Elia

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Sono geloso, possessivo.
Questa pessima abitudine mi fa scattare come un leone ogni volta che si attiva.
Le mani di quel ragazzino sulla mia donna mi hanno fulminato le sinapsi, non ci ho capito più un cazzo.
Aurora e Monica sono fuori in balcone a parlare, Edoardo sta facendo lo scemo con i due bambini in cucina. Io sono seduto sul divano, a scrutare lei.

So che ha capito cosa ho provato in quel momento, l'ho letto nei suoi occhi mentre mi stringeva. Avrei voluto prenderla e trascinarla nella prima camera da letto, Dio solo sa quanto mi sia trattenuto.
Lei non è Edoardo e non lo sarà mai, sono due persone completamente diverse, ma sento di volerle entrambe.
Aurora è quel nodo stretto che ci tiene insieme, lo sento chiaramente. È che lei riesce ad arrivare dove né io né Edo possiamo. La sua dolcezza unica, la sua empatia, tutto di lei mi spinge a credere che solo in tre potremmo funzionare.

La bambina è riuscita anche a convincerla a ricostruire il suo sogno, farò di tutto purché non cambi idea. Voglio rivedere quel sorriso bellissimo, quella gioia di vivere delle piccole cose della vita. Per quanto ora stia meglio rispetto a quando l'ho vista sull'uscio, riesco a percepire quanto sia stanca di lottare.
Mi alzo dal divano e la raggiungo, abbracciandola di spalle.
"Mi manchi"
Con lei riesco anche a esprimere un po' i miei sentimenti senza sentirmi un idiota.
Non mi dice che ci siamo visti due secondi fa, non lo dà per scontato. Stringe le braccia sulle mie, rilassandosi sul mio petto.
Monica capisce l'antifona e torna in casa, il vento freddo di inizio Febbraio la fa rabbrividire, del resto ha solo quella maglia di merda addosso.

"Pensi che potrebbe funzionare?"
Si riferisce a noi tre, ma non so cosa risponderle, perché non ne ho la certezza nemmeno io.
"Non lo sapremo mai se non ci proviamo"
Annuisce e sorride verso l'orizzonte. Il sole sta tramontando e i suoi capelli si riempiono di sfumature di rosso, è semplicemente stupenda.
"Edoardo è cambiato"
Ridacchio poggiando la testa nel suo collo, inspiro forte.
"Lo spero per lui" So cosa vuole da me, una risposta. Ma non so se fidarmi ancora di lui.
Non so se il mio cuore riuscirebbe a reggere un altra batosta del genere.
"Quando ami immensamente qualcuno fa paura, non è vero?" Volto il viso verso di lei, che si ostina a guardare il tramonto.
Annuisco, non ho il coraggio di parlare.
Non è mai stato facile per me parlare di sentimenti, sin da piccolo ho dovuto rinchiudere il mio dolore a doppia mandata. Non potevo piangere se la mamma veniva riempita di botte perché quel bastardo di padre che mi ritrovo l'avrebbe picchiata più forte se avessi urlato e piagnucolato.
Dopo così tanti anni di abusi mi sono abituato a soffocare le mie lacrime e le mie urla nel cuscino, a chiudere i miei sentimenti.

Quando poi ho conosciuto Edoardo ho scoperto cosa fosse l'amore e mi ci sono buttato a capofitto. Le sue paure però hanno fatto crollare ogni mia speranza, ma parte della colpa è mia, non posso fingere che non sia così. Non ho mai avuto abbastanza empatia per capirlo, per fargli comprendere che l'avrei protetto da ogni malelingua.
Semplicemente mi arrabbiavo se si nascondeva, perché mi faceva sentire sporco.

"Elia, penso di amarti"
Interrompe il corso dei miei pensieri così, la splendida donna che stringo tra le braccia.
Non le rispondo, non riesco, il respiro mi si è mozzato in gola.
È piuttosto difficile per me riuscire a dire del tutto come mi sento, è qualcosa su cui dovrò lavorare ancora a lungo.
Cerco di trasmetterle il mio amore stringendola più forte e baciandola, sperando ardentemente che le basti, almeno per il momento.

Quando torniamo dentro gli occhi verdi di Edoardo sono puntati su di noi, probabilmente ci ha guardati per tutto il tempo.
Sono ancora reticente, ma il mio cuore non ha mai dubitato: lo amo e lo amerò sempre, malgrado tutto il male che mi ha fatto.
Prendo la mano di Aurora e ne bacio il palmo, poi le do una pacca sul culo che la fa sobbalzare.
"Sei il solito idiota!"
Sara si mette a ridere, mentre con riluttanza mi decido a lasciarla ai suoi amici, prendendo Edoardo da parte.
"Stai bene?"
La domanda che questo stronzo predilige in assoluto.
Mi passo una mano nei capelli, però poi annuisco. È tutto un fottuto casino.

"Senza Aurora questa cosa non può esistere, vorrei che fosse bello chiaro"
Lo amo, ma non mi fido più di lui.

"Lo so, vale lo stesso per me"
Gestire Edoardo Stasiani non è cosa facile, l'ho capito dal primo momento.
Quando ancora adolescente preferiva farsi le seghe in bagno piuttosto che ammettere la sua sessualità.
Non è stato nemmeno tanto facile vederlo andare con delle donne, quando ancora non accettava la sua natura.

L'ho amato dal primo istante della mia vita e lui mi ha pugnalato in talmente tanti modi...

"Non capisco una cosa però: Ti fa ancora paura il giudizio della gente? Se una relazione gay con tuo fratello era aberrante la poligamia è una roba davvero poco accettata. Cosa è cambiato?"
Sono settimane che me lo chiedo, ancora prima, da natale.
"Non voglio più vivere come un codardo, quando siete entrati entrambi in quel ristorante mentre andava a fuoco io..." Prende una pausa, perché gli si strozza la voce. Vedo le lacrime nei suoi occhi e capisco immediatamente.
"Ho avuto il terrore di perdervi, la paura fottuta di non essere riuscito a capire in tempo quanto prezioso sia stato il tempo con voi. Siete tutto per me, questo mese è stato un inferno" Si asciuga gli occhi con una mano, il suo dolore è quasi percepibile.

Lo prendo per la nuca e me lo stringo al petto, il mio Edoardo con i sentimenti irraggiungibili.
"Ti amo così tanto, mi dispiace per tutto, te lo giuro. Non posso vivere senza di te"
Lo so, perché per me è lo stesso.
Tuttavia non glielo dico, non mi sento pronto.
Così come con Aurora resto zitto a stringerlo, il suo corpo si rilassa contro il mio.
"Troveremo un modo per far funzionare le cose, te lo prometto"
E ancora una volta sono costretto ad arrendermi a lui, al sentimento che ci lega.

Con te o con nessuno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora