Un chiarore filtra attraverso le palpebre chiuse. Le apro piano, esitante. Impiego un po' a capire dove sono. Ho un cerchio alla testa. Mi porto il palmo sulla fronte, poi, apro gli occhi del tutto. La prima cosa che vedo sono i miei sandali a pochi centimetri da me sul pavimento di legno e, dentro uno di essi, il mio orologio. Mi metto seduta e mi guardo intorno. Credevo di aver sognato e invece sono proprio in questa casa, vestita e addormentata da sola sul divano.
Lui dorme nel suo letto, a meno di due metri da me. Mi ha tolto lui i sandali e l'orologio, che gesto gentile.
Le lancette segnano le sette. Mi sporgo da una tenda per vedere la situazione di fuori. Il sole è già alto, sembra tutto tranquillo.
Vado in bagno, ho bisogno di farmi una doccia.
C'è un accappatoio appeso su una parete e accanto un asciugamano grande. Mi asciugherò con quello, tanto, ormai con Francesco abbiamo scambiato più del dovuto. Devo fare attenzione a non bagnarmi i capelli però, altrimenti ci vorrà un sacco di tempo per asciugarli. Con un asciugamano più piccolo realizzo un turbante così da proteggerli dall'acqua. Sono emozionata all'idea di entrare là dentro, è così bella!
Certo, chi ci crederebbe che dopo una fuga dalla discoteca, come quella di ieri sera, la nottata è finita così.
L'acqua che scorre sulla pelle stimola i pensieri.
Chissà perché ha preferito rilassarsi.
E non mi ha neanche spogliata, solo i sandali.
Non ricordo proprio il momento in cui mi sono addormentata.
Ha detto che mi ha pensata per tutti questi giorni. Stupido... perché non mi ha cercata? Davvero si è fatto scrupoli? Lui?
Più tardi dovrò chiamare Livia... E poi mia madre.
Quando esco dalla doccia mi sento decisamente meglio. Anche l'umore è cambiato, sono meno ansiosa.
Apro la porta del bagno, lui dorme ancora, nella stessa posizione.
Certo che è proprio bello.
Di una bellezza fuori dagli standard.
Ha un fascino selvaggio, con questa pelle dall'abbronzatura costante mi ricorda un certo tipo di popolazione. Nel film Balla coi lupi erano Sioux. Ma ha anche dei tratti del mondo arabo.
Ha queste mani così eleganti con queste dita affusolate. E tutti i muscoli proporzionati, non come i palestrati. Lui è proprio così, asciutto, tonico. E queste ciglia lunghe che gli donano quello sguardo ammaliante.
Lui ti ammalia senza aprire bocca.
Mi è mancata, la volta scorsa, questa possibilità di osservarlo da vicino mentre dormiva.
A che ora si sveglierà?
Mi sistemo meglio l'asciugamano che ho addosso e tiro via l'altro dai capelli, lasciandoli scendere giù. Mi guardo intorno.
Potrei preparare qualcosa da mangiare, a dire il vero avrei anche fame.
Raggiungo l'angolo cottura e inizio a controllare ogni pensile e il frigo.
Uhm, vediamo... il caffè c'è; biscotti di vario tipo, marmellata, burro, pancarrè, mele, banane, pesche, albicocche... È pieno di frutta.
Direi che c'è cibo a sufficienza.
Preparo il caffè e mentre aspetto che sia pronto dispongo su un vassoio ogni ben di Dio: piattini con biscotti, pane con burro e marmellata e poi taglio a dadini una mela e a rotelle una banana.
STAI LEGGENDO
Quell'Estate sull'Oceano
Aktuelle LiteraturC'è Alba. Giovane, solare, con un approccio positivo alla vita, ma anche critico. C'è il suo amore per Bruno e la volontà di vedere realizzati i loro progetti insieme. Il clima sereno che le offre la sua famiglia la incoraggia a perseguire i suoi ob...