Due giorni sono stati necessari per compier tutti i preparativi per il viaggio. Di prima mattina il carro è già stato caricato. Quattro guardie armate di tutto il necessario e in groppa ai loro cavalli sono pronte a scortarci. Finiamo di fare colazione e partiamo. Saliamo sui nostri cavalli e ci muoviamo, arriveremo nel pomeriggio se non incontriamo alcun ostacolo lungo il cammino.
Il viaggio è tranquillo, facciamo solo tre brevi soste e arriviamo in vista della piccola isola quando il sole non ha ancora finito il suo percorso nel cielo. I nostri effetti personali, sacche e borse vengono caricate su una imbarcazione che ci traghetterà a Mothia.
Il nocchiere è un uomo anziano che mi riconosce e mi saluta affettuosamente. Mi chiede come mai manco dall'ishulin da così tanto tempo.
– "I miei doveri a Segesta mi hanno impedito negli ultimi anni di fare viaggi."
In realtà non c'è stata necessità di recarmi in questo luogo finora. Il cielo inizia a colorarsi di rosso, è quasi il tramonto. Mi stringo in mezzo ad Ilush e Androsh e ci godiamo la magnificenza di questo momento di armonia. La traversata dura parecchi minuti, visto che sono solo in 4 a remare e noi passeggeri siamo 7.
Finalmente approdiamo e scendiamo dall'imbarcazione. Tre sacerdoti Elimi che conosco ci aspettano alla fine del molo. Ci accolgono con grandi abbracci ed esprimono la loro nostalgia per il tanto tempo intercorso dall'ultima volta che ci siamo visti. Ci scortano nei nostri alloggi che si trovano nei pressi del tempio principale che si erge al centro di Mothia.
Ilush è estasiato nel vedere luoghi nuovi, il suo sguardo attento vaga in tutte le direzioni per non perdersi neanche un dettaglio. Arriviamo nella piazza circolare che è posta davanti al tempio, con al centro l'altare di pietra dei sacrifici. Somiglia molto al tophet di Eriks.
Senza indugare oltre ci rechiamo nelle camere che ci sono state assegnate per ripulirci e mangiare. La cena ci verrà servita su un grande tavolo che si trova al centro delle 2 camere da letto, ho richiesto che non ci sia niente di sfarzoso, cibo semplice e frugale come vuole la tradizione prima dei riti che si compiranno domani. La vasca per il bagno si trova in un'altra stanza. Lo facciamo tutti e tre insieme perché è molto grande. Tre giovani servi si occupano di noi. Dopo il bagno ci fanno distendere su dei lettini per farci un massaggio con oli balsamici e toglierci di dosso la stanchezza del viaggio. Belli i privilegi del Kreukishes. Finito il massaggio, mangiamo velocemente e ci mettiamo a letto. Io con Ilush, Androsh da solo, anche se vorrebbe dormire con noi, dice per stare più tranquilli.
Crollo subito in un sonno senza sogni. Allontanarmi da Segesta alleggerisce i pensieri e le preoccupazioni, anche la stanchezza svanisce. La mattina mi sveglio riposato e sereno, guardo Ilush che mi sorride, nei suoi occhi trovo sempre la luce. Ha fame e anch'io. Ci alziamo per fare colazione. Androsh è già a tavola che mangia di gusto. Ho quasi dimenticato la priftèzi (profezia) e tutto il resto, e mi sembra di essere tornato alla vita felice di prima.
Ridiamo e scherziamo insieme. Ma è solo una breve pausa. I miei doveri mi reclamano, un servo mi avvisa che il rito è stato fissato tra un'ora, lui mi accompagnerà nel luogo preposto. Vado in camera a prepararmi. Ilush ed Androsh invece faranno un giro in città e ci vedremo nel pomeriggio.
Con l'aiuto del giovane schiavo indosso la tunica che è stata preparata per me, i gioielli, il mantello, le fibbie, gli anelli, bracciali e infine la tiara. Mi guardo nello specchio per un ultimo controllo, Ilush è alle mie spalle e sorride, gli piace vedermi con indosso i miei paramenti sacri. Gli sorrido. È ora di andare, lo schiavo mi precede e mi fa strada. Imbraccio il mantello per evitare che tocchi per terra e si sporchi lungo il tragitto.
Il percorso è breve, arriviamo velocemente in una sala interna al tempio, abbastanza buia e spoglia, solo tre bracieri disposti a triangolo rischiarano l'oscurità. Non si tratta di un rito pubblico, è riservato solo a noi, come se fosse segreto. Gli altri sacerdoti sono già in cerchio intorno all'altare. Appena mi avvicino anch'io sento un brivido che mi pervade tutto il corpo dai piedi alla testa, ho un brutto presentimento: non otterremo buoni auspici. Mi guardo intorno per vedere se qualcuno ha notato ciò che mi è successo. Nessuno si è accorto di nulla. Tengo per me la mia sensazione negativa, e spero di sbagliarmi. I sacerdoti intorno all'altare sono dodici ed io sono il tredicesimo, come vuole la tradizione. Intoniamo le invocazioni e i canti rituali dopo che tutti hanno preso il loro posto nel cerchio. Ognuno reca la sua offerta. Io sacrificherò un capretto dal manto candido. Eseguiamo le offerte nel solito ordine. Si inizia col vino rosso, i semi e i vari animali. Infine tocca a me. Il cucciolo viene posto sulla pietra. Mi guarda come gli honomàze dell'equinozio. Stringo nelle mie mani il pugnale, lo alzo al cielo, ripeto l'invocazione e affondo la lama nel corpo dell'animale. Il sangue che ne esce non è rosso. È scuro. Cala il silenzio. Il mio triste presagio è confermato. Sono pietrificato. Lacrime incontrollate segnano il mio viso. Abbondante vino bianco viene versato dagli altri sacerdoti sull'altare come a cancellare il sangue nero. Poi viene portato un otre con dentro sale che viene prodotto nelle vicinanze ed è quindi abbondante. Me ne consegnano una ciotola ricolma. Ne prendo una manciata e lo verso sull'altare. Le mani degli altri sacerdoti lo spargono sull'altare ripetendo le parole sacre. Ripetiamo il rito per 12 volte, finché tutto il sale non è finito. Poi altro vino bianco viene versato per ripulire tutto. Il rito è concluso. Nessuno sembra turbato dal cattivo presagio del sangue scuro del capretto. I 12 sacerdoti mi si stringono intorno come a volermi consolare. Vengono portate delle ciotole con dentro acqua per lavarci le mani. Le immergo entrambe e tolgo via il sangue e il sale che brucia, evidentemente avevo qualche ferita.
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EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)
FantasiNel 1999 due ragazzi sono in gita a Segesta, Aurelio si allontana dall'amico Giulio e all'alzarsi di una strana nebbia viene sbalzato indietro nel tempo. Si ritrova nello stesso luogo ma parecchi secoli prima, nel 509 a.C. Vive una vita di 20 anni t...