Edoardo

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Aurora è sparita.
Le scrivo ogni giorno, appena ho tempo libero da lavoro le telefono pure, ma non ci vediamo da più di un mese.
Ho parlato con Monica, che le offre ancora ospitalità, ma tante cose sono cambiate.

Perdere il ristorante è stato un duro colpo per lei, l'ha portata a isolarsi perché era l'unica cosa bella che le restava. Diverse volte le ho offerto il mio aiuto, morale ed economico, ma a parte la paga per il catering di natale non ha voluto altro.
Sono preoccupato per lei, ho bisogno di vederla.

Oltre a questo, papà ha cominciato con le chemio. Quando ha avuto il coraggio di confessarlo a Francesca l'ho vista crollare per la prima volta.
Se non ci fosse stato Elia quel giorno non sarei riuscito a gestire quella situazione.
Sebastiano attualmente è in cura con un oncologo davvero bravo, sta provando a combattere la malattia fisicamente, ma ci sta abbandonando psicologicamente.
Non è facile mostrarsi fragile dopo tutta la vita passata a farsi vedere incrollabile.

Ho parlato anche con Elia, un paio di volte, ma non vuole vedermi nemmeno lui. È l'unico che non biasimo, sta cercando di andare avanti una volta per tutte. Mi chiedo se almeno con Aurora sia rimasto in contatto o se abbia tagliato i ponti anche con lei.

Mi sembra di essere tornato a due mesi fa, quando non conoscevo ancora la mia Aurora. Le giornate si accavallano l'una sull'altra senza senso, mi sento sull'orlo del baratro e so che gran parte è colpa mia.
Se non supero la paura del giudizio altrui non avrò mai la vita che desidero, con o senza Aurora ed Elia.

Ho lasciato anche il lavoro da agente immobiliare, prendendo le redini dell'azienda di papà, in qualche modo il cerchio si è chiuso e il figliol prodigo è tornato a casa.
Malgrado tutto non me la sono sentita di abbandonarlo in un momento tanto difficile per lui.

Perfino la mamma l'ha chiamato. Erano anni che non si sentivano, hanno conversato per ore. Non so bene cosa si siano detti, entrambi sono reticenti a parlarmene.

E ora eccomi qui, dietro la grande scrivania di papà, in cima a un palazzo pieno di finestre, a dare ordini a gente che non ho mai visto prima. Ho dovuto rispolverare i vecchi tomi dell'università per prendere la mano e non farmi trovare impreparato, tuttavia dopo la prima settimana in cui mi sentivo completamente spaesato devo dire che le cose stanno cominciando a ingranare.

Dall'interfono la segretaria personale di papà -ora la mia- mi dice che c'è una visita senza appuntamento.

Quando la porta vetri dell'ufficio si apre vedo l'ultima persona che avrei mai immaginato mettesse piede qui dentro: Elia.

È vestito casual, sembra più muscoloso dell'ultima volta che l'ho visto. Ha i capelli più lunghi e mossi sul viso, dove i suoi meravigliosi occhi color ghiaccio spiccano su tutto il resto.
È semplicemente bello da morire.

"Quando mamma me l'ha detto non ci ho creduto"
Si riferisce sicuramente alla mia posizione attuale, come capo dell'azienda di famiglia. In effetti ho giurato e spergiurato a me stesso che non sarei mai diventato il successore di Sebastiano, tuttavia la vita è sempre piena di sorprese.

Mi alzo e faccio il giro della scrivania, mi avvicino cauto a lui e poi lo abbraccio.
"Mi sei mancato" Sono sincero, certi giorni mi sono sentito talmente in colpa da non riuscire nemmeno a specchiarmi, odiavo perfino il mio riflesso.

Lui sbuffa, poi però poggia un braccio attorno alle mie spalle e mi stringe.
Ha un profumo buonissimo, il suo calore è un toccasana per me.
È il primo a staccarsi, lo vedo un po' rigido rispetto al solito, probabilmente sta davvero riuscendo a dimenticarmi.

Non so se ne sono felice o rammaricato, probabilmente entrambe le cose.

"Sono venuto per vedere se la mamma aveva ragione e... anche per Aurora"
Non credo alle mie orecchie.
Quei due si sono sempre punzecchiati, poi si sono desiderati e in fine non ho saputo più un cazzo di nessuno dei due.
Un mese di nulla totale.

"Sei in contatto con lei?"
Ho un moto di fastidio, perché se si fossero visti allora il problema risulterei essere soltanto io.

"No, ho parlato solo con la ragazzina e la vecchia scorbutica"
Si riferisce chiaramente a Sara e Monica.
Mi rilasso sapendo che lui è nella mia stessa barca, ma resto comunque preoccupato per Aurora.
"Mi manca da morire"

Questo mese mi è servito per chiarire i miei sentimenti, anche se avevo già capito cosa provassi.
Elia è l'amore della mia vita, un amore che desidero follemente consumare fino all'ultimo giorno della mia esistenza, ma Aurora è importante tanto quanto lui.
La amo e non sono nemmeno riuscito a dirglielo, non ho fatto in tempo.

"Ho pensato che magari andando insieme dovrà per forza vederci"
Non è da lui, davvero. A lui non è mai fregato un cazzo di nessuno -a parte me- Questo è il suo atteggiamento tipico di quando si impunta su qualcosa e non lo molla più, così come ha cercato di fare con me per tutto questo tempo.

"Non lo so Elì, Monica è stata chiara, ha detto che Aurora ha bisogno di tempo per ricominciare"

"Può farlo anche con noi, non deve per forza farlo da sola"

Noi. Una parola che mi fa battere il cuore più veloce all'istante.

"Non c'è nessun noi, probabilmente ci ha lasciati fuori dalla sua vita perché siamo troppo incasinati"

"Parla per te, io sono fantastico" Scoppio a ridere, mi è mancato anche il suo egocentrismo.

"Quindi che facciamo?" Incrocio le braccia e mi appoggio alla scrivania, vedo che lui segue i miei movimenti.
Magari non mi ama più, ma ancora mi desidera, lo vedo chiaramente.
Proprio ora che ho chiarito i miei sentimenti lui molla la presa, in fondo è il mio karma, me lo merito tutto.

"Beh andiamo a casa di Monica e se non apre sfondiamo la porta. Facile e veloce"

"Ah, sei sempre la solita testa di cazzo tu"
Aurora ci odierebbe se ci imponessimo in questo modo, ma in parte sono d'accordo con Elia, questa storia di voler affrontare tutto da sola deve finire. Oggi.

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