Elia

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Non è ancora tornato.
Sto cominciando a incazzarmi. Sono a casa dei nostri genitori da stamattina e non si è fatto vedere manco per sbaglio.
Lo odio.

Che cazzo sta facendo di tanto importante? È per quel catering di merda?
Conoscendolo potrebbe anche darsi, visto quanto impegno ci mette per essere visto dal padre.
Quando capirà che Sebastiano sarà anche un grande imprenditore ma come essere umano non vale un cazzo?

Ah, anche mia madre è cieca, non capisco come facciano ad amare un figlio di puttana del genere.

Mi accascio sul divano della grande villa Stasiani, pomposa fino alla cazzo di nausea.
Per dispetto appoggio le scarpe sporche sul basso tavolino in vetro del salone, anche se sono consapevole che l'unica rottura sarà per la domestica.
Odio questo posto, odio come mi fa sentire. Non capisco nemmeno perché Edoardo abbia deciso di tornare in questa gabbia di merda.

Distendo la schiena e cerco di rilassarmi, dovrei andarmene ma non riesco a farlo senza sapere se lui sta bene.
Ho passato l'intero pomeriggio con Sebastiano, promettendogli solennemente che sarò presente alla pagliacciata del ventiquattro... Che bastardo...

Flashback

"Oh, Elì, che ti hanno detto in presidenza?"
Edo mi segue a passo svelto ma ha l'affanno, così rallento per affiancarlo, anche se sono incazzato nero.

"Sospeso fra', come al solito. Però quel coglione di quinta può tirarmi i pallini di carta addosso senza conseg..." Finisco la frase urlando. Edoardo mi mette una mano sulla bocca e si porta un dito sulle labbra, come a dire di stare zitto.

"Vuoi avere altri casini? Cazzo hai la merda in testa!"
Sorrido, con ancora la sua mano sulla bocca. È davvero tenero quando si preoccupa per me.

Stiamo insieme da tre mesi, ufficialmente. Ufficiosamente invece, lo amo da quando ne ho memoria.

Lo strattono fino al bagno del secondo piano, quello sempre deserto perché i fattoni lo usano per le canne.
Lo sbatto al muro senza troppe cerimonie, in fondo so che gli piace così.
E anche a me.

Gli tiro i capelli sulla nuca e vedo il suo sguardo farsi liquido, un po' per l'eccitazione e un po' per il dolore che gli sto procurando.
Ma anche questo gli piace.

"La prossima volta ficcami la lingua in gola se vuoi farmi stare davvero zitto"
Lo bacio con la solita possessività, perché una vita senza di lui è inconcepibile e deve saperlo.
"Ecco, così" Lo schernisco, con quel ghigno soddisfatto che tanto odia.

"Lo sai, quando fai quella smorfia di merda ti si forma una fossetta proprio qui" Infila l'indice nel buco sulla mia guancia, assorto.

"Io ti amo" Gli confesso per la prima volta.
Che liberazione, cazzo. Avrei dovuto dirglielo il primo secondo che l'ho conosciuto.
Lui sgrana gli occhi e apre la bocca, sembra un idiota.
Gli rido in faccia e poi affondo le dita in quei capelli morbidi e chiari.

"Mi hai fatto eccitare, prenditi la responsabilità di questo" Indico i miei pantaloni e sussulta, penso proprio che sia vergine.

Lui è titubante, ma mi slaccia il primo bottone del pantalone, io mi sento già oltre. Appoggio le mani sulle piastrelle dietro la sua testa, così da fargli capire che con me è al sicuro, può guidare lui.
Lo tira fuori e me lo stringe, quasi me lo strozza.

"Ohi, piano" È nervoso, la sua mano è sudata. Affondo il naso nel suo collo e inspiro forte, l'odore della sua pelle è fottutamente eccitante. Sussulta di nuovo quando lo sente ingrandirsi nella sua mano.
Comincia a fare su e giù e in qualche modo anche se scoordinata la trovo la sega migliore della mia vita.

"Anche tu" Lo invito, appoggiando la fronte contro la sua.
Glielo tiro fuori e lo affianco al mio, pompandoli insieme. I suoi gemiti riempiono questa stanza di merda, che ora mi sembra una gran reggia, i nostri fiati si fondono, le labbra si cercano... Ci basta davvero poco per venire insieme, data la poca esperienza.

"Tu sei mio" Gli dico alla fine.

"Anche tu" Mi risponde lui.



Mi sveglio di soprassalto, cazzo, maledetti ricordi.
Sono passati anni, ormai ne ho trentuno suonati, ma ancora ricordo ogni singolo dettaglio di quando andavamo a scuola insieme. Le corse per arrivare in orario, i compiti sottobanco anche se ero più grande di due anni, le scopate veloci in qualche angolo nascosto, i baci rubati, quei ti amo sussurrati che a ripensarci ancora mi vengono i brividi.

L'ho amato.
Di quell'amore folle che non si trova più, quello prepotente, che sceglie al posto tuo.
Quello che fa terra bruciata attorno a te, ti consuma e ti strappa la carne.
L'ho amato e lo amo ancora, non c'è giorno che non mi penta di essermi arreso.
Ma non potevo amare per due.
L'ho amato quando mi ha abbandonato, quando mi ha distrutto e forse il mio cuore non si rassegnerà mai.
Perché una parte di me sarà sempre sua, appartiene a lui e lui soltanto può restituirmela.

Mi decido a uscire da quella casa, salendo sulla mia moto. Sto girando sul retro quando sento la sua auto, ormai la riconosco dal suono del motore.
Non so perché, ma mi nascondo. È come se stessi rubando un momento solo suo e questo in qualche modo mi eccita.

Lo vedo stanco, smagrito, è molto buio ma è palesemente felice per qualcosa.
Il suo telefono squilla, si ferma a metà vialetto per rispondere.

"Oh sì, hai ragione! Non importa davvero, me lo ridarai la prossima volta. Cosa? Certo io- no, no, sono sicuro di no"
Ora sta ascoltando, sorride, quanto cazzo è bello questo figlio di puttana.

Stringo i pugni, corroso dalla gelosia, cercando di capire chi cazzo è che chiama il mio uomo a quest'ora.

"Comunque mi dispiace per averti baciata così, non avrei dovuto, o meglio, sarebbe stato meglio aspettare un altro po', non voglio spaventarti"
Si gratta la nuca, lo fa sempre quando è in imbarazzo, io vorrei solo spaccargli la faccia e rovinare quel bel viso. Prendo un grosso respiro, che faccia farebbe se gli comparissi adesso davanti? Se prendessi quel cellulare e lo triturassi sotto le scarpe? Se lo prendessi lì sulla ghiaia, per strada, facendo accorrere i vicini per le troppe urla?

Che cosa farebbe Sebastiano se da dentro la villa sentisse suo figlio godere sotto di me? In quanti altri modi mi odierebbe?

"Certo, tranquilla, ti chiamo io quando ne saprò di più... Buonanotte"

Una donna?

Riaggancia, si passa una mano nei capelli chiari e sorride, sorride come un ebete che si sta innamorando.
Sento il mio cuore creparsi, l'ennesimo dolore inflitto da questo bastardo senza anima.

Mi si affacciano le lacrime agli occhi ma alzo la testa e le ricaccio indietro, non permetterò a me stesso di crollare, non più.

Con te o con nessuno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora