come la figlia e diciamo, non si rende conto di mettere in imbarazzo le persone. Suo papà è un muratore, ogni volta che lo vedo mi sbrego dal ridere perché ha sempre l'abbronzatura a canottiera dovuta al suo lavoro, in realtà non diventa scuro, si limita a diventare rosso come un pomodoro. Carina lo prende sempre in giro e lui s'imbarazza tantissimo. E' un uomo riservato e non so proprio cosa ci faccia assieme a sua moglie. Bah, l'amore è cieco, sordo e muto. I genitori di Martina sono una distinta coppia di mezz'età, lei è la più piccola e la differenza di età con le sue due sorelle è davvero tanta, sono già sposate e hanno un bambino a testa. Il papà di Martina è un imprenditore agricolo e, con l'aiuto della moglie e delle figlie, gestisce un agriturismo in campagna. Il posto è davvero suggestivo e si possono fare un sacco di cose come l'equitazione, la pesca e volendo anche l'allevamento di pecorelle. Un sacco di scuole portano gli alunni nell'agriturismo perché è un posto dove imparare è sinonimo di divertimento.

Lo slogan dell'agriturismo che mettono nei volantini l'ho inventato io.

In pratica quando eravamo alle elementari, penso in seconda, la famiglia di Martina, non avendo idea di cosa scrivere per lo slogan, ha istituito questo concorso dove ogni bambino doveva scrivere uno slogan adatto all'agriturismo. La maestra avrebbe scelto il migliore di ogni classe e poi i genitori di Martina avrebbero deciso tra i prescelti quale fosse il più adatto. Il vincitore avrebbe ricevuto in premio un soggiorno gratuito per sei persone, di una settimana nell'agriturismo e la possibilità di andare ogni volta che si voleva nella loro piscina.

Io ero stata scelta nella mia classe e ho vinto con la frase "Agriturismo La Spiga, coltiviamo la vostra felicità".

Gli è piaciuto talmente tanto che ogni volta che vado a casa loro, i genitori di Martina mi ringraziano perché "Grazie a te, la nostra attività va a gonfie vele!" e poi aggiungono ridendo "Anche se non siamo un'impresa ittituristica." Mi ci è voluto un po' per capire la battuta, ma rido ogni volta per dare loro soddisfazione. E' una specie di formula magica, credo.

E' stato proprio grazie allo slogan che ho conosciuto Martina, in quanto mi recavo sempre in piscina da loro. Non siamo sempre state grandi amiche, solo negli ultimi anni, complice il fatto che andiamo nella stessa scuola.

Torniamo alla mia mattina. Oggi, non avendo altro da fare, ho deciso di stirare un po'.La noia fa brutti scherzi. Così tiro fuori il ferro da stiro e mi posiziono davanti la televisone. Mia sorella sta sonnecchiando sul divano, ha un po' di febbre così la lascio stare.

In realtà mi piace stirare, ma questo mia mamma non lo deve sapere perché potrebbe approfittarsene, anche se non glielo consiglio perché non sono molto brava; dicaimo che la precisone non rientra tra i miei talenti, anzi. Per questo le magliette che stiro sono sempre piene di pieghette, io giuro di impegnarmi, ma è come se, mentre passo il ferro sui vari capi, il cervello smettesse di lanciare segnali alle mani che, senza la sua guida vanno in pallone e fanno disastri. Nella mia testa so come stirare bene, ma l'immagine non si proietta nella realtà. Mi sarebbe piaciuto essere brava a disegnare, ma è qualcosa che va oltre la mia personalità. Forse ho le mani difettose.

Mi prendo una fetta biscottata e la mangiucchio mentre passo il ferro sui pantaloni di mio fratello. Mi rifiuto di stirare le mutande e gli asciugamani, mi limito a cercare di piegarli nella maniera migliore. Mia sorella sta parlando nel sonno, come il suo solito. "Ehi, Dino! Mi dispiace ma io sono innamorata di Ethan!" dice improvvisamente e io scoppio a ridere. "Si, ma anche di Nicolas e di Bryan. Ti prego perdonami. Se vuoi chiedo a mia sorella di sposarti così rimani nella mia famiglia. Si, si e poi ..."

Laugh, ridi! (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora