7. ANDROSH E ILUSH

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Finiti gli applausi faccio un respiro profondo, riprendo fiato e scendo i gradini del tempùll seguito da i 12 Priftes (sacerdoti) e dalle 24 Priftereshe (sacerdotesse), ognuno di loro prenderà con sè un Honomaze e lo accompagnerà a prepararsi per la serata e per la seconda parte del rito. Al mio fianco ci sono Potresh e Kalaja. Le vesti sono pesanti e il caldo è opprimente, ma a testa alta e senza mostrare turbamento, vado incontro alla folla.

Solamente io che sono il Kreukishes mi avvicino alle Zamiliètes per ringraziarle una ad una, gli altri restano indietro. Conosco l'importanza di quel gesto di ringraziamento, le zamiliètes hanno quest'unica possibilità di vedermi da vicino e i Babàs (padri) di stringermi la mano.

Ripenso alle ultime parole di Ximenciur, al trovare un successore, riconoscere la sacra Flekas, chissà se quest'anno troverò un ragazzo in cui la vedrò risplendere.

Vado incontro alle Zamilièt con una grande sorriso pieno di gratitudine e speranza. Procedo da sinistra a destra,così vuole la tradizione. Stringo le mani solo ai Babàs, ringrazio le Nènas senza nessun contatto, grandi inchini e sorrisi, tutti sembrano felici ed anch'io lo sono.

Anche i Dialis (ragazzi) e le Ebìja (ragazze) ringraziano, alcuni sono timidi e non dicono nulla, altri più coraggiosi fanno domande. Io rispondo con gentilezza, sorrido, ma non c'è, né ci può essere nessun contatto fisico fatta eccezione per la stretta di mano col Babàs. Così vuole la tradizione, è vietato a me come a loro, questo serve per mantenere un alone di divinità sul Kreukishes che rappresenta l'incarnazione della Ishènte Trishès. Le Zamiliètes mi sembrano uguali le une alle altre,tuttavia alcune mi colpiscono. Una madre senza marito offre il proprio parelindùrit, sono incuriosito.

- "Come mai avete scelto di fare questo dono ai Rendis? Di solito alle vedove non viene permesso di rinunciare al proprio parelindùrit maschio."

- "So che avrei dovuto tenerlo con me. ma mio figlio ha deciso di venire qui e di diventare un Honomàze, non c'è stto modo di dissuaderlo. Desidera essere educato e cresciuto a Segesta."

Mi soffermo a guardare il ragazzo, mi ispira un'istintiva antipatia mista a fastidio. ma abituato a dissimulare i miei pensieri, fingo interesse.

- "Come ti chiami diale (ragazzo)?"

- "Il mio nome è Xenjesh, Zoteri."

Anche la voce è sgradevole, eppure non si può certo dire che sia brutto fisicamente. Gli sorrido e lo affido al Prift che lo accompagnerà a prepararsi, lo rivedrò sicuramente stasera.

Arrivato a metà della schiera noto che una famiglia dai tratti diversi dagli altri, dai colori più chiari, reca con sé 2 figli, uno grande dell'età giusta per essere un Honomàze ed uno più piccolo di circa 12 anni. Il bambino alla mia vista si vergogna e si nasconde dietro le vesti della madre.  Tra me penso che quest'anno ci sono diverse eccezioni alle regole. Fingo che sia tutto regolare, come sempre, d'altronde non sono di gravità rilevante.

Stringo la mano al babàs e ringrazio la nènas che si inchina per ringraziare me. Invece delle solite domande di rito e di procedere verso la famiglia successiva, mi soffermo, spinto dalla particolarità di quella famiglia. Chiedo da quale Kytèti vengano, il Babàs risponde da Entella, annuisco come dire che capisco e conosco.

Mi rivolgo al figlio più grande, si chiama Androsh, mi colpiscono molto i suoi capelli ricci striati d'oro, gli sorrido con genuino interesse.

- "Diventerai sicuramente un valoroso soldato visto il tuo fisico robusto, ma potrai anche studiare, imparare a leggere e scrivere e cimentarti negli sport. Il tuo futuro sarà nelle tue mani e avrai la possibilità di crescere come essere umano e cittadino del nostro Kòmbis. Spero che renderai fieri i tuoi genitori e tutti noi."

EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora