Capitolo 24

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«Sì, mamma, tutto bene».

«Sicura?»

«Ti dico di sì».

«Ti sento mogia».

Non le sfugge niente

«Ma no, è che a quest'ora, dopo pranzo, arriva un po' di stanchezza».

Mi chiede ancora qualcosa, poi la saluto e chiudo la telefonata. Per un attimo sento la sua mancanza e vorrei andarmene da lì e ritornare a casa.

                                                                                       ***

È tardo pomeriggio e tutti noi ragazzi siamo su in piattaforma a preparare un gioco proposto da Antonella: Obbligo e Verità.

Sono stata un po' riluttante all'inizio, pensando a un'altra sciocchezza come il gioco passato, ma lei ha proposto di costruirlo insieme e quindi siamo lì concentrati a preparare bigliettini con su scritte delle domande o delle proposte. 

Cinque a testa, ha detto. Ognuno di noi scriverà cinque bigliettini con delle domande e tre con delle proposte, poi metteremo tutti i bigliettini mescolati dentro un contenitore e con i dadi verrà estratta la vittima di turno.

Siccome si è creato un bel clima e questo mi ha fatto sentire parte del gruppo, ho accettato con una buona predisposizione d'animo.

«E Mimmo e Franca se ne andarono in paese?» Chiede a un tratto Antonella, mentre ognuno è impegnato a scrivere e ritagliare.

«Franca lo starà aggiustando» commenta Iano e sbotta in una risata. Ridono anche gli altri, Francesco no.

«Miii! Se lo aveva fatto a me, un calcio lì nei paesi bassi gli mollavo» ancora Antonella «e poi, sì che lo doveva riaggiustare». Risata corale, tranne lui; ha la testa abbassata sui foglietti.

«A te non lo fa» dico con voce ferma.

«Ma tu ti fai condizionare da lui? Mollagli una sberla la prossima volta».

«Smettila!» interviene Francesco «non ci sarà una prossima volta».

All'improvviso cala un silenzio cupo. È strana l'influenza che ha su tutti gli altri, eppure si comporta sempre da grande amico, generoso e comprensivo con tutti loro. È la prima volta che lo sento rimproverare Antonella. Lei è rimasta in silenzio con gli occhi sul lavoro in corso.

Non so bene perché, ma io mi sento più sostenuta da lei che da lui; non gli perdono di avermi lasciata da sola con Mimmo. Se conosceva i suoi vizi, perché l'ha fatto? E perché non ha detto nulla dopo, non ha preso le mie difese?

Di Antonella sì, lo credo che sarebbe capace di farlo.

Lui sembra non voler entrare in attrito con nessuno, oppure, ha degli obblighi verso Mimmo.

Antonella rompe quel silenzio. «Allora, siamo pronti? Chi vuole tirare i dadi per primo?»

«Li lancio io!» Dico in preda a uno slancio di entusiasmo.

«Va bene» accorda Francesco «dopo proseguiamo in senso orario».

Faccio ballonzolare per qualche secondo i dadi nella mia mano e li lancio giù: undici.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci e undici. «Angela, tocca a te».

Pesco un bigliettino, lo apro e leggo la domanda a Angela: 'Se scopri che il tuo ragazzo è andato con un'altra, cosa fai?'

Quell'Estate sull'OceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora