Aurora

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È stata davvero una pessima idea andare per locali con Sara, decisamente un esperienza da non ripetere.
Tutto è partito da stamattina, quando vedendomi mogia mi ha costretta a rivelare i miei problemi, ovviamente tutti incentrati su un unica persona: Edoardo.

L'uomo che in poche settimane aveva deciso di rivoltare la mia vita come un calzino.
Ormai passavo più tempo con lui che con il resto del mondo messo insieme.
Certi giorni li passavamo interamente insieme, dormendo anche abbracciati la notte.

Non andava bene, non andava per niente bene. Questi sentimenti improvvisi mi fanno sentire insicura, come se fossi in una bolla che consapevolmente prima o poi scoppierà.

Potevano davvero esistere i colpi di fulmine?

Con questi pensieri ero entrata nel ristorante quel primo pomeriggio, subito colta in fallo da Sara, che si era fatta raccontare tutto. La sua megaideageniale era stata andare a bere fino a morire, così ci siamo dirette, vestite da cubiste, in un locale in centro.
Quasi subito Sara ha cominciato a bere e ballare, dapprima molto reticente agli approcci con gli uomini, poi via via sempre più disinvolta, complice l'alcool che si accumulava in corpo a ogni sorso.

Diverse volte le ho ricordato che era fidanzata, che Domenico l'amava e che lei lo ricambiava, quasi dovessi ricordare a una demente chi fosse e dove si trovasse. Tuttavia è stato tutto tempo perso quando un tipo le si avvicina, strusciandosi letteralmente su di lei come un polpo.

Più basso di Sara e a primo occhio anche più vecchio di lei.

Pessima cosa.

Decido di strattonarla via ma non so come ci ritroviamo al bancone dei drink, accanto all'amico di questo tipo.
Sembrano due idioti ma quello seduto forse un po' di più. Pare che il mondo gli abbia scavato la fossa prima del tempo, guarda tutti in cagnesco, manco fossero suoi nemici.
Il mio istinto decide di provocarlo, notando il suo stupore alla battuta sulle mestruoazioni.
Non è male, forse un po' burbero, ma è davvero bello.
Quando Sara comincia a dare segni di squilibrio le intimo di andarcene e il coglione numero uno -mi pare si chiami Lorenzo - parlotta al coglione numero due -di cui ancora non so il nome- dicendogli che sarebbe davvero una grandiosa idea accompagnarci a casa.

Come se fossi nata ieri.

"Guarda che ti sento eh" Gli faccio notare e vedo che si imbarazza, colto sul fatto. Sara non smette di ridere come una deficiente nel frattempo.
"Ma tu vivi con il dito perennemente ficcato nel culo?" È il coglione numero due a chiedermelo.

"Non lo so, vuoi controllare?" Questo tipo fa uscire fuori la parte peggiore di me, sul serio.
Non sono attaccabrighe, tuttavia questo stronzo ha palesemente voglia di litigare.

"Nah, non sei il mio tipo, sei solo metà di una donna poi" E no, questo e bodyshaming.

"Senti stronzo, solo perché sono più bassa di te non vuol dire che i tuoi centimetri in più non siano composti da merda"

Mi ride in faccia, si diverte lo stronzo. Probabilmente perché ha trovato un mio punto debole, ma alla fine non mi importa più di tanto, voglio solo litigare.

"Potrei farti vedere tutti i centimetri in più che ho, ma davvero, non sei il mio tipo" Beve il suo drink e schiocca la lingua, non riesco a non seguire quel movimento.

"Che grande perdita per la mia vagina, e io che volevo proprio prendermi la clamidia stasera"
Alza il sopracciglio, avrà un punto debole anche lui, no?
Sara interviene dicendo che deve vomitare, del resto ha cominciato con l'alcol da pochissimo e non lo regge per niente bene. La poggio a me e declino l'invito di quel Lorenzo a riaccompagnarci, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

Quando entro nel mio appartamento Sara è praticamente un peso morto. La butto sul mio divano e cerco di aggiustarla alla meglio, prendendo dall'armadio un plaid di lana, del resto siamo a Dicembre inoltrato e le temperature sono quasi glaciali.
Per fortuna si è addormentata prima di vomitare, è stata una corsa contro il tempo per arrivare a casa senza ricoprire i sedili della mia macchina di vomito.

Mi butto sotto la doccia dieci minuti dopo, ripensando a quell'assurda serata. Quel tipo mi ha dato proprio sui nervi e di solito non succede. Sono una persona che accumula e accumula e poi esplode, è la prima volta che esplodo alla prima frase.
Quell'arrogante pezzo di stronzo, spero di non rivederlo mai più.

La mattina successiva un leggero post sbronza mi butta giù dal letto, Sara è ancora in salone, sul mio divano, a dormire russando.
La scuoto dopo aver guardato l'orologio, lei si sveglia di malavoglia.
Facciamo una colazione a base di aspirina e cornetti scongelati al microonde, prima che mio padre mi guasti anche questa nuova giornata con la sua presenza.

"Ieri sei tornata tardi, ti sembra il caso?"
Anche oggi niente buongiorno.

"Sei il mio portinaio?" Mi esce spontaneo, come se avessi avuto quelle parole sulla punta della lingua. Vedo Sara sorridere di fronte a me, abbassando la testa per non farsi scoprire da mio padre.

"Ah, non ho voglia di rovinarmi la giornata per colpa tua"

Beh, la mia l'hai già rovinata aprendo bocca, papà.
In ogni caso tengo queste parole per me, finendo di mangiare velocemente per poter uscire da casa mia il prima possibile.
È orribile quando non hai un posto sicuro, un luogo che ti dia pace alla fine della giornata e non altri problemi. È come se la mia lotta non finisse mai, nemmeno quando poggio la testa sul cuscino. È tremendamente logorante.

Il viaggio in macchina è stranamente silenzioso, di solito Sara è parecchio logorroica. Sarà il post sbronza?

"Avanti, che vuoi dirmi?" La incito, perché in fondo la conosco benissimo, sta sicuramente rimuginando su qualcosa.

"Ecco, mi dispiace per tutto il disturbo che ti ho dato, hai già tanto da sopportare con la storia di Edoardo e di tuo padre, le responsabilità del ristorante e anche del catering di capodanno, mi sento un po' scema adesso"

Le sorrido ma tengo comunque gli occhi sulla strada, perché stanno diventando umidi.

"Ognuno ha le sue battaglie, Saré"
E in fondo è così, i miei problemi non sono nemmeno poi così grandi, o almeno è quello che mi ripeto ogni giorno per darmi la forza di continuare.

Ma non è così per tutti?

"Penso che dovrò parlare con Domenico, ieri ho esagerato" Annuisco, per fortuna è una ragazza matura quando è sobria.

"Domenico ti ama pazzamente ed è un ragazzo intelligente, sono sicura che capirà, in fondo non è successo nulla di grave"

La guardo di sottecchi, sembra davvero amareggiata.

"Speriamo" Mi dice.

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