Capitolo 16

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Sono le sei e trenta. Tutti dormono ancora. Il nostro catamarano sta ancora "parcheggiato" nel porticciolo di Favignana, imponente nella sua semplicità, la larga superficie che ricopre una grande porzione di mare e il suo albero che sembra bucare il cielo.

 Sono salita su per gustarmi questa atmosfera stupenda di primo mattino in mezzo al mare. Con me, il libro di Jules Verne 'Ventimila leghe sotto i mari'.

Ieri siamo arrivati qui alle otto di sera, ma la navigazione è stata tranquilla e piacevole.

Dopo poco aver salpato, Francesco si è avvicinato e ha voluto sapere che musica stessi ascoltando, così, ha staccato un auricolare dal mio orecchio per poggiarlo al suo. Ha sorriso con approvazione, poi, ha preso un borsello che teneva al suo fianco e mi ha mostrato tutti i cd che aveva portato con sé.

Depeche mode, R.E.M. , Pink Floyd, Bob Marley, uhm, sono tutti i miei preferiti, ho detto.

Abbiamo stessi gusti musicali, ha commentato lui. Poi, gli ho mostrato i due cd che avevo portato io: The Dark Side of the Moon, un classico irrinunciabile dei Pink Floyd e Everybody else is doing it so why can't we? Dei TheCranberries. Ha detto che non conosceva questo secondo disco, così ha proposto di metterlo in filodiffusione.

La brezza portava via una parte della voce meravigliosa di Dolores O'Riordan, però, ugualmente apprezzata dalla maggior parte dei presenti. Solo Antonella ha storto un po' le sue vistose labbra perché non era ballabile, ha detto.

Qualcuno ha voluto sapere informazioni sulla band, poi, ho raccontato loro che avevo acquistato il disco insieme a mia madre e che piaceva molto a entrambe.

Angela mi ha chiesto di mio padre, Alba, ma tuo padre non vive con voi?

Mio padre si trova da due anni a Mogadiscio, in Somalia, per lavoro.

Mogadiscio... ha commentato Iano Non è dove sono accaduti quei disordini pochi mesi fa?

Che disordini? Ha chiesto Giusi.

Ma dove sta Mogadiscio? Ha domandato Antonella.

In Africa, titti, gli ha risposto Francesco. Non lo avevo sentito rivolgersi a lei con quel nomignolo, prima d'ora.

Sì, esatto, è proprio lì, ho risposto a Iano.

Non hai sentito le notizie, Giusi? C'è in corso una guerra civile, due giornalisti italiani sono stati uccisi, ho detto, forse, con leggero disappunto nella voce. Lei è rimasta in silenzio.

Sembra che stessero indagando su un traffico internazionale di armi, ha commentato Iano.

Già, e forse anche altro. Non si uccide in quel modo per qualcosa di poco conto, ha detto Francesco.

Antonella e Giusi sono rimaste in silenzio, forse per povertà di argomentazioni, invece Angela si è mostrata preoccupata, Ma perché tuo padre sta ancora là? Non ha paura?

Ha un contratto da rispettare, non può andarsene, ho spiegato.

Vabbè che tanto, Palermo o Mogadiscio, non è tutta questa differenza. I morti ammazzati pure qua ne abbiamo avuto, è intervenuta Antonella, e non ho potuto darle torto.

C'è stato un momento di silenzio, poi Angela ha ripreso a parlare Tu a chi somigli di più, a tua madre o a tuo padre?

Ho guardato per un attimo Francesco, trovando i suoi occhi puntati su di me e anche quelli di Antonella.

Tua madre ti somiglia, ha detto Giusi.

Sì, mia madre mi somiglia, ma mia madre e mio padre sono molto simili di caratteri somatici. Mi è arrivata l'immagine di mio padre, che non vedo da Natale scorso. I suoi capelli biondi con qualche riflesso rossiccio, gli occhi azzurri, il sorriso buono. Mio padre somiglia a Messner, ho detto a un tratto.

E chi è? Ha chiesto Giusi, smarrita.

È quell'esploratore che ha scalato l'Everest e attraversato l'Antartide, ha risposto Francesco.

Ah! Altissima, Purissima, Levissima, ha gridato Antonella come colta da un'improvvisa rivelazione. Tutti si sono messi a ridere, io no.

Ma è italiano? Ha chiesto ancora Angela.

Lui sì, è italiano, ma suo padre era norvegese, ho risposto.

Ah! Come Iano che ha sua madre tedesca, dice Angela mentre si stringe al suo ragazzo. Un bonazzo, ha esclamato ancora e subito dopo ha messo la mano davanti alla bocca, imbarazzata.

Come la figlia, ha commentato Antonella con un tono lento e profondo e uno sguardo malizioso, da predatore.

Quando abbiamo approdato a Favignana il cielo era ormai quasi scuro, ma i colori del tramonto brillavano a ovest, rischiarandone una parte. Abbiamo camminato a lungo e poi, cenato in una pizzeria. Era quasi mezzanotte quando siamo rientrati. Io sono scesa subito in cabina, loro sono rimasti ancora su, a parlare, ridere, scherzare.

Franca e Mimmo, invece, si sono attardati ancora un po' a terra, prima di raggiungerci.

In alcuni momenti mi sono sentita un pesce fuor d'acqua. Loro fanno branco, si intendono a modo loro, anche se a me sembrano diversi. Quando camminano per le strade gli altri giovani li guardano, le ragazze si voltano verso Francesco e Iano, anche se lui sembra avere occhi solo per Angela. Mi è sembrato che con Francesco siano molto affiatati, non lo contraddice mai e lo sostiene su ogni argomento. Sono loro due a mostrare maggior livello culturale o per lo meno, sono informati, si aggiornano. 

Angela sembra molto dipendere da Iano e evita di parlare se non è sicura di quello che sta per dire. Giusi è talmente ingenua! A volte la sua frivolezza è irritante e a me sembra che questa caratteristica piaccia ad Antonella, che non è che risplenda di sapere, ma di certo, supera la sua compagna.

Per tutta la serata mi sono chiesta che razza di rapporto abbiano. Dormono tutti e tre insieme? Stanno insieme? Lui, lo farà con entrambe?

Prima di rientrare al catamarano ho chiamato mia madre da un telefono pubblico, per informarla che ci trovavamo a Favignana e che avremmo dormito lì, la notte. 

Ha chiamato Bruno, mi ha detto subito. Ho sentito una fitta al petto. Fino a quel momento avevo vissuto in uno stato di leggerezza, ma di fronte a quella notizia è stato come scaraventarmi in una realtà che non sento più appartenermi. Mamma ha detto che dalla voce Bruno era deluso. Ha aggiunto che non si è mai sentita così in imbarazzo in vita sua e che non avrebbe mai più fatto una cosa del genere. 

Mi sono addormentata tardi, dopo aver sentito rientrare Franca e Mimmo, col pensiero rivolto a Bruno. Che ci facevo lì? Come mi avrebbe giudicata?

Quell'Estate sull'OceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora