Affrontare la Reltà

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La mattina seguente, Sarah si svegliò con il peso dei ricordi della notte precedente. Ancora risuonavano nella sua mente le parole di Joseph e il brivido che le aveva attraversato la schiena. Non poteva fare a meno di sentirsi attratta da quella tensione, nonostante l'arrabbiatura che continuava a covare dentro di lei.

Mentre faceva colazione nella cucina silenziosa, sentì dei passi avvicinarsi. Era Joseph.

Joseph: "Ciao."

La sua voce era carica di una tensione palpabile, come se stesse cercando di provocarla.

Sarah: "Ciao."

Si sforzò di mantenere la sua voce neutra, ma sentiva il suo cuore battere più forte nel petto.

Joseph si sedette di fronte a lei con un sorriso che non riusciva a nascondere.

Joseph: "Come hai dormito?"

Sarah alzò lo sguardo dal suo caffè per incontrare il suo sguardo penetrante.

Sarah: "Abbastanza bene."

Le sue parole suonavano più fredde di quanto avesse immaginato.

Joseph: "Mi dispiace per ieri sera. Non volevo metterti in imbarazzo."

Sarah annuì, ma non riuscì a trattenere uno sguardo di sfida.

Sarah: "Non capisco cosa stai cercando di fare, Joseph."

Joseph sembrò colto alla sprovvista dalla sua reazione, ma non perse il suo sorriso.

Joseph: "Semplicemente, volevo assicurarmi che tu stia bene."

Sarah sospirò, sentendo la sua pazienza vacillare.

Sarah: "Non c'è bisogno di preoccuparti per me. Sono perfettamente in grado di occuparmi di me stessa."

Joseph non si lasciò scoraggiare, continuando a fissarla con intensità.

Joseph: "Lo so, ma... mi piace prendere cura di te."

Sarah sentì il suo sangue pulsare nelle vene, irritata dalla sua audacia.

Sarah: "Non è il momento per questo, Joseph."

Joseph annuì lentamente, ma il suo sorriso non svanì.

Joseph: "Forse non è il momento giusto, ma... non posso negare quello che provo."

Sarah si alzò in piedi, sentendo l'impulso di allontanarsi da quella tensione.

Sarah: "Non voglio parlare di questo adesso. È meglio che vada a prepararmi per la giornata."

Senza aspettare una risposta da parte di Joseph, si allontanò rapidamente, cercando di mettere più distanza possibile tra loro e quella tensione che continuava a bruciare sotto la superficie.

Mentre rifletteva sulla loro interazione, Sarah si rese conto che la strada davanti a loro sarebbe stata ancora più tortuosa di quanto aveva immaginato. La tensione tra di loro era palpabile, e non poteva fare altro che chiedersi quanto sarebbero riusciti a resistere prima che tutto esplodesse.

Sarah tornò a casa dopo le lezioni, cercando di ignorare la presenza di Joseph nella stanza comune. Mentre cercava di raggiungere la sua stanza senza farsi notare, sentì la voce di Joseph alle sue spalle.

Joseph: "Sarah, possiamo parlare un attimo?"

Ignorò la sua richiesta e continuò a camminare, ma Joseph la seguì da vicino.

Joseph: "Quindi vuoi negare che non senti nulla quando sono vicino a te?"

Le parole di Joseph la colpirono come una mazzata, ma si sforzò di mantenere la calma e continuare a camminare. Tuttavia, Joseph si mise di fronte a lei, bloccandole il passaggio. I loro respiri si fecero pesanti mentre i loro sguardi si intrecciavano.

Sarah cercò di distogliere lo sguardo, ma era come se fosse ipnotizzata da lui. Riuscì a stento a distaccarsi e a girarsi per andarsene, ma Joseph la afferrò per il polso, impedendole di muoversi.

Joseph: "Non puoi solo ignorare tutto questo, Sarah. Abbiamo bisogno di chiarire le cose."

Sarah cercò di liberarsi dalla presa di Joseph, ma sapeva che non avrebbe potuto scappare dalla discussione imminente.

Sarah: "Non c'è niente da chiarire. È meglio che ci lasciamo perdere."

Joseph la guardò intensamente, la sua espressione seria e determinata.

Joseph: "Non possiamo continuare a ignorare quello che sta succedendo tra di noi. È arrivato il momento di affrontare la realtà, Sarah."

Sarah sapeva che aveva ragione, ma lottava contro i suoi sentimenti contrastanti. Era ancora arrabbiata con Joseph per quello che era successo, ma allo stesso tempo sentiva una strana attrazione verso di lui. Era una lotta interna che non sapeva come affrontare.

Sarah: "Quale realtà Joseph, mi hai lasciato, perché sei troppo sotto pressione per la situazione in cui siamo, io non ero d'accordo potevamo affrontarlo insieme ma tu hai preferito così, io l'ho accettato."

Joseph non riusciva a parlare. Sapeva di aver sbagliato, pensava che stando lontano da lei avrebbe avuto più tempo per la musica, ma ogni volta che provava a concentrarsi la mente tornava a lei.

"Lo sai perché ti chiamo 'piccolo Jo'? Perché tu prima che ci fidanzassimo dicevi che avevi paura perché io ero troppo piccola e immatura per una relazione, ma qui sei tu quello 'piccolo Jo'. Ho sempre pensato che la maturità non andasse in base all'età ma in base alle esperienze e che il carattere si formasse in base alla persona. E ho ragione. Per quanto tu possa essere stato ferito, l'ho capito e ti capisco ora. Pensavo che riuscissi a cambiarti, ma probabilmente mi sbagliavo. Sei 'piccolo Jo', devi ancora crescere. E ora lo dico io: non posso permettermi di ferire me stessa per una persona che non sa quello che vuole."

Lui era carico di rabbia e allo stesso tempo ferito.

"Ah, ultima cosa, Mida mi sta solo stando vicino. Ci teneva a te come anche a me, e la tua immaturità si vede ancor di più per come ti sei comportato con lui."

Joseph la guardò con una miscela di emozioni, incapace di trovare le parole per rispondere. Sentiva il peso delle sue parole, la fermezza della sua voce, e il rimorso per i suoi errori passati.
"Sarah, io... cominciò, ma le parole sembravano bloccarsi nella sua gola.

Sarah lo guardò, i suoi occhi brillavano di determinazione e dolore.
"Non c'è bisogno di dire altro, Joseph,"

cuori in contrasto//holden e sarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora