55. LA LUTIAS (SUPPLICA) DI EUKENDA

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Nella cultura Elima così come in quella Ellenica, non si può ignorare una lutias (supplica) e la ragazza lo sa benissimo. Se anche si trattasse di un'estranea sarei comunque tenuto ad ascoltare la sua lutias e a cercare di realizzare il suo desiderio. Lei è come una figlia per me. Sono immobile, in piedi, lei in ginocchio con la fronte poggiata sui miei piedi.

- "Nel nome dei Rendis invoco keciardja per i miei genitori, Potresh e Kalaja."

Lo ripete con forza. Sono immobile come lo era sua madre davanti alla follia di Potresh quel maledetto giorno.

– "Tuo padre ha ferito Ilush, ed è come se avesse ferito me indirettamente. Questo fatto non può essere ignorato. Non posso perdonarli perché sono i tuoi genitori. Né posso graziarli come tu desideri. Come ti ho già detto prima, tua madre presto tornerà in libertà, per quanto riguarda tuo padre, te lo ripeto, deciderò a breve. Sempre che durante il processo non emerga un loro coinvolgimento maggiore. In questo caso non posso farti promesse che potrei non poter mantenere. So di sembrati duro, ma so di essere giusto. Difendere la giustizia e applicare la legge non sono cose che ho mai preso alla leggera. Soprattutto adesso che sono lo Shembret, non voglio in nessun modo apparire come un Tiranno capriccioso che concede grazie agli amici."

Eukenda si alza, si aggiusta le vesti. Alza lo sguardo su di me. Non è più una supplice. Mi guarda come una mia pari. Alza perfino il sopracciglio come faccio io di solito per rimarcare la sua determinazione. Non ha intenzione di arrendersi al mio diniego.

- "Ti ricordi le parole di Ximenciur e il volere dei Rendis? Devi trovare nel tuo cuore il falèsh e accogliere nella nostra Zamilièt Potresh, Kalaja e Xenjesh. Se stanno in prigione non credo che questo possa avvenire..."

Sento sentimenti contrastanti, da una parte la sua insolenza infastidisce il me Shembret che vorrebbe punirla severamente per questo suo ardire, dall'altra inorgoglisce il me padre che l'ha tirata su coraggiosa come nessun'altra donna in tutta la kòmbis.

- "Ricordi la profezia di Ximenciur e la missione di far cessare i riti di sangue? Ricordi che quest'anno per la prima volta da secoli sono stati compiuti senza il sacrificio di una vittima innocente? Ricordi quanta fatica e quanto impegno è costato a tutti noi sostenerti in questo compito? Ora che hai realizzato il volere dei Rendis e del tuo Mjèshter, non mostri neanche un po' di keciardja (pietà) per coloro che in fondo ti hanno aiutato a realizzare questo cambiamento. Dovresti ringraziarli invece che punirli."

La guardo con le sopracciglia unite e la fronte corrucciata.

- "Non capisco cosa stai cercando di dirmi. Loro avrebbero contribuito al cambiamento dei riti? Ma in che modo?"

Mi viene da ridere tanto è assurda questa affermazione. Forse ha dimenticato con quanta forza si sono opposti...

- "Se non fosse stato per il folle gesto dei Priftes e il ferimento di Ilush da parte di Potresh, non saresti mai diventato lo Shembret, non avresti il potere che hai ora e forse non saresti riuscito a cambiare i riti neanche quest'anno. Nessuno sa con certezza come sarebbe andata la votazione del Keshillis..."

Forse non ha tutti i torti, mi costa ammetterlo ma questo suo punto di vista non è affatto sbagliato.

- "Non posso negare che potrebbe essere vero ciò che sostieni. Loro hanno creato le condizioni favorevoli e quando ho capito che avrei potuto volgere a mio vantaggio il caos dovuto al tradimento dei Priftes e alla follia di Potresh, l'ho fatto senza esitazione. Qualcosa in me è scattato senza troppe riflessioni, sapevo che era la cosa più giusta da fare se volevo cambiare veramente i riti. Non avevo realizzato che in fondo i tuoi genitori hanno avuto un ruolo determinante nella nostra missione. Accoglierò la tua supplica e terrò conto anche di questo dettaglio, non temere."

Non sempre le cose sono bianche o nere, a volte bisogna accogliere il punto di vista altrui per capire come agire per il meglio. Ora sento nascere nel mio cuore il falèsh (perdono) e la keciardja (pietà). Più di ogni altra cosa non voglio essere ricordato come un tiranno spietato.

- "I miei genitori hanno sofferto abbastanza, devi trovare un modo per alleggerire la loro pena."

- "Cercherò di far liberare tua madre al più presto, 2 mesi di carcere sono effettivamente tanti per una donna delicata come lei. Per quanto riguarda Potresh, troverò un'alternativa al carcere, devo pensare a qualcosa..."

Non mi fa finire di parlare che mi salta addosso e mi abbraccia e mi ringrazia dandomi baci sulle guance. Sento un certo disagio per questa sua dimostrazione d'affetto, è la prima volta che ci abbandoniamo a simili effusioni. La allontano e la guardo negli occhi con fermezza.

- "Devi sapere un'altra cosa, per la legge Elima entrambi i tuoi genitori non potranno mai più ricoprire il ruolo di sacerdoti o qualunque altra carica ufficiale, saranno cittadini comuni. Dovranno lavorare duramente per vivere. Mi dispiace, forse questa è la punizione peggiore, ma non si può cambiare anche questa legge adesso."

- "Non mi importa, anzi meglio, così li avrò più vicini entrambi. L'aspetto essenziale è che siano liberi e possano far parte della nostra zamilièt. Troveranno o meglio troveremo insieme qualcosa da fare per vivere onestamente."

- "Sarà così, nel rispetto delle legge e del volere dei Rendis."

EONIOS DESMOS (LEGAME ETERNO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora