Il sole e il mare si sono incontrati in quella linea chiamata orizzonte.
È il tramonto.
Di tramonti belli ne ho visti in questi anni e, avendo abitato sempre in località marine, credo di aver potuto godere di quelli migliori, ma questo... È unico.
Non trovo le parole per definirlo. Le sfumature tra il rosso e rosa, che si diffondono sopra e sotto la linea di mezzo, non credo siano riproducibili. L'acqua al di sotto, assume colorazioni che vanno dal celeste al grigio e blu scuro.
Mimmo ha illuminato il contorno del catamarano con delle lucine collegate alle batterie a bordo. Tra poco, quando sarà buio del tutto, questa enorme zattera sembrerà uno strano essere galleggiante sulla vastità scura.
Vorrei tanto che mamma e papà fossero qui con me per ammirarlo insieme.
Bruno.
Bruno starà di certo chiuso dentro quattro mura a studiare o a leggere qualcosa di scientifico, immerso in un clima buio e freddo. Che penserebbe di me se venisse a sapere dove mi trovo in questo momento?
«Bello, vero?» La voce di Franca mi coglie sovrappensiero.
Mi volto e annuisco senza parlare. Lei mi tocca i capelli ancora umidi.
«Dici che domani sarà possibile dargli una sciacquata con acqua dolce? Solo una sciacquata» chiedo.
«Vedremo quanta acqua ci consentiranno di consumare».
Me li tocco anch'io. Da quando siamo partiti li ho sempre e solo bagnati con acqua di mare. Non li riconosco più. Quando passo le dita in mezzo si sente tutto il sale. Anche spazzolarli non li migliora granché.
«Perché pensi che io li porti corti?» Gli ultimi riflessi di luce naturale le fanno brillare gli occhi color acquamarina.
Le sorrido.
«Dai, avvicinati che mangiamo» mi dice, prima di allontanarsi.
A tavola, noto quasi subito che Antonella non è con noi, e d'altra parte, sarebbe difficile non accorgersi della sua assenza. Così, sembra strano che sia proprio io a farlo, ma dopo un po' chiedo: «Antonella?»
«È rimasta di sotto, ha detto che non si sentiva tanto bene» ha risposto Giusi «anzi, vado giù a vedere» ha aggiunto.
Quando si tratta di lei, mi viene automatico spiare subito le reazioni di Francesco per vedere cosa fa, ma lui continua a riempirsi il piatto di pomodori e fagioli, indifferente alla cosa.
Terminiamo di cenare. Ognuno ripone il proprio piatto ripulito alla meglio con tovaglioli di carta, così pure con le posate. Domani, se ce ne sarà la possibilità, li laveremo in modo decente.
La brezza è aumentata, proprio come aveva detto Mimmo e il nostro veicolo acquatico scivola sull'acqua che è una meraviglia.
A una certa ora scendo giù in cabina, continuo a leggere alla luce della finta lampada a petrolio, in realtà, alimentata a pile elettriche e, pian piano, scivolo nel sonno.
Vengo svegliata da un bussare continuo. Guardo l'orologio: le due? Ma chi è?
«Chi è?»
«Alba, puoi aprire per favore? Antonella sta male». È la voce di Francesco.
Sono ancora insonnolita quando apro la porta. Lo guardo, in attesa di spiegazioni.
«Scusa, per caso avresti qualcosa, tipo buscopan o simili, ha dei dolori fortissimi».
«N-no, io non ne uso, non ne ho mai avuto bisogno...» Lo vedo smarrito. «Aspetta, vengo a vedere, magari posso essere d'aiuto, che dici?» Sono un'ipocrita. In realtà più che della salute di Antonella mi interessa entrare in quella cabina per sbirciare cosa succede lì dentro.
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Quell'Estate sull'Oceano
General FictionC'è Alba. Giovane, solare, con un approccio positivo alla vita, ma anche critico. C'è il suo amore per Bruno e la volontà di vedere realizzati i loro progetti insieme. Il clima sereno che le offre la sua famiglia la incoraggia a perseguire i suoi ob...