Elia

19 2 0
                                    

Rivedere Edo dopo più di un mese mi ha fatto un certo effetto, almeno a me stesso posso ammetterlo. Sono stato davvero bravo a ignorare le sue chiamate, cedendo giusto un paio di volte, ma è un buon risultato, no?
Sto diventando bravo a fingere, del resto ho imparato dal migliore.
Sto cercando di trattenere i miei istinti, ma quello che mi spinge verso Aurora non posso frenarlo. Sono preoccupato per lei e mi manca, mi manca da impazzire.
Quella piccoletta sempre con la risposta pronta mi ha fatto vivere emozioni che pensavo fossero morte e sepolte, non credevo possibile provare qualcosa per qualcuno che non fosse Edoardo.
Eppure lei si è fatta spazio in un cuore distrutto, aiutandomi a far uscire parte del dolore che mi porto dentro.

Ma non so se sarò in grado di dirglielo.

Mi sono comportato da vero figlio di puttana con lei, che non lo meritava. Ero accecato dalla gelosia e dall'odio, ma poi la passione e il sentimento hanno preso il sopravvento su tutte le emozioni negative che provavo. Da quando ho messo da parte Edoardo sono riuscito a capire meglio ciò che sento, però devo parlarne prima con lei.
Ho bisogno di ricominciare, di mettere un punto e andare a capo nella mia vita.

Scendiamo da questo palazzo pieno di servi di Sebastiano, faccio salire Edoardo sulla mia moto e ci immettiamo per strada.
Le sue mani stringono la mia vita, il suo corpo è schiacciato contro il mio. Lo guardo dallo specchietto retrovisore e mi sembra cresciuto, in qualche modo.
La sua pelle olivastra sembra talmente liscia che un moto di desiderio mi scuote le viscere. I capelli castano chiaro ballano al vento, i suoi occhi verdi incrociano i miei.

Riporto l'attenzione sulla strada, non posso permettermi di cedere e venire di nuovo rifiutato, ne va della mia dignità.
Arriviamo al palazzo di Monica, siamo entrambi visibilmente nervosi.
Edoardo bussa al citofono e poi aspetta.

"Chi è?" La sua voce mi fa battere il cuore più forte, sono certo che anche per Edo sia così.
Aurora ci apre il portone ed entriamo, dirigendoci verso l'ascensore.
"Andrà tutto bene" Lo dice più a se stesso che a me.
Lo vedo riflesso nello specchio dell'ascensore e sospiro, è talmente difficile tenerlo lontano. 

Quando arriviamo alla porta di casa è già aperta, Aurora è sull'uscio.
È come vedere un'altra persona.
I suoi occhi nocciola sono tristi, quasi rassegnati, il suo corpo è smagrito. Quelle curve morbide che mi avevano fatto perdere la testa sono in parte sparite. La pelle è anche più pallida del solito, sembra una bambola di porcellana. Indossa una maglia larga, palesemente maschile, che le arriva alle ginocchia. Mi cruccio immediatamente quando un moto di gelosia mi travolge in pieno.

"Non cominciare" Mi sussurra Edo, perché sa esattamente cosa sto pensando ora.
Entriamo e Aurora ci offre da bere, sembra calma ma credo si stia trattenendo.
"Perché siete qui?" Comincio a innervosirmi, mi siedo al tavolo da cucina e mi muovo come se avessi il culo su una brace.
"Ci manchi" Risponde Edoardo anche per me, ma in fondo è meglio così. È sempre stato lui quello diplomatico, io potrei fare un altro casino.
"Monica non c'è" Dice soltanto, cercando di cambiare discorso.
"Basta stronzate Aurò" Non riesco a trattenermi, ma ci ho provato, lo giuro.
È che vederla così abbattuta mi fa incazzare. La donna sorridente e con la lingua biforcuta è sparita e questo mi fa sentire una merda.
Lei mi guarda, i suoi occhi sono così espressivi.
"Mi dispiace" Scuote la testa e si siede, Edo la imita. Ci ritroviamo di nuovo tutti e tre seduti attorno a un tavolo, sembra un cazzo di déjà vu, è come essere tornati indietro nel tempo.

"Sto cercando di rimettere insieme i pezzi, ma è difficile. Mio padre mi ha chiesto di tornare a casa, sto pensando che forse è meglio..." Scatto in piedi, la interrompo.
"E no cazzo, tu in quell'inferno non ci torni" Sbatto la mano sul tavolo, si spaventa. Edoardo mi tocca un braccio per fermarmi.
"Non so cosa fare, non ho più niente"
"Hai noi" È Edoardo a parlare. Continua così stronzo, perché il mio metodo non funziona.

"Non vi trascinerò nella mia merda, è una responsabilità solo mia"
Orgogliosa e testarda, una testa di cazzo.
Mi ricorda me.

"Ti ho già detto di smetterla con le stronzate, ci stai tenendo al palo come due coglioni, che intenzioni hai?" Edoardo sospira, forse si è rassegnato alla mia irruenza. Probabilmente manderò tutto a puttane, ma voglio scuoterla in qualche modo.
"No, io... Non sono queste le mie intenzioni. Voi vi amate da tutta la vita, Edoardo è cambiato e tu... Beh, tu sei tu" Mi sorride ma non mi sta prendendo in giro, sembra quasi malinconica.

"Che cazzo vorrebbe dire?" Mi volto verso Edo, ho la sensazione che si siano sentiti per tutto questo tempo.
"Lascia perdere, non è importante"
"Non è importante che hai superato le tue paure e lo rivuoi?" Aurora mi lascia di stucco, davvero, sembro uno scemo con la bocca aperta.
Ho davvero capito bene o sto avendo un deficit mentale?
Edoardo china la testa, dandomi la certezza di aver inteso bene.
Quindi quale sarebbe la splendida idea di Aurora, farsi da parte e lasciarci andare?
Torno a sedermi con un tonfo, sento che le gambe non mi reggono. Qui è tutto un cazzo di casino.

Il mio desiderio di riavere Edoardo è qui, a portata di mano, tuttavia non mi sento felice.

È colpa sua, di questa nana con le tette.
Perché vuole abbandonarmi?
"Io... Io non posso farlo senza di te"
Stavolta è Edoardo quello rimasto di stucco, probabilmente non si aspettava che avrei rinunciato a lui se non ci fosse stata anche lei.
"Ma che dici, tu hai sempre amato Edo, hai montato un casino a natale per colpa mia"
"Non è mai stata colpa tua" Dico immediatamente, perché voglio che si convinca.
"Quindi cosa vorresti fare?" Me lo chiedono entrambi, quasi all'unisono.
Ci rifletto seriamente, ma non ho abbastanza elementi per decidere. So che Edo mi ama, ma non so se cambierà di nuovo idea.
So di provare qualcosa di forte per Aurora ma non so se per lei sia lo stesso.
Non posso semplicemente dire loro di buttarci in una relazione poligama con così poche certezze.

"Facciamo un gioco" Amo la sorpresa che vedo sulle loro facce, mi diverte da morire.
"Prendi carta e penna e una ciotola, vediamo se così riuscirete a dire le cose come stanno, codardi" Li sfido apertamente e accettano subito. Una cosa che abbiamo tutti in comune è la competitività e su quella decido di puntare. Aurora prende tutto l'occorrente e torna a sedersi.
Distribuisco uno foglio a testa e spiego le regole.
"Scriveremo delle domande e le metteremo in questa ciotola..."
"È così infantile"
"Stai zitta e fammi finire"
Non ti permetterò di punzecchiarmi senza avere le risposte che mi devi.

"Tre domande a testa, scrivete e mettetele lì. Tutti risponderanno alla domanda estratta a turno"
Edoardo sbuffa, so quanto odia esporsi.
Aurora invece si mette subito a scrivere.
"Non sbirciare" Tira su il foglio e le sorrido, un po' della sua verve è tornata.
È un idea di merda, ma almeno la sta scuotendo un po'.

"Parto io"
"Perché devi partire tu, non sei il capo"
Alzo gli occhi al cielo, sarà un pomeriggio davvero impegnativo.

Con te o con nessuno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora