Capitolo 33

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Oggi mi vedo con Livia, andremo al mare e verrà anche Clara.

Ieri sera ha telefonato Bruno.

La telefonata è stata estenuante. Non sentivo il bisogno di giustificarmi, tuttavia sentivo il dovere di dargli spiegazioni. Gli ho chiesto scusa mille volte e ho spiegato come fosse stata tutta una cosa improvvisa e non avessi avuto la possibilità di comunicarglielo prima, ma non so se abbia accettato questa spiegazione. Ho provato a mettermi nei suoi panni e sì, forse sarei rimasta male anche io.

A un certo punto mi ha detto, Alba, mi ami ancora?

Sono rimasta ammutolita, non mi aspettavo quella domanda e non mi aspettavo di non avere una risposta immediata.

Perché mi fai questa domanda? Che bisogno hai di chiedermelo adesso? Gli ho chiesto infastidita.

E tu perché non mi rispondi?

Ho esitato ancora un po' e poi l'ho spinta fuori dalle labbra quella risposta meccanica. Certo che ti amo. Perché devi metterlo in dubbio, perché sono andata in vacanza con Livia?

È stato un chiaro contrattacco. È stata la mia difesa e lui se ne sarà accorto.

Solo mia madre, seppur non condivida del tutto il mio comportamento, mi sostiene e appoggia con complicità la mia bugia. Sa che Bruno non capirebbe, che tutta la sua famiglia non capirebbe e si complicherebbero solo le cose e io, per compiacere tutti, mi sarei privata di un'esperienza meravigliosa che chissà quando sarebbe capitata di nuovo.

Livia è venuta fino a casa per raggiungere insieme la spiaggia con la sua auto. Lì, troveremo anche Clara col suo nuovo ragazzo, un tale che ha conosciuto proprio la sera del mio compleanno.

Livia mi confessa di non aver potuto fare a meno di informarla del mio viaggio.

Esprimo disappunto. Questa cosa non va bene, Clara farà domande, lo verrà a sapere suo fratello che è amico con Bruno. D'altro canto, non posso rimproverarla per questo, ha già fatto molto per me.

Mentre Clara passeggia col suo ragazzo, noi due possiamo parlare con tranquillità e accordarci sui dettagli da tenere a mente per la versione ufficiale della nostra vacanza insieme.

«Aveva un tono strano» dico alla mia amica, «forse mamma ha ragione sul fatto che Bruno non abbia creduto alla vacanza insieme a te».

«Un po' lo devi capire... Sta lì da solo, non conosce nessuno e viene a sapere che tu sei partita all'improvviso, per tutti quei giorni...»

«Cosa cambiava se fossi rimasta? Sempre lontani saremmo stati».

«Sì, ma quando avrebbe telefonato vi sareste parlati».

«Mi infastidiva rispondere alle sue domande ieri sera, non ero ancora pronta. Avrei avuto bisogno almeno di altri due giorni. Sono stata costretta a rifilargli un sacco di bugie. Mi sento una persona pessima. Non me lo ha espresso chiaramente, ma potevo avvertire la sua contrarietà».

Sbuffo con energia. «Io non voglio che lui condizioni la mia vita. Forse che lui si priva di qualcosa? Fa sempre quello che gli va di fare»

«Ma lui sta in Svizzera per un futuro vostro, Alba. Non puoi mettere le due cose sullo stesso piano». Il suo tono è morbido, delicato.

«Possiamo parlare d'altro per favore? Questo argomento mi sta innervosendo».

«Lo vedo... Sei sicura che è solo per la telefonata con Bruno?»

«E cos'altro? Pensa se venisse a sapere delle balle che gli ho raccontato... Tu come ti sentiresti?»

«Sì, in effetti...»

Quell'Estate sull'OceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora