6 Veronika

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Buona lettura🥀🖤


Mi sono svegliata di malumore, questo perchè pensavo di essermi sognata tutto invece no, sono veramente chiusa in una gabbia d'oro, nel quale il capo dell'organizzazione russa non fa che rompermi i coglioni, e riassumendo la giornata di ieri... cazzo veramente è successo tutto questo? Sono veramente stata rapita per la terza volta? Almeno non mi hanno fatto del male... per ora, mai cantare vittoria.

Lo stronzo mi vuole a colazione e chi sono io per contrastare il suo volere? Nessuno ecco chi sono.

Ieri ho dato un bacio, dopo anni ho baciato qualcuno, e per quanto mi possa stare sul cazzo devo ammettere che è stato un bacio da 5 stelle, non ho chissà che paragone ma comunque bacia bene.

L'ultimo bacio che ho dato è stato forzato, tutto era stato forzato.

Mi sistemo un attimo e esco dalla camera, dove Ivana mi stava aspettando «Non sto sognando quindi?» chiedo speranzosa e lei scuote la testa amareggiata «Dobbiamo parlare» gli dico io «Lo so dobbiamo» annuisco e la seguo in sala da pranzo.

Cazzo è enorme e solo ora mi accorgo che in realtà io ho visto solo la camera di questa villa.

Lui è a capotavola, perfetto nel suo completo che beve del caffè, con accanto Dimitri, appena si accorgono di me si guardano.

Mi siedo possibilmente il più lontano possibile da loro, guardo la tavola con il cibo ma non ho fame, non ho mai fame, e dopo quello che è successo ieri ancora meno.

«Quando andiamo?» chiedo a Ivana «10 minuti» ma non risponde lei, risponde lo stronzo, io guardo lui e lui guarda me «Bene» mi alzo «Siediti» mi ordina «Non ho fame» «Siediti» ribadisce «No» gli volgo le spalle «Veronika siediti immediatamente» mi ordina di nuovo ma con voce più severa, mi giro lentamente a guardarlo e gli sorrido, mi avvicino a lui «Forse tu non hai capito che io non prendo ordini da te» si alza e mi torreggia con il suo corpo potente «No tu non hai capito, tu prendi ordini da me e li esegui senza neanche fiatare» «No» dico sicura di me, chiaramente irritato mi prende il braccio avvicinandomi a lui, petto contro petto, alzo la testa per fronteggiarlo, non ho paura di lui, ho sempre avuto paura nella mia vita è ora di smettere «Sarai pure il capo qui, ma non sei il mio capo, io sono il capo di me stessa, ti sei scelto la sorella sbagliata stronzo, io porto problemi non li risolvo, abbiamo un accordo ma non c'è il fatto che io debba sottostare a te non sono un cane che puoi addestrare a riportarti l'osso, ho un cervello pensante e fidati della mia parola quando dico che se voglio ti distruggo, non sono una bambina non sono una cazzo di bambola e soprattutto non sono una delle tue solite puttane che se gli dici di succhiarti il cazzo lo fanno e voglio che sia chiaro» resta fermo a guardarmi come se fossi la prima che è riuscita a metterlo al suo posto e a quanto pare è così «Bambina qui comando io che tu lo voglia o no io comando e se ti dico di sederti tu lo fai» gli rido in faccia «Quando ci riuscirai fammelo sapere» mi libero dalla sua presa con uno strattone e cammino verso la mia camera senza girami a guardarlo sento solo dei vetri che si rompono e spero amamramente che si sia fatto male.

Ho appena finito di fasciarmi il seno, mi vesto ed esco dal bagno dove lo vedo che mi aspettava, guardo la sua mano e noto che ha un taglio, ben gli sta.

Lo ignoro mentre mi sistemo il borsone «Nessuno si è mai azzardato a parlarmi così» mi giro a guardarlo ma noto che lui lo stava già facendo «C'è sempre una prima volta» dico per dopo chiudere il borsone «Te l'avevo detto che darò problemi accordo o no» si alza, mi prende il borsone dalla mano, esce dalla camera e io lo seguo senza dire niente.

Arriviamo in entrata una governante prova a mettermi il cappotto ma la fermo sorridendole «Grazie» lo prendo e lo indosso da sola, lo sorpasso e vedo la macchina sul vialetto, entro e cazzo è enorme.

Ivana accanto a me, mentre lo stronzo davanti a me, appoggia il borsone accanto a me, batte sul divisorio dal guidatore e i sedili posteriori e partiamo.

«Una volta arrivati dovremo far finta di stare insieme credi di riuscirci?» mi dice prendendomi in giro «Certo che ci riesco stronzo» gli sorrido e poi guardo fuori «Mi accompagnerai ogni volta?» «Si e ti verrò a prendere» annuisco senza smettere di guardare fuori.

Arriviamo faccio per scendere ma la sua mano mi blocca, e mi ricordo che dobbiamo iniziare a fingere una volta usciti dalla macchina.

Apre la portiera e scende prima di me sento il flash delle fotocamere e mi meraviglio che ieri non c'erano, mi porge la mano e l'accetto, inizi lo spettacolo.

Scendo sorridendo fintamente e noto che lo fa anche lui e cazzo se è figo quando sorride, si sporge per prendere il borsone accanto a me Ivana e vicino a lui dimitri messo in posizione bodyguard.

Mi dà un bacio sulla guancia e io da brava fidanzatina gli accarezzo il petto.

Finalmente entriamo, i giornalisti non possono entrare qui fortunatamente «Ci vediamo a pranzo» «A pranzo?» chiedo stranita «Pranzeremo insieme» «Io e te» «Non è quello che che coppie fanno» mi schernisce lui «Anche se sarò sudata e malridotta? Non posso io ho uno schema da seguire a cena potremo uscire» dalla bocca gli esce un ringhio infastidito, gli sto dando del filo da torcere e ne vado più che fiera «Va bene a cena» «Bene» dico compiaciuta.

Noto che Ivan si avvicina e io faccio lo stesso «Ciao stai meglio di ieri?» «Si scusa sai come è il jet lag» mi sorride e guarda dietro di me «Lascia stare iniziamo?» «Certo» «Mi riscaldo e poi possiamo iniziare» annuisce, mi metto nella panca e vedo che nessuno si è mosso «Hai intenzione di restare qui non hai degli affari da fare?» «Tu sei un mio affare» dice sedendosi accanto a me, alzo gli occhi al cielo, mi alzo per togliermi i pantaloni della tuta restando con i leggins elasticizzati e termici, metto i pattini, non li metto da poco e già ero in astinenza, mi sfilo la felpa, mi alzo in piedi e mi piego in avanti facendo toccare le mani ai pattini, mi giro a guardarlo e noto che mi stava guardando il sedere, appena si accorge che lo stavo guardando mi guarda negli occhi, mi alzo in piedi e vado in pista.

Metto i piedi sul ghiaccio e inizio a pattinare, e pattinare, come mi ha insegnato Ivana, hai un problema? Pattina, ed è quello che farò.


Scusate il ritardo ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia, a venerdì🖤🥀

How Deep Is Your LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora