Capitolo 10

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Mia madre apre il portoncino e si affaccia, mi sorride e guarda di sfuggita l'auto di Francesco che si allontana. «È stato gentile».

«Sì...Tu lo sai che è stato un tuo studente?»

«Pasanisi? Sì, mi ricordo».

«...e sua sorella conosce Massimo, frequentavano lo stesso anno ma in sezioni diverse».

«Ma pensa... In tutti questi anni lo hai incontrato proprio oggi in tuo soccorso», scherza. Non capisco se stia insinuando qualcosa, ma non voglio indagare di più.

«Quindi, l'esame è andato bene hai detto».

«Sì, sono soddisfatta. Non vedo l'ora di dirlo a Bruno... Devo chiamare anche Livia, mi avrà data per dispersa».

Prima di salire le scale per raggiungere la mia camera prendo il cordless in soggiorno. Chiamo subito Livia, prima che arrivi la telefonata di Bruno.

«Pronto».

«Livia...»

«Oh, ma che fine hai fatto? Tua madre mi ha detto che sei rimasta a piedi col motorino? Ma dove? E chi ti ha riaccompagnato?»

Rido. «Non immagini neppure».

«Cioè?»

«Mi ha soccorso Francesco Pasanisi».

«Francesco Pasanisi? E dove lo hai incrociato?»

«Sulla strada per venire a casa mia... Era in auto con sua sorella».

«Davvero?»

«Uhm uhm, e sai che è stato studente di mia madre? E sua sorella frequentava nello stesso anno di Massimo».

«Ma pensa...»

«Siamo passati prima a casa loro per prendere un'auto furgonata e poi siamo andati a recuperare il mio motorino per riportarlo qui a casa».

«Tu e lui da soli?»

«Sì».

«Che tempismo! Bruno parte e incontri lui...»

«Ma smettila!» Non le dico però, su quale strada ci siamo incontrati.

«Si è comportato bene?»

«Benissimo. Adesso devo chiudere, perché aspetto la telefonata di Bruno».

«Ok ma... Com'è andato l'esame, quanto ti hanno dato?»

«Oh, credevo te l'avesse detto mia madre. È andato bene, ventotto. Ti chiamo dopo cena, ciao».

«Ciao».

Non ho voglia di raccontargli tutto il resto, la visita al cantiere, l'imbarcazione, il progetto del viaggio... La sua proposta. Mi sembra che le battute di Livia siano già piuttosto insinuanti, non voglio farle sapere di più.

Sono quasi le nove. Mia madre mi chiama da giù, deve essere pronta la cena.

«Aspetto la telefonata di Bruno!» grido da sopra le scale.

«Ma non ti ha dato un orario?»

«No, è il primo giorno, si starà ancora organizzando».

Non faccio in tempo a terminare la frase che il telefono squilla.

«Pronto?»

«Alba...»

«Bruno! Come stai? Come va? Dove sei?» Lo assalgo di domande.

Ride. «Tutto bene, dimmi di te, l'esame?»

«Bene, ventotto... Non sono alla tua altezza, lo so, ma a me va bene».

«Ma dai, sei bravissima, sono contento». Mi piace quando mi fa i complimenti, specialmente sullo studio.

«Mi racconti tu, adesso?»

                                                                                   ****

Mia madre ha preparato un'insalata di riso. Dice che ce n'è abbastanza anche per domani a pranzo, così posso dormire fino a tardi e quando lei rientra mangiare insieme.

 «Che ha detto Bruno?»

 «Mi sembrava un po' spaesato, però è contento. Gli hanno assegnato un alloggio dove ci sono altri dottorandi. Da lì può raggiungere il centro a piedi».

 «Ah beh, è già una buona cosa. Hanno il telefono lì?»

 «Sì, ha detto che mi chiamerà sempre intorno alle nove, appena dopo cena. Dice che lì non sembra affatto estate».

 «Lo credo, per uno abituato al clima che c'è qui è come passare dall'Africa al Polo Nord. E quindi, ogni sera alle nove dovrai aspettare la sua telefonata?» Lo chiede con un leggero disappunto nella voce.

 «No, fisseremo il giorno di volta in volta. Per ora, mi richiamerà domani sera per aggiornarmi, visto che domani sarà il primo giorno operativo per lui».

 «Ah beh, meno male! Temevo che dovessi rimanere in casa ogni sera in attesa della sua chiamata...»

Mia madre è così, mi riprende se assumo comportamenti poco rispettosi verso Bruno, ma allo stesso tempo, sostiene la mia libertà e mi sollecita a non lasciarmi vincolare dalla relazione. Dice che sono giovane, che Bruno è un bravo ragazzo, che merita, ma che devo anche pensare alla mia vita, a divertirmi, a seguire le mie passioni. Devo ancora comprendere bene, quale sia esattamente il suo concetto di libertà e, dove lei intenda stabilire i confini.

Più tardi, coricata nel letto, a luce spenta, giro e rigiro tra le mani il foglietto che mi ha lasciato Francesco. Una luce tenue, dai lampioni della strada, penetra attraverso la fessura che ho lasciato tra le persiane socchiuse. Arriva anche una inaspettata brezza leggera, miracolosamente gradita.

Il sonno invece non arriva, nonostante sia in piedi dalle sei. Una diffusa irrequietezza mi pervade. Da una lontana e misteriosa fonte mi giunge uno sconosciuto desiderio. La mente ripercorre tutta la giornata di oggi, la tensione prima dell'esame, il senso di rilassatezza, dopo; la inspiegabile decisione di percorrere quella strada e l'incontro con lui, così diverso dall'immagine che me ne ero fatta. Se non fosse stata per la rivelazione su Adele sarei rimasta lì per ore ad ascoltarlo, a contemplarlo, a godere della sua voce vellutata e del suo sguardo ammaliante.

Poi, la telefonata di Bruno. Per un attimo ho desiderato che fosse qui a trattenermi, a impedire che possa commettere qualche azione di cui in futuro pentirmi. Non gli ho raccontato niente di quanto accaduto dopo l'esame. È normale questa cosa? Sento che no, non lo è.

Ma provo questa smania... Il suo invito a partire con quell'imbarcazione... Come si chiama? Ah sì, catamarano.

Accendo la luce e cerco il dizionario.

1. imbarcazione polinesiana costituita da una piroga lunga e sottile affiancata da un tronco a cui è collegata da pertiche trasversali | imbarcazione costituita da più tronchi legati insieme

2. imbarcazione da diporto, ma anche da trasporto passeggeri, costituita da due scafi collegati da un ponte

Etimologia: ← dal tamil kattumaram 'legno legato'.

E già immagino la distesa d'acqua tutt'intorno a noi, con quella speciale zattera che scivola su di essa. E la brezza, il sole, le goccioline in sospensione nell'aria, e le isole sul nostro cammino, e la costa africana nel Mediterraneo, mai vista finora; e poi fino all'oceano, ha detto. L'Oceano! Oltre le Colonne d'Ercole!

Su quelle immagini arriva, a poco a poco, il torpore che precede il sonno notturno.

Quell'Estate sull'OceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora