Edoardo

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Ho infranto almeno otto regole della strada per arrivare in tempo da Aurora, telefono a Elia e mi spiega che sono entrambi al ristorante, ho un agitazione in corpo che mi sta facendo tremare, spero solo che mio fratello l'abbia protetta.

Quando arrivo al ristorante entro facendo tintinnare il campanello sulla porta, vedo Elia, Aurora e Monica, seduti attorno a un tavolo. Mi fiondo da Aurora e la tiro su, stringendola fortissima.
"Amore, stai bene?" È sorpresa che io sia tanto preoccupato, Elia mi guarda con rassegnazione.
"Ehy, calmati, non è successo niente di grave, davvero" È in imbarazzo, forse perché l'ho chiamata amore per la prima volta, ma mi è uscito spontaneo, non ho potuto controllarlo.
Mi accarezza le braccia e sorride, la volto per controllare che sia tutta intera, Elia e Monica scoppiano a ridere.

"Tu sei tutto fulminato!" Guardo mio fratello, c'è qualcosa di diverso in lui, ma non saprei dire cosa.
"Grazie per averla protetta"
"Guarda che non ha bisogno della protezione di nessuno, questa nana ha le palle"

Si scambiano un occhiata e leggo un intesa che prima non c'era, mi sento quasi escluso.
"Mi spiegate che cazzo è successo?"
Monica sospira e si alza, dice che preferisce preparare i caffè piuttosto che sentire quella storia di nuovo.
Mi spiegano velocemente che l'ex violento di Aurora è riapparso come un uccello del malaugurio e che suo padre l'ha insultata pesantemente, che ora vive per strada.

"Vieni a vivere da me"
Non ci penso, lo dico e basta. Noto l'espressione di puro dolore sulla faccia di Elia, Aurora scuote la testa.

"No, grazie. Nemmeno tu hai una casa tua, penso che tuo padre ci prenderebbe a calci in culo" Elia ride, so che sta immaginando la scena.
Mi fa strano essere tutti e tre nella stessa stanza senza scannarci, penso sia la prima volta che succede.

"Potresti, ecco... Stare da Elia"
Ci vado cauto perché so quanto il loro rapporto sia sul filo del rasoio, probabilmente non è nemmeno la più intelligente delle idee.
"Mi prenderei qualche malattia venerea, preferirei di no"
"Che viziata del cazzo"

Non stanno davvero litigando, sembra più un bisticcio tra fidanzati, sono davvero perplesso, che è successo mentre non c'ero?
"Io, viziata? Sai come si fa una lavatrice almeno? Ho visto metà del tuo armadio sparso per casa"

"Sai che è da maleducati far notare ai padroni di casa il disordine?"

La sento bisbigliare qualcosa ma non capisco e a quanto pare nemmeno Elia, perché le chiede di ripetere.

"Ho detto che eri troppo impegnato a fare le orge per sistemare" Strabuzzo gli occhi, guardo prima lei, con quel sul atteggiamento da finta stronza, poi lui che quasi si vanta del suo operato.

"Non ci credo"
Penso di essere geloso, di Aurora, di Elia, di tutto l'insieme.
"E chi sarebbero questi?"
"Queste" Precisa Aurora.

"Che c'è, sei geloso... Fratellino?"
Sì, penso di esserlo, anche se non dovrei.
Scrollo le spalle a abbasso gli occhi sul tavolo, a quanto pare senza di me le cose si sistemano da sole, probabilmente sono io il problema in tutta questa storia.
"Edo, stai bene?" Aurora poggia una mano sulla mia, Elia mi guarda e basta. Annuisco, ma non riesco a parlare. In verità non sto bene, ho la netta sensazione che la mia presenza sia di troppo, che stia rovinando la vita a entrambi.
Aurora non se ne rende conto, ma probabilmente Elia ha capito benissimo come mi sento, perché continua a guardarmi senza dire niente.

Monica torna carica di caffè per tutti, Aurora comincia a fare quel suo rituale e vedo Elia che la segue con lo sguardo. Alla fine siamo cresciuti in simbiosi, per certi versi ci attirano anche le stesse cose, come il rituale di Aurora che a quanto pare ha notato anche lui.

"Ma che cazzo stai facendo, ti verrà un attacco di cuore prima dei quaranta"
Lei gli fa il gestaccio delle corna e sorseggia il suo caffè come se non avesse passato delle ore infernali e fosse una giornata come le altre.
Di nuovo, sento che questa donna ha una forza dentro paragonabile a diecimila uomini messi insieme, e io che non riesco nemmeno a vivere come vorrei per paura della società.
Mi fa sentire debole.

"Comunque puoi venire da me se non hai un posto dove stare" Aurora si strozza con il caffè dopo aver sentito le parole di Monica, che di contro, sorseggia il suo con grande calma.
Elia se la ride mentre do due colpi dietro la schiena di Aurora, preoccupato.
"Ehm... -tossisce- sei seria?"
La donna più grande annuisce, credo che sia il primo slancio di altruismo che ha nei confronti di Aurora, altrimenti non si sarebbe sorpresa tanto.
Elia poggia la schiena alla sedia e incrocia le braccia al petto, è seduto proprio di fronte a lei e non smette di fissarla. So cosa sta facendo, la sta studiando. Per quanto provi a odiarla ho la netta sensazione che ci sia sotto dell'altro, qualcosa che non gli piace. Mi viene in mente un episodio del passato...

Flashback

"Vedi di stare lontano da quella stronza"
Sospiro, Elia sta diventando troppo geloso. Lucia è una bravissima ragazza, ma lui la odia a prescindere solo perché è mia amica.
Usciamo dal liceo, vedo il suo motorino nel parcheggio e cammino a passo spedito, non ho voglia di litigare anche oggi.
"E non correre, cazzo!" Mi strattona per un braccio, mi sono proprio rotto le palle.

"È mia amica, la devi finire di fare terra bruciata intorno a me" Sussulta, forse non si è reso conto? Nell'ultimo anno ha allontanato almeno tre dei miei amici, uno l'ha pure minacciato e preso a pugni.
"Non è quello che sto facendo" Ma il suo tono lo tradisce, non è sicuro.
"Sì, lo stai facendo. Perché non sei sicuro di me?"
Ogni volta è una lotta, non so fino a quanto riuscirò a resistere in questo modo.
"Sono sicuro di te! È che... Cazzo, mi dà fastidio la gente che ti tocca"
Si gratta la nuca, lo trovo così tenero quando fa così.

Lo prendo per un polso e ci nascondiamo dietro un muretto. Ci sono molti studenti in giro, ma sono tutti troppo desiderosi di andarsene per notarci.
"Amore, tu sei l'unico per me" Sbuffa, sa che questa battaglia la vincerò. Da un po' di tempo a questa parte cominciamo a scontrarci, questo perché ho smesso di acconsentire a tutto quello che vuole lui.
L'ho viziato troppo.
Mette entrambe le mani nei miei capelli, devo alzare la testa perché è più alto di me. Chiudo gli occhi, il suo tocco mi rilassa.

"Mi dispiace, davvero Edo, non smettere di dirmi quando sbaglio, non voglio farti male"
Apro gli occhi e lo bacio, il suo sapore sembra il più buono del mondo.

Torno alla realtà, lo guardo.
Lui si volta e mi sorride, anche se rispetto ai miei ricordi i suoi occhi sono più malinconici.
Sono io adesso quello che ti sta facendo male, non è così?

Con te o con nessuno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora