4. EUKENDA

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(Questo capitolo è dedicato ad una persona speciale che mi legge e che io leggo, che mi da consigli e a cui io do consigli, insomma una persona con cui ho uno scambio davvero bello e spero anche duraturo).

Essere il Kreukishes è faticoso fisicamente, impegnativo mentalmente e tuttavia fonte di soddisfazioni e gioie. Grazie al sostegno dei 12 Priftes finora non ho commesso errori significativi. Mi impegno molto e cerco di prendere decisioni ponderate. 

Il Keshillis (Concilio dei 13) si riunisce solo una volta al mese, ma io cerco di confrontarmi con gli anziani tutte le volte che ho un dubbio o una decisione importante da prendere.

Sono passati 6 mesi dalla morte di Ximenciur, sono nel mio studio, bussano alla porta, dico di entrare. Uno dei 12 Priftes (Sacerdoti) entra nella stanza, ha con sé una bambina di circa 10 anni. Che cosa insolita portare qui una bambina...

L'anziano Prift (sacerdote) mi spiega la situazione.

- "La bambina è figlia di una Priftereshe (Sacerdotessa). È stata affidata ad una famiglia alla nascita, ma entrambi i genitori adottivi sono di recente morti in un incendio. Lei si è salvata per intervento divino, non si può spiegare in altro modo la sua sopravvivenza. Io mi trovavo da quelle parti e mi hanno raccontato che nessuno si spiega come abbia fatto a scampare alle fiamme senza riportare neanche una scottatura."

Mi avvicino alla diàli (bambina), è impaurita ma fiera, non si nasconde dietro l'anziano ma tiene lo sguardo a terra. Sollevo il suo viso dal mento con la mia mano sinistra e la guardo bene. Ha dei lineamenti familiari, mi ricorda vagamente Kalaja, ma ha dei tratti leggermente più duri e sguardo fiero come il mio alla sua età. Per quanto ne so potrebbe anche essere mia figlia, concepita durante una delle orge rituali del Vièshtesol. Forse durante il primo o secondo anno che ero inesperto di certe faccende.

- "Hai paura di me, diali protetta dai Rendis?" (le chiedo con quanta più dolcezza possibile)

- "No, Zoteri, non ho paura, ma ho fame e sete." (La sua schiettezza mi mette di buon umore)

- "Ti faccio subito portare qualcosa da mangiare e da bere."

Vado verso la porta, la apro, chiamo un servitore e gli ordino:

- "Porta subito qualcosa da mangiare e da bere, qualcosa di semplice per una diàli. Pane e formaggio andranno benissimo." 

Chiudo la porta e torno dai 2 ospiti. Li invito a sedersi sul sofà. Mi rivolgo al Prift.

- "Cosa si fa in questi casi? Cosa prevede la legge?"

- "Zoteri, di solito si cerca un'altra famiglia a cui affidarla."

- "E come mai non è stato già fatto?"

- "La diàli non vuole un'altra famiglia, ha espressamente chiesto di parlare con voi. Visto che è protetta dai Rendis, ho pensato che era giusto accontentarla."

Guardo la bambina alzando il sopracciglio destro, gesto che compio quando sono contrariato o pensieroso.

- "Come ti chiami diàli? Il mio nome è Sephrot, ma non puoi chiamarmi per nome."

- "Il mio nome è Eukenda, Zoteri. So bene che non posso chiamarvi per nome. So anche che Sephrot è il vostro nome, tutti lo conoscono nella Kòmbis."

Mi sorride quando pronuncia il suo nome e qualcosa dentro di me si scioglie. Mi viene l'istinto di abbracciarla e tenerla sempre con me. Come se in una notte buia all'improvviso comparisse la luna e illuminasse tutto scacciando per sempre le tenebre. Senza neanche pensarci mi rivolgo al Prift con fermezza per nascondere la mia commozione.

- "Non serve cercare un'altra famiglia, Eukenda resterà con me. La stèpi Kreukishes è abbastanza grande e io ho fondi personali sufficienti per mantenerla."

Il Priftes sembra contrariato e in imbarazzo.

- "Zoteri, è una cosa molto insolita. Nessun Kreukishes finora ha cresciuto in casa propria una diàli..."

- "C'è sempre una prima volta per tutto, no?"

- "Ma tutti i vostri impegni non vi lasceranno il tempo e le energie per dedicarvi all'educazione di una diàli."

Guardo Eukenda negli occhi con un mezzo sorriso.

- "Vuoi venire a vivere nella mia Stèpi con me?"

Lei dice di sì, ne è felice, il suo viso si illumina e con uno slancio mi si avvicina e mi abbraccia. Era quello che desiderava, me lo confessa all'orecchio. Anch'io lo desidero. Le annuso i capelli, sanno un pò di selvatico ma insieme di puro, incontaminato, innocente. Il suo calore mi riscalda il cuore, come se finora fosse stato ricoperto di ghiaccio. 

Congedo il Prift, voglio restare da solo con Eukenda.

- "Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e per questo dono." (Indico Eukenda con la mano)

Lui ha in viso un'espressione mista di stupore e rabbia. Gli sorrido e lo invito ad uscire. Apre la porta e se va a capo chino. Lo sento borbottare qualcosa di indistinto a cui non do nessun peso. Mentre lui esce entra il servo che porta cibo e acqua. Poggia tutto sul tavolino davanti al sofà ed esce facendo un inchino. Lo ringrazio. Invito Eukenda a mangiare. Sembra timida adesso. Mi siedo accanto a lei. Inizia a mangiare. Mi sorride come se stessa mangiando il cino più buono di tutta la sua vita. 'E felice lo sento. Sono felice anch'io. 

Mangia tutto ciò che le è stato messo davanti. Mi alzo, prendo la sua mano e la conduco fuori da mio studio, voglio portarla subito nella mia stèpi. Se non avrò molto tempo da dedicarle di sicuro Dashrua si occuperà volentieri di lei.

Mentre camminiamo mano nella mano per le vie della Kytèti (città) mi sento felice, come se un vuoto che ignoravo fosse stato appena colmato. Questo provano i padri portando a passeggio le figlie? Ecco perchè la chiamano "Grande rinuncia dei Priftes", perchè si rinuncia ad una gioia immensa in nome dell'amore per il nièzerit (popolo).

EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora