1 Veronika

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Buona lettura🥀🖤


Tutti questi anni a cercare un posto mio per staccarmi dalla mia famiglia.

Ci sono riuscita finalmente, ero felice.

Ma questa felicità è durata 24 ore.

Un tempo record per la mia normalità devo ammetterlo.

Ora sono qui incappucciata e legata ad una sedia, non so esattamente cosa ho fatto, magari ho insultato qualche russo e non lo so neanche.

Ma devo ammettere che quando sono arrivata in Russia non avrei mai creduto che sarebbe successo questo, pensavo a una rinascita, invece mi ritrovo di nuovo legata, e questa volta in senso figurato e non letterale.

Beh posso dire che si conclude un'avventura e ne inizia un'altra, pensavo che fosse un'avventura legata al ghiaccio e non legata ad una sedia, rapita da non so chi.

Sono ancora leggermente stordita da quella pezza di merda che mi hanno fatto inalare.

Magari muoio tra pochi minuti, beh almeno posso affermare che ho vissuto una vita lottando per il mio pensiero e non stando zitta come fa mia madre ogni giorno della sua vita.

O magari è un inizio diverso dagli altri... non lo so ma 24 ore fa di sicuro non ero pronta a questo.

24 ore prima...

Sono appena atterrata a Mosca e come prima cosa un russo mi ha insultato perché mi ero distratta, dovevo capire dove andare quindi mi sono fermata in mezzo alla gente, errore mio, ho chiesto scusa, ma lui ha continuato a borbottare in russo camminando avanti, quindi quando è andato più avanti ho imprecato in italiano, bello essere in un posto dove nessuno conosce la mia lingua.

Insomma sto cercando il cartello con scritto il mio nome e già sono cieca per di più se mi mettono ansia non vado da nessuna parte.

Eccola... mi avvicino e subito l'abbraccio «Finalmente sei arrivata» sussurra al mio orecchio «Non è mica colpa mia se l'aereo era in ritardo» Ivana la mia allenatrice fin da quando sono bambina, il mio posto sicuro, oltre al ghiaccio, è grazie a lei se ora sono in russia.

Lei è russa di origine, io ho solo il nome, anche se i miei genitori sono italiani, e non italiani normali, diciamo che fanno parte di un'organizzazione segreta di affari loschi, e mio padre è il capo di quella Italiana.

È una congrega che c'è in tutto il mondo, con regole che non si possono infrangere.

Io non ho niente di italiano, capelli biondi che vanno sul bianco e occhi azzurri chiari.

Per non parlare dell'accento italiano, io non ce l'ho, forse perché passo più tempo con Ivana che è russa.

È grazie a lei che sono riuscita a studiare il russo e ora ho come terza lingua russo, come seconda ho l'inglese sempre utile in caso andassi da qualche parte.

Mio padre voleva studiassi in casa, uscivo solo per andare a pattinaggio, lui non voleva che altri mi vedessero, solo alle feste dovevo fare la brava bambina e sorridere come se tutto fosse normale, come se mio padre non maltrattava me e mia madre, solo mia sorella è intoccabile, la sua pupilla.

«Dai andiamo che tra poche ore dovrai essere già a lavoro» annuisco e insieme andiamo all'uscita dell'aeroporto.

Mi ero dimenticata di quanto cazzo facesse freddo a Mosca nei mesi invernali.

«Porca troia ma dirmelo che faceva così freddo» «Oh non ti preoccupare ti ci abituerai» dice ironica per prendermi in giro, sa che io amo il caldo e odio il freddo, soprattutto ora che sono appena arrivata, mentre poche ore fa ero in spagna, con un clima giusto.

How Deep Is Your LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora