16. GIMNAZ (PALESTRA)

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È mattina, siamo quasi alla fine dell'estate dell'anno successivo, Ilush ha compiuto 15 anni. Fa caldo e indosso una tunica di lino color oro, esco dalla mia casa con Dashrua e un giovane servitore, saliamo insieme su un carro che conduce la donna. Come prima tappa andiamo a vedere lo stato di avanzamento dei lavori al tempio. Attraversiamo lentamente tutta la città con le sue abitazioni e botteghe, ne approfitto per salutare tutti e stringere le mani dei miei concittadini. Non è una cosa che faccio spesso ma fa parte dei miei doveri.

Il giovane servitore che aiuterà Dashrua nelle sue commissioni cerca di tenere a debita distanza chi mi si avvicina troppo, sa bene che non sono a mio agio in mezzo alla folla pressante.

Mi rendo conto che la felicità che provo dal mio incontro con Androsh e la serenità che sento nel cuore da quando Ilush vive in casa con me, mi rende più affabile, sopporto meglio tutte le umane faccende, riesco a sorridere di tutto quel che fino a poco tempo prima era solo un peso fastidioso sulle spalle. È una bella sensazione, mi sento leggero. Anche le persone che mi circondano lo percepiscono, si vede che sono felice e sereno e tutti ne sono influenzati positivamente.

Il campo di margherite che sento nel mio cuore sembra espandersi fino a colmare anche i cuori di chi mi circonda.

Non ricordo di aver mai sorriso così tanto nel fare questa strada in mezzo alla gente, di solito la faccio a cavallo e guardo tutti dall'alto in basso, non stringo la mano a nessuno, non sorrido, cerco di essere rapido nei miei doveri.

Oggi invece mi sembra che tutto il mondo sorrida ed io con esso. Vedere la gente che esce dalle botteghe o dalle case e nonostante il duro lavoro e il caldo, mi offre del cibo o del vino e mi stringe la mano con autentico piacere, è una gioia che non ha pari.Dashrua mi guarda con occhi pieni di stupore.

Lo avevo visto fare anche al mio Mjèshter negli anni addietro, lui era sempre felice e sereno, donava al mondo la sua luce senza fatica come il sole, mai l'ho visto adirato per un qualunque motivo. Quando gli chiedevo come facesse, rispondeva che non c'era mai un motivo specifico esterno. Ripeteva sempre che la sua felicità era assoluta, non era causata da nulla in particolare, solo dalla gioia di essere vivo, respirare e godere della vita provando semplicemente gratitudine per ogni singola cosa che i Rendis ci donano in ogni istante.

La mia gioia non è assoluta, lo so, deriva dalla presenza nella mia vita degli affetti più cari che al momento sto coltivando, Eukenda, Ilush e Androsh, inizio a sentire cosa voglia dire la vera gratitudine verso i Rendis che mi hanno donato questa benevola opportunità.

Arrivati al tempio mi accorgo subito che non è cambiato praticamente nulla rispetto alla mia visita precedente fatta una decina di giorni prima, non voglio discutere con nessuno o tanto meno arrabbiarmi, ci sono sempre buoni motivi per giustificare le mancanze, è sempre la stessa storia, un materiale è finito o non è ancora arrivato, gli schiavi stanno male, fa troppo caldo per lavorare tutto il giorno sotto il sole, e la lista delle scuse si potrebbe allungare all'infinito.

La differenza è che ho deciso che qualunque scusa ci sia per giustificare il ritardo, non permetterò che incupisca il mio stato d'animo e tutti intorno a me ne sono positivamente influenzati. Sorrido anch'io di questo. Tornerò ancora la settimana prossima e sono certo di trovare evidenti tracce di un avanzamento dei lavori. Tutti mi promettono che sarà così facendo grandi inchini e ringraziandomi all'infinito.

Dashrua mi guarda con occhi spalancati pieni di sorpresa ma non dice nulla, gli altri sono piacevolmente colpiti da tanta benevolenza, forse si aspettavano urla, minacce e punizioni, ma per sta volta non sarà così.

Lo so bene anch'io che questa mia reazione è insolita, ma qualcosa in me sta cambiando o è già cambiata. Forse finalmente anch'io ho raggiunto quello stato di grazia che tanto ammiravo nel mio maestro Ximenciur.

EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora