Immobile nella stessa posizione. Sorpresa e stordita. Sono già trascorsi diversi minuti da quando lui è uscito.
Ti voglio da quella sera. Queste parole continuano a echeggiare nel mio cervello e non riesco a fermarle.
Da quella sera... La sera del mio compleanno? Certo, non può essere diversamente.
Non ha detto "Mi piaci, Ti desidero, Mi interessi..." Ha detto Ti voglio, con quel tono sicuro, a tratti spavaldo – ma che mi ha provocato una vertigine – di chi sa cosa vuole. Una manifestazione di chiaro possesso, ti voglio.
Però, non mi ha neanche sfiorata, perché?
Ha espresso questa sua intenzione e poi non mi ha neanche toccata. E io ero là, timorosa e fremente e le avrei volute quelle labbra sulle mie; e per un attimo, quando i suoi palmi si erano fatti così vicini sul materasso, per un attimo ho sperato che le sue mani si allungassero ancora un po'. Mancava così poco a quel contatto...
Adesso mi sento una stupida perché lui mi ci fa sentire.
Mi ha fatto passare per un'esaltata che vede complicità tra lui e la sua amica contro di me e invece lui esordisce con Ti voglio... Da quella sera e poi ha aggiunto, Non sono sicuro di volerti dividere con lei, anzi, ha detto, Non sono mai stato sicuro.
E la gara di ballo... Per guardarmi ballare perché adora come ballo.
Se da una parte, questa specie di ammissione mi gratifica, dall'altra mi intimorisce e mi indispone perché, di fatto, non è una dichiarazione d'amore, ma una semplice manifestazione di volontà. Mi vuole, come vorrebbe consumare una pietanza gustosa o intraprendere un viaggio avventuroso come questo... Quindi, è stato questo il motivo per cui mi ha invitata? Lo ha progettato da quella sera? Ma no, non può essere, l'incontro è avvenuto per caso, quel giorno col motorino in panne...
Mi sento lacerata dentro. C'è una sottile sensazione di gratificazione per quelle sue parole rivolte a me, ma c'è anche quel timore antico, quello per cui una donna teme di essere considerata una semplice preda. Perché così mi sento io con lui e sarebbe una sensazione anche eccitante – non fosse per il pensiero che mi disturba, che avrà voluto anche le altre come vuole me adesso.
Come ha voluto Adele .
E io, non voglio essere messa su quello stesso livello... Però, di Adele ha detto che è stata lei a tallonarlo... E lui si è solo adeguato; da uomo che è, poteva rifiutare? Poverino, che sacrificio deve aver fatto!
Sarebbe stato diverso se mi avesse detto "Mi piaci, Ho perso la testa o Mi fai impazzire" ?
E questo, cambierebbe forse le cose tra me e Bruno?
Bruno.
Sì, Bruno a volte mi dice Mi fai impazzire, solo in alcune circostanze. Ma quei brividi, quelli che ho sentito prima, quella tensione a fior di pelle, quel desiderio di sentirmelo addosso, non lo provo da tanto tempo, e forse, non l'ho mai provato in un modo così intenso.
Se Francesco tornasse qui adesso, lo so, non farei nulla per fermarlo. Non dopo quello che ha detto. C'è un richiamo così selvaggio in quelle parole... E il fatto che mi abbia lasciata così, in preda a questo turbamento non fa che peggiorare le cose.
Bruno non mi ha mai parlato così e io ho sempre pensato che era il giusto atteggiamento di una persona dolce, rispettosa, delicata... Innamorata.
Però anche Francesco non mi ha certo mancato di rispetto... Ma quel Ti voglio, con quella voce, con quella luce negli occhi... Ho ancora i brividi.
STAI LEGGENDO
Quell'Estate sull'Oceano
BeletrieC'è Alba. Giovane, solare, con un approccio positivo alla vita, ma anche critico. C'è il suo amore per Bruno e la volontà di vedere realizzati i loro progetti insieme. Il clima sereno che le offre la sua famiglia la incoraggia a perseguire i suoi ob...