11. ORGAI (L'ORGIA)

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I Priftes, i cittadini, gli Honomàze e tutti gli altri sono in attesa. Guardo i loro visi di imbrattati da sangue innocente, il segno dell'Ishènte Trishès. Sono tutti in trepidante attesa, sento i loro occhi su di me, devo dare un nuovo segnale ai servitori. Alzo la mano destra al cielo, ripeto l'invocazione.

- "Lèvda Rendis, Lèvda Ishènte Trishès, thirràs iugàia mbrotèsh." (Lode agli Dei, lode alla sacra triade, invochiamo la vostra protezione)

Abbasso il braccio. 4 sherbetòr (servi) portano 2 botti di vino speciale, sui bracieri vengono gettate delle erbe che emettono un fumo denso quasi bianco che riempe l'aria quasi come una nebbia.

Tutti hanno una coppa in mano che viene riempita col vino speziato. Il primo calice ad essere riempito è il mio, quello del Kreukishes. Quando tutti hanno ricevuto il vino, alziamo le coppe al cielo verso l'altare, ripetiamo all'unisono l'invocazione ai Rendis questa volta in modo più esteso.

- "Lèvda Ishènte Trishès (lode alla sacra triade). Lèvda (lode) El, babàs (padre) dei Rendis e degli uomini. Lèvda Baal, Dialis (figlio) di El, Zoteri (signore) dei cieli e delle tempeste. Lèvda Ishtar, Gruaja (moglie)di Baal, nènas (madre)di tutte le cose, Zonja (signora) della vita e dell'amore. Ché la Ishènte Trishès possa incarnarsi nei nostri corpi e godere dei piaceri terreni, affinché la pace scenda sulle Zamiliètes devote, i raccolti siano abbondanti, i figli crescano sani, e sereni gli anziani possano incanutire."

Beviamo tutto il vino in un sorso. È un vino liquoroso molto forte, arricchito con erbe che hanno il potere di far cadere i freni inibitori. Forse dovrei far finta di berlo, ma lo mando giù tutto nella speranza di poter dimenticare velocemente, non ho nessuna intenzione di perdere il controllo delle mie azioni, ma sono certo che un solo bicchiere non mi farà alcun effetto. Coloro che mi circondano invece sono già alterati da quanto hanno bevuto e mangiato al banchetto.

Li guardo in faccia uno ad uno, sono frementi, non vedono l'ora che io dia l'ultimo segnale. Sembra una corda di cavalli, loro fermi ai blocchi di partenza, io fermo con la bandiera in mano per dare il via alla sfida. Mi prendo il mio tempo con sadico piacere. Mentre loro sono già in preda ai più bassi istinti, io mi sono mantenuto lucido e posso osservare come Circe il loro trasformarsi in porci.

Il servo mi porta il quadrato di seta e la boccetta di profumo. Molto lentamente tolgo il tappo e verso tre gocce.

- "Per El, per Baal e per Ishtar, che possano proteggerci, che possano incarnarsi in noi."

I servi intorno a noi hanno imbracciato i loro strumenti, principalmente tamburi e flauti. Anche loro aspettano il mio segnale. Alzo il fazzoletto stendendo la mano verso il cielo guardo in alto e ripeto l'invocazione agli dei.

- "Lèvda Ishente Trihsès (Lode alla Sacra Triade), El, Baal, Ishtar, che possano incarnarsi nei nostri corpi e godere dei piaceri terreni".

Sventolo il lembo di stoffa in aria e il profumo si diffonde. La musica inizia subito vorticosa. Tutti iniziano a ballare in cerchio. Io indietreggio, esco dal cerchio sacro. Cantano, urlano e iniziano a togliersi i vestiti, alcuni se li strappano tanta è la smania di piacere. Nudi ballano. Girano intorno alla stele Sacra in modo forsennato. La musica incalza sempre più forte. Io ho versato altre tre gocce di profumo sulla stoffa che ho in mano. Devo dare un altro segnale. Anche sta volta mi fermo ad osservare la loro animalità. Dolci bestioline in preda agli istinti più bassi. Chi mai direbbe vedendovi adesso che ricoprite le più alte cariche della Kòmbis e siete le persone più ricche e potenti di questa parte del mediterraneo.

Alzo di nuovo il fazzoletto al cielo. La musica continua a ritmo sostenuto, tutti mi guardano. L'aria sembra immobinle. Sento di tenere in mano i fili delle loro vite come le Moire. I loro sguardi allucinati aspettano il nuovo segnale. Essere l'unico sobrio in mezzo ad una folla di ubriachi mi dà delle strane sensazioni. Adesso ho un po' paura. Meglio dare il via, che l'orgia cominci.

Sventolo il fazzoletto impregnato di profumo, uomini e donne si uniscono, si avvinghiano liberamente senza nessuna inibizione, sembra un groviglio di lombrichi. Non si percepisce più dov'è l'inizio di uno o dell'altro corpo.

La tradizione vuole che il gran sacerdote si unisca all'orgia e benedica col suo corpo almeno 3 giovani non importa se maschi o femmine, lanciando su di loro il suo seme. Non sono sicuro che riuscirò a farlo, ma anche se non ci riuscissi mi basterà fingere. Sono tutti talmente alterati da non capire più nulla e soprattutto nessuno ricorderà niente domani.

Cerco nella mischia di riconoscere i corpi, vedo Potresh e Kalaja vicini alla stele del sacrificio avvinti e in estasi. Sembrano un tutt'uno, come quegli alberi su cui si arrampica l'edera dove non si distingue più l'uno dall'altro. Non si curano degli altri che stanno in torno, sembra che vogliano stare da soli, ma non è possibile. Un giovane si avvicina a Potresh e lo accarezza da dietro. Poi arriva anche una ragazza che si mette dietro Kalaja, le bacia il collo scostandole i capelli. In fondo c'è anche della bellezza in tutto questo groviglio primordiale. Poco più in là quelli più avanti cogli anni non sono proprio un bello spettacolo, ma in fondo fanno anche loro parte della scena. La luce non esiste senza l'oscurità e la bellezza senza l'orrore.

Dove sarà finito Androsh, mi domando. Non faccio neanche in tempo a finire questo pensiero che ho addosso i suoi occhi, è davanti a me nudo, eretto con ai suoi piedi 3 ragazze e 2 ragazzi, chi lo bacia, chi lo accarezza e chi lo lecca o succhia, davanti, dietro e ai lati.

Il suo membro scompare nelle bocche di quelli che ha intorno, se lo contendono, a buon diritto. È un groviglio armonico devo ammetterlo, che esprime una straordinaria bellezza che sa di arte, arte che non potrebbe mai essere mostrata in pubblico, ma sicuramente potrebbe stare in qualche abitazione privata.

Mi sta guardando e i suoi occhi sembrano dire mille parole che non oso neanche immaginare. Capisco chiaramente che vorrebbe che io mi unissi a loro, che li benedicessi col mio seme, cosa che dovrei fare, fa parte dei miei doveri di Kreukishes. Ma la mia testa è altrove, turbata da troppi pensieri contrastanti.

Sono così cambiato negli ultimi anni, prima ero come lui e forse anche peggio. Ricordo che avevo intorno a me almeno una decina, tra giovani e anziani, uomini e donne, perché in quei momenti non fa differenza chi ti dà piacere. Ero il primo a spogliarmi e l'ultimo ad andare via all'alba. Allora ero un semplice Honomaze, ora sono il Kreukishes, sono cresciuto, non ho più l'urgenza del corpo, ho saziato i miei appetiti più e più volte, ho realizzato le mie fantasie, quello che mi manca, quello che desidero sta altrove. In quel punto al centro tra la testa e la pancia. Lo desidero più di ogni altra cosa al mondo. Più delle ricchezze e del potere che possiedo. Più del mio stesso ruolo nel mondo.


Note:

Spero che qualcuno di voi avrà riconosciuto la scena del fazzoletto col profumo, per chi non avesse colto la citazione trattasi della scena del film "Il Profumo" tratto dall'omonimo libro di Patrick Suskind. Un film e un libro che ho adorato e che mi pregio di aver citato. Se non avete mai letto il libro e visto il film vi consiglio di recuperarli, ne vale la pena.

EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora