53 Viktor

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Buona lettura🥀🖤


Sono stato uno stronzo, lo ammetto, negargli l'orgasmo è da stronzi, non penso di averlo mai fatto e mai lo rifarò.

Non ho dormito, ho aspettato tutta la notte che venisse dal mio lato e mi abbracciasse, ma non lo ha fatto, era attaccata al bordo, mi sa che piuttosto di abbracciarmi cadeva dal letto, e lo capisco, ho fatto lo stronzo.

Sono a fare colazione, lei dovrebbe arrivare tra poco, accanto a me ho Dimitri che mi sta raccontando la serata.

«Te lo ho detto Viktor, lo ignorava» entra in sala da pranzo in pigiama con dei pantaloncini.

Non mi saluta, dà un bacio sulla guancia a Dimitri e si va a sedere accanto a lui, o almeno ci prova, mi sa che ci sono andato giù pesante con le sculacciate ieri.

Appena tocca la sedia con il sedere fa una piccola smorfia.

Nascondo il mio sorriso con la tazzina del caffè.

«Ti sei fatta male?» lei guarda Dimitri e poi finalmente mi guarda «Chiedilo a lui» Dimitri guarda me «Che hai fatto?» «Era incazzato quindi mi ha sculacciato e mi ha negato un orgasmo» Dimitri spalanca gli occhi.

«Tu le hai negato un orgasmo?» sapevo che non sarebbe stato stupito dalle sculacciate, annuisco secco.

«Tu sei uno stronzo, fammi vedere il sedere» dice a lei.

«Tu non le fai vedere niente» «Si invece» ribatte lei.

Si alza in piedi, si gira, si toglie il pantaloncino e alza la maglietta.

«Cazzo Viktor le hai lasciato il segno» «Si vede tanto?» chiede lei preoccupata.

Dimitri gli accarezza il segno delle dita che ho lasciato «Dimitri non toccarle il culo» lo sgrido io «Le hai lasciato il marchio Vi?» resto zitto, lei si gira e ci guarda confusa «Che marchio?» Dimitri mi guarda e siccome io non dico niente parla lui «Sei la sua donna» lei mi guarda confusa «È un marchio che i membri dell'associazione fanno alla propria donna, può essere un tatuaggio, un segno, qualsiasi cosa basta che si veda, in questo caso lui lo ha fatto per far si che lo veda solo lui e non permanente... ti sta dando una scelta» era quello che avevo fatto.

Ieri ero incazzato con lei, ma volevo che lei sapesse che lo ero perché avevo paura di perderla, ora spero lo abbia capito.

«Mi stai dando il tempo per decidere?» domanda a me «Sì» «E lo hai fatto lì per far si che ogni volta che mi siedo me lo ricordi?» «Sì».

«Andiamo a parlare per favore» si tira su i pantaloncini e andiamo in camera.

Mi siedo sul divanetto mentre lei sul letto.

Inizio a parlare «Ci sono tante persone che mi vogliono morto, in questi anni non ho avuto punti deboli, ora...» vedo che realizza «È per questo che mi avevi respinta all'inizio? Avevi paura che diventassi un bersaglio? Che diventassi il tuo punto debole?» sospiro e annuisco.

«Tu sei il mio punto debole, da un bel pò... ti ho respinta, in discoteca ti ho detto che era solo attrazione per allontanarti, ma non ci sono riuscito» resta a guardarmi e io guardo lei.

«Perchè non me lo hai detto?» «Perchè non volevo espormi, e non lo voglio tutt'ora, io non sono mai stato questo, ogni volta penso di sbagliare con te, ma guardo il tuo sorriso e capisco di no...».

«Devi decidere Viktor, o stai con me e corri il rischio... o non... o non siamo fatti per stare insieme. Non posso domani svegliarmi e vedere che mi respingi per paura, per poi rimanerne spezzata» la guardo senza dire niente, allungo la mano verso di lei.

Si alza e viene verso di me, afferra la mia mano e lentamente la faccio sedere sulle mie gambe.

«Io voglio stare con te, non ho mai avuto un punto debole, non voglio che ti succeda qualcosa» lo abbraccio stretto «Sono con te e non mi succederà niente, ieri ero con Dimitri, ero al sicuro Viktor».

Mi guarda negli occhi «Ho solo paura di perderti» mormoro.

Mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente «Sono qui» le accarezzo la base della schiena «Posso vedere?» sorride, si alza in piedi e si gira, le tolgo i pantaloncini e alzo piano la maglietta.

Le ho lasciato il segno, accarezzo piano l'ematoma «Ho esagerato» si gira di nuovo verso di me «No, l'unica cosa che hai sbagliato è stato non farmi venire» le sorrido e la bacio di nuovo dolcemente «Io voglio stare con te, non me ne importa dei rischi, sto bene, non mi sono mai sentita così e non voglio mollare tutto» senza dire niente l'abbraccio forte.

«Hai dormito stanotte?» chiedo «No» «Dormiamo allora» la tengo in braccio la faccio stendere a letto, mentre lei si toglie i pantaloncini e si mette sotto le coperte io mi spoglio.

Mi stendo abbracciandola forte accarezzandole il sedere.

«Fa tanto male?» scuote la testa.

Non ho mai fatto del male ad una donna, avevo promesso che non sarei mai stato come mio padre, eppure le ho lasciato il segno come faceva lui.

«A che stai pensando?» chiede alzando la testa per guardarmi «Non volevo farti male» ammetto dispiaciuto.

Mi sorride e mi accarezza il viso «Viktor, farmi male vuol dire schiaffeggiarmi, questo...» mi prende la mano e la posa dove avevo lasciato il segno.

«Questo non è male, non ho provato male» distolgo lo sguardo da lei.

Mi prende il viso tra le mani e mi bacia delicatamente «Te lo direi se mi avessi fatto male, e soprattutto ora non ti starei parlando, e poi non sei andato forte è la mia pelle che è delicata e che si formano ematomi con niente» la guardo attentamente e annuisco.

«Bene ora dormiamo» la bacio un'ultima volta prima di stringerla forte e chiudere gli occhi, lasciando che la stanchezza mi faccia addormentare.


Ora sappiamo il perché di certi comportamenti...

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