Il Tophèt è uno spazio sacro composto da un grande terrazza di forma tondeggiante, posta sulla sommità dell'edificio principale. È il punto più alto della Kytèti, da qui si può osservare quasi tutto il territorio abitato dagli Elimi.
Al centro del Tophet si trova uno spazio circolare che circonda la grande pietra sacra che fa da altare, di colore grigio scuro, decorata con bassorilievi di forme geometriche disposte a fasce. Il pavimento di pietra bianca intorno all'altare è composta da 12 cerchi concentrici di ampiezze diverse.
Lo spazio è in parte coperto da un velario tripartito color lapislazzuli frangiato d'oro, formato da 3 teli che partono uniti e poi si dividono andando in 3 diverse direzioni, nord, est e ovest.
Molti sherbetor sono all'opera per finire di sistemare e curare ogni dettaglio, dagli attrezzi che saranno usati per il rito, alle varie offerte che faremo ai Rendis. Molti cuscini di varie tonalità del blu sono stati sistemati da una parte. Gli incensi bruciano negli appositi bracieri. Con un rapido sguardo cerco di capire se è tutto nell'ordine prestabilito. Mi pare di riscontrare che sia tutto al posto giusto.
Siamo tra i primi ad arrivare, ci accoglie Kalaja che si accorge subito del penoso stato in cui versano Androsh e Potresh.
- "Cos'è successo?" (Mi domanda dopo avere visto da vicino la faccia inebetita dei due)
- "Hanno esagerato col vino, ma ora stanno già meglio." (Cerco di rassicurarla)
- "Prima stavano peggio di così? Oh Ishentes Rendis!" (Esclama con gli occhi sgranati)
- "Esatto. Ma stai tranquilla ora sistemo tutto io con una piccola magia."
Chiamo un servitore e gli ordino di portare due tazze di quel decotto che mi aveva preparato Dashrua e che ho bevuto appena mi sono destato dal mio sonno ristoratore.
- "Appena avranno bevuto il tonico di Dashrua staranno subito meglio e potranno affrontare il rito con la necessaria lucidità".
Kalaja sembra sollevata, ordino a due servitori di portarli in una sala attigua dove si riprenderanno bevendo e riposando un po'. Mi sento a disagio adesso e non so cosa dire, ma cerco di riempire quel momento di silenzio.
- "Ti senti pronta?" (Domando a Kalaja)
- "Come sempre. Come tutti gli altri anni. Non c'è nulla di diverso, no?" (Mi guarda perplessa alzando il sopracciglio sinistro)
- "Nulla, certo... Come tutti gli altri anni, appunto."
Iniziano ad arrivare lentamente tutti gli uomini che erano presenti al banchetto, molti sorretti dai servitori, alcuni si sono ripresi, altri meno. Ci sono anche i 12 Prìftes con le loro tuniche blu e verdi e i mantelli bordati di frange d'oro, tutti simili tra loro e coordinati con me. Si schierano a semicerchio dietro la stele sacra nel punto in cui partono i tre teli blu e iniziano a intonare i canti sacri, inizialmente con un tono di voce molto basso, quasi sussurrato. Arrivano anche le 24 Murgesh (vestali), fanno il loro ingresso disposte su 2 file, recano in mano una coppa con dentro una fiaccola. Sono simili a Kalaja, ma lei ha una regalità che loro possono solo sognare.
Si dispongono alternate ai sacerdoti appena un passo indietro, per ogni Prift 2 Murgesh. Io e Kalaja prendiamo posto al centro, lei appena un passo dietro di me. Arrivano anche i 36 Honomàze, ragazzi e ragazze vestiti con bianche tuniche che denotano la loro presunta verginità. Il canto adesso è intonato a voce piena, si uniscono anche le voci femminili, è molto armonico, perfettamente intonato e coordinato, se ne percepisce la sacralità.
Ci raggiunge finalmente anche Potresh, si mette a fianco di Kalaja. Lei gli rivolge uno sguardo di disprezzo molto eloquente. Anche Androsh si sistema nel posto che gli è stato assegnato insieme agli honomàze. Il resto degli ospiti completa il cerchio intorno alla stele.
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EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)
FantasyNel 1999 due ragazzi sono in gita a Segesta, Aurelio si allontana dall'amico Giulio e all'alzarsi di una strana nebbia viene sbalzato indietro nel tempo. Si ritrova nello stesso luogo ma parecchi secoli prima, nel 509 a.C. Vive una vita di 20 anni t...