BRYAN
"Novantasette, novantotto, novantanove, cento." Mi accascio sul pavimento dopo aver fatto le consuete cento flessioni mattutine. Ora mi manca la serie di addominali e poi vado a correre. Per mantenere il mio fisico devo impegnarmi e mettercela tutta. Mi piace avere il controllo del mio corpo, voglio essere sempre in forma. Non credo di essere un pompato che pensa solo al proprio aspetto esteriore, anzi. Ma non penso ci sia nulla di male a tenersi in forma. E i risultati si vedono, penso guardandomi allo specchio, ho un fisico scolpito e forte che fa invidia a molte persone. Ok, forse sono un po' vanitoso, ma non in maniera esagerata. D'altronde, sebbene siano pochi, anche io ho i miei difetti, lo ammetto.
Afferro la mia bottiglietta d'acqua e saluto mia zia. "Vado a correre!" la avviso.
"Va bene, Bryan. Ci vediamo stasera."
Mi piace vivere con lei e mio zio, una coppia di mezz'età che non ha avuto figli per cui, il mio ruolo, è proprio quello del figlio mai concepito. A me va bene perché si sono assunti il ruolo di genitori che non ho mai avuto davvero. Sono ancora vivi i miei e ora si trovano da qualche parte in Africa ad aiutare le popolazioni povere. Apprezzo quello che fanno, sono rimasti accanto a me fino a due anni fa, per crescermi, ma sapevo che in un certo senso, avermi avuto, non aveva permesso loro di adempiere alla loro vocazione di volontari, per cui li ho costretti io a prendere il volo per l'Africa e fare quello che amano. Mi mancano, certo, ma so che sono felici e io, bene o male, sono indipendente e non ho più bisogno di loro.
Erica quasi non ci credeva quando le ho raccontato questa storia, l'altra sera in pista. I suoi sono fin troppo presenti nella sua vita, non in maniera morbosa, diciamo che fanno sentire la loro presenza. Non che se ne sia lamentata, in fondo ha avuto tutto quello che desiderava.
"In realtà a mia mamma non è mai andato molto a genio che andassi in moto. Non è abbastanza femminile per lei come sport." Ride Erica mettendosi una mano davanti alla bocca e io la guardo imbambolato. "Sai, essendo l'unica femmina, probabilmente si aspettava di fare interminabili uscite in giro per i centri commerciali, ma per quanto non disdegni la cosa, la moto è sempre al primo posto."
"Ti assicuro che tu sembri femminile anche quando sei in moto." Le strizzo un occhio e lei arrossisce.
Ho scoperto che è più timida di quello che sembra a primo impatto. Dopo la prima volta che l'ho vista l'ho contattata, avevo una voglia assurda di uscire con lei e fortunatamente ha accettato. Nulla di romantico, mi ha fatto provare le piste da cross dietro casa sua e mi sono divertito tantissimo. Lei è davvero un portento, mi ha sempre battuto in tutte le gare che abbiamo fatto, ma non mi sono sentito non so, privato della mia virilità. Se avesse continuato a ridere in quella maniera, l'avrei lasciata vincere in qualsiasi cosa.
Salgo sulla mia Kawasaki z750 e mi dirigo verso il grande parco fuori città dove vado a correre.
"Mi piacerebbe uscire ancora con te" le dico accarezzandole la guancia rosata "Magari una sera, che ne dici se andiamo a bere qualcosa assieme?"
"Mi piacerebbe, però non posso tornare tanto tardi perché la mattina vado a lavorare." Sorride e tiene gli occhi incollati al mio viso.
"Che lavoro fai?"le domando interessato
"Sono una specie di assistente da una fisioterapista, è quello per cui sto studiando all'università. In pratica questa signora è amica di mia mamma e aveva bisogno di un po' d'aiuto, per cui sono andata da lei. Non faccio molto, perché non ho ancora le giuste competenze, ma imparo un po' il mestiere."
"Wow, è un bel lavoro." Annuisco sorpreso. "Di chi ti occupi prevalentemente?"
"Preferisco i bambini, mi danno più soddisfazione."
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Laugh, ridi! (In Revisione)
Historia Corta"Mi chiamo Laetitia...ok, smettetela subito di ridere! Non è affatto divertente! Tutti mi chiamano Laugh perchè faccio ridere, inconsapevolmente vorrei precisare. Ora se volete scusarmi devo andare ad aiutare mio fratello che si è tirato un pug...