Elia🟠

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Quando scendiamo di casa sono le quindici inoltrate.
Mi stringo Aurora contro, mentre siamo sulla moto. Questa donna è il fuoco puro, fa uscire fuori la parte più selvaggia di me.
Asseconda le mie spinte anche quando non riesce a sopportarle, mi sfida, mi eccita oltre ogni modo possibile.
La sento appoggiare il viso sulla mia schiena, sembra tanto innocente quando la vedi vestita.

Ero partito con la megaintenzione di non scoparmela sul serio finché lei non fosse stata pronta, ma come sempre i miei buoni propositi vanno tutti a puttane.
Quegli occhi nocciola da cucciola nascondono il corpo di una tentatrice, la sua pelle bianca come il latte mi fa venire voglia di marchiarla, morderla fino a lasciarle il segno per sempre.

Arriviamo in palestra in dieci minuti, lei scende dalla moto e si toglie il casco.
Bella è riduttivo, mi sembra una bambola.
Me la tiro contro e la bacio, le nostre lingue si intrecciano subito. Sa di vaniglia e di Aurora, un sapore tutto suo che non saprei descrivere.
La schiaccio contro la moto, lei mi infila le mani nei capelli, tirata sulle punte perché è davvero un tappo di bottiglia.
"Ti amo" Mi dice e il mio cuore pompa un po' più forte.
"Anche io, non dubitare mai più"
L'ho perdonata subito, in verità, è che sono troppo orgoglioso. Ho capito che le sue insicurezze, dal suo punto di vista, sembrano sensate, eppure mi incazzo da morire quando dubita di me.
Il mio amore è sempre stato solido, una volta che mi innamoro non smetto più, è bene che lo capisca.

Entriamo in palestra e diversi occhi si girano a guardarla, mi pento immediatamente di averle detto di sì. Vorrei spaccare la faccia a metà dei presenti.
Saluto il proprietario e gli chiedo se Lorenzo è già arrivato, è una palestra piccola e ormai ci conosciamo tutti.
Mi indica un lato all'angolo del tappeto da boxeur, il mio amico ci ha preso la mano a tirare pugni.
Aurora mi segue senza dire niente, ma si guarda intorno incuriosita. È strano averla qui, in verità, ma già immagino otto posizioni diverse in cui metterla qua dentro.
Mi avvicino a Lorenzo e gli tiro una pacca potentissima sulla spalla, quello sobbalza per la sorpresa.
"Cazzo, datti una regolata con i pesi, mi stavi per slogare la spalla"

Poi vede Aurora.
Passa lo sguardo da me a lei diverse volte prima di credere ai suoi occhi.
"Esagerato" Lo punzecchio.
"Tu sei quella con le tette" Mi metto a ridere, sembra tutto scemo.

"Sì, l'ultima volta che ho controllato le avevo ancora"
"Confermo"
Lei cerca di schiaffeggiarmi ma è troppo bassa, così la prendo in braccio.

"Ecco, ora puoi picchiarmi"
Non si tira certo indietro, mi dà uno schiaffo in testa.
"Coglione"
"Nana"
La rimetto giù.

Lorenzo ci sta guardando a bocca aperta, sembra uno stoccafisso, poi cambia espressione.

"Ahia, guai in arrivo"
Mi volto e vedo Alberto, cazzo, non era previsto.
Aurora segue il mio sguardo e lo vede, spero di non essermi appena ficcato in una situazione di merda delle mie.

"Ciao, tu devi essere il buco nuovo" Si rivolge direttamente a lei, fa finta di non avermi visto. Nel suo sguardo vedo solo odio e ira.
Mi sale immediatamente il sangue al cervello ma lei mi precede.
"Tu devi essere quello consumato, invece"
Cazzo, io amo questa ragazza.
Lorenzo mima una bomba appena esplosa, io sono solo orgoglioso della mia donna.
"Non fare la spocchiosa, questo bastardo non ama nemmeno se stesso"
"Tu non sai un cazzo di lui"
La piccoletta si sta arrabbiando, cerco di portarla via ma resta fissa come un chiodo.

"Ascoltami bene, patata con il ciuffo di Elvis"
Lorenzo scoppia a ridere a bocca aperta, penso si sia appena pentito della sua scelta ricaduta su Sara, quella sera.
"Se ti avvicini a lui, se lo guardi o se solo ti azzardi a parlargli riempio la città di manifesti con il tuo numero di telefono e la foto di un cazzo grosso come il mezzo neurone che ti è rimasto dopo tutti questi steroidi"

Sono senza parole, giuro su Dio. Lorenzo è nella mia indentica situazione. Non riesco a trattenermi, mi metto a ridere senza contegno. Alcune teste si girano dalla nostra parte, incuriositi da quel battibecco.
Alberto va via senza dire più un cazzo, deve averlo steso emotivamente.
"Sei tanto piccola quanto agguerrita"
"Stai zitto tu, l'hai infilato in talmente tanti posti che questo è solo il primo di una marea di stronzi che dovrò affrontare"

Quando si arrabbia mi fa impazzire, se non avessi un minimo di pudore l'avrei già stesa e scopata sul ring dietro di noi.

Decido di farla sfogare un po' con i pesi, non è molto forte ma è parecchio coordinata, cosa che ho notato già stamattina sotto le coperte.
In questo momento sta facendo una serie di squat, sudata come una capra.
Si abbassa lentamente, il suo culo già di per sé sodo quasi impenna a ogni affondo, mi sto eccitando come un animale.
Le metto le mani sulla vita, accompagnando il suo movimento.
"Sei proprio brava a farmi arrapare"
Arrossisce all'istante, guardandomi dallo specchio enorme di fronte a lei.
È tutta rossa per lo sforzo, le tengo il bilanciere ma non distolgo lo sguardo dal suo, attraverso lo specchio.

"Ho una voglia matta di prenderti proprio qui, davanti a tutti"
"Come se avessi il coraggio"

Il gioco del come se è un arma a doppio taglio se fatto con lei, ormai ne sono consapevole.
Decido di giocare la carta del figlio di puttana.
Poggio il bilanciere senza pesi per terra, nel rialzarmi le do un morso sul culo.
Quando mi metto dritto mi appoggio contro di lei, che sente immediatamente la mia eccitazione.
Con una mano sotto il collo le alzo la testa, voglio che mi guardi bene.
"Non provocarmi, non lo sai quanto posso diventare osceno"
Le lecco il lobo dell'orecchio, il suo sapore è salato.
Scendo con l'altra mano sulla sua pancia, mi fermo poco prima dell'elastico dei leggings.
"Sfidami" Il suo sguardo non lascia il mio nemmeno per un istante.

"N-no" La sua voce è arrochita dal desiderio, mi sento quasi un pervertito. Quasi.

"Seguimi"

Mi scosto da lei, facendomi seguire fino agli spogliatoi. Do pugni su ogni porta, finché non sono certo che siamo soli.
La prendo per la vita e la trascino sotto la prima doccia, schiacciandola contro la parete.
"Non te l'hanno insegnato che se giochi con il fuoco poi ti scotti?"
Decido di farle uno scherzo, per raffreddare i bollenti spiriti.
Apro la leva dell'acqua fredda, saltando fuori dalla doccia appena in tempo.
Lei urla per la sorpresa.
"Bastardo!" Si toglie i capelli fradici dal viso, forse non è stata del tutto una bella idea perché ora i vestiti le si attaccano addosso. Ha i capezzoli induriti dal freddo, glieli strapperei a morsi.

"Gioca solo se hai le carte vincenti"
E forse lo dico più a me stesso che a lei.

Con te o con nessuno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora