8. TI AFFIDO ILUSH

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La cerimonia è finita, sono stremato per il caldo e la tensione, per aver dovuto stringere tante mani, e aver sorriso tanto, troppo.

Mi sento la polvere addosso e sento il bisogno di lavarmi. Con un cenno chiamo a me Dashrua, la mia fedele Sherbetòr (serva) e appena mi è vicina le dico:

- "Andiamo via da qui, ho bisogno di lavarmi di dosso la stanchezza e la polvere".

Pronuncio queste parole con tutta la gentilezza possibile, ma sento che le mie parole sono dure, quasi come se fosse un ordine, mi dispiaccio per questo, ma non posso scusarmi con una Sherbetòr davanti ad altre persone, so che lei capirà. 

Sento una grande stanchezza e il bisogno di stare lontano dalla gente.

Entriamo nel Dertès (palazzo), finalmente al riparo dal sole. Ci dirigiamo verso la mia stanza, la struttura dell'edificio è una sorta di labirinto di scale e piani, senza Dashrua dubito che sarei in grado di orientarmi. 

Tengo sempre stretta la mano di Ilush, c'è come una strana forza magnetica che ci tiene collegati.

Arriviamo nella mia grande camera, l'aria colma dei profumi e degli incensi che tanto amo, in due vasi di terracotta decorata con motivi geometrici neri sono disposti dei gigli gialli, i miei fiori preferiti. Il grande letto con bianche lenzuola di lino è stato riordinato e il tavolo è apparecchiato con cibo e bevande. Appena la porta viene chiusa, lascio la mano di Ilush e mi dirigo verso la vasca di pietra bianca che è tutt'uno col pavimento posta in prossimità del letto. 

Come prima cosa mi tolgo il copricapo e lo porgo al ragazzo che mi aiuta, poi sgancio il mantello. Non ne posso più, le mie vesti sono pesanti, sudate e piene di polvere. Ho le mani sozze, detesto questa sensazione di sporco sulla pelle. Porgo al giovane servo il mantello. Apro le chiusure sulle spalle della mia tunica lentamente anche se vorrei strapparla via, ma conosco bene il valore di ciò che possiedo. Completamente nudo entro nella vasca. Il giovane mi passa una grande brocca piena d'acqua, me la verso addosso, è tiepida, sento un gran sollievo nel lavare via il sudore e lo sporco insieme a tutto quello che è successo oggi. Prendo il lembo di stoffa pesante poggiato sul bordo della vasca, lo bagno e me lo passo addosso per pulirmi meglio dagli oli che mi sono stati messi la mattina.

Ilush sta da una parte e mi osserva incuriosito, la cosa mi fa sorridere. Dashrua mette in ordine quanto io ho lasciato per terra e lo ripone nelle casse che porteremo via. Quando ho finito, il servo mi porge prima un telo con cui asciugarmi e poi una corta tunica candida, leggera, pulita e profumata. La indosso e sento il piacere del pregiato lino fresco che amo usare quando dormo. Nella stanza non c'è molta luce, le tende sono pesanti, ho bisogno d'aria, con un gesto deciso delle mani le apro e il sole ancora alto del pomeriggio mi colpisce dandomi piacere.

- "Ilush vieni qui! "

Dico al bambino che mi raggiunge correndo. Gli metto il braccio intorno alle spalle, è più basso di me, è ancora un cucciolo d'uomo.

- "Vedi tutto questo?! 

Gli dico indicando le valli e le colline che si aprono davanti a noi con un gesto del braccio. 

- "Queste terre benedette dagli Dei sono abitate dal nostro Nierezìt (popolo) da diverse centinaia d'anni, ed io sono la loro guida, il loro capo, il Kreukishes. Cerco di essere giusto con tutti, anche se non sempre è facile." 

Poi lo guardo nei suoi occhi diversi, noto la sua stanchezza o disagio, non so bene cosa sia.

- "Sei stanco? Hai fame?"

Gli dico con dolcezza, lui annuisce, credo sia intimorito da me.

- "Va da Dashrua ti darà da mangiare e da bere, e dopo potrai riposare. Anch'io devo stendermi un po' perché la mia giornata non è ancora finita, stasera mi aspetta un banchetto e altri riti. "

EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora