Fa molto caldo stanotte e faccio fatica ad addormentarmi. Le finestre sono aperte nella sciocca illusione che l'aria notturna possa rinfrescare l'interno.
Ieri, quando mi ha riaccompagnata a casa erano le otto e trenta. Ha aspettato che entrassi prima di ripartire. Poi, avrebbe raggiunto il cantiere. Ha detto che in questi giorni, prima delle ferie, è impegnato a ultimare delle cose.
Quando ha fermato l'auto davanti a casa mia ho subito aperto lo sportello per scendere. Ciao, l'ho salutato frettolosamente, ma lui mi ha preso una mano. Aspetta... Con una gamba già fuori ho girato piano la testa per guardarlo con aria interrogativa.
Non vuoi che ci accordiamo per rivederci? Io per le sei dovrei tornare a casa, posso passare qui, prima.
Va bene, sì. Ho risposto col tono più neutro che potessi interpretare. Non volevo apparire scostante né provocargli quella sensazione di ossessivo bisogno di stare insieme.
Voglio che sia lui a decidere. A me sta bene, basta poterlo rivedere.
Ha trattenuto la sua mano nella mia e mi ha guardata con una luce divertita negli occhi.
Allora, ci vediamo dopo... Ha accarezzato le dita prima di lasciarla.
Sì, a dopo.
In casa ho trovato mamma in piena attività in cucina.
L'ho salutata e poi le ho chiesto Esci?
Stava aspettando Emilia per andare al mare.
Non ho replicato. Lei non mi ha invitata e io non mi sono proposta. Ho provato un forte conflitto tra il desiderio di stare con lui e il piacere di trascorrere del tempo anche con mia madre.
C'è stata una sola giornata per noi due, insieme.
Rimasta sola, dopo che lei è uscita, ho provato un senso di smarrimento. Sta succedendo troppo e sta succedendo troppo in fretta. La mia vita ha subito un totale scompiglio, non per forza in negativo, anzi, ma non so come gestirlo.
Sono entrata in bagno e, dopo un'ora di cure personali, ho chiamato Livia e l'ho invitata a pranzare insieme, da me.
Alle sei ci siamo salutate e alle sei e trenta lui ha citofonato.
Mamma dice che dobbiamo allentare un po' io e Francesco, che non è prudente farci vedere in giro ogni giorno, almeno finché Bruno non faccia ritorno.
Finché Bruno non faccia ritorno
Questo pensiero mi inquieta ogni volta.
Così, ci siamo organizzati per vederci nelle ore notturne. Francesco non è contento di questa decisione, più mia che sua; dice che ci stiamo bruciando i più bei giorni dell'estate, che è adesso il momento di goderci la nostra felicità, di prenderci quello che più ci fa piacere, come dice sempre lui. Non posso dargli torto. È la sua filosofia di vita, una filosofia che sto cominciando a fare anche mia.
Ieri sera ero a casa sua, come accade ormai ogni giorno. Per tutto questo tempo i suoi non si sono mai affacciati, mai intromessi. Francesco gode di una privacy totale, credo che ciò sia dovuto soprattutto al fatto che sia l'unico figlio maschio.
Abbiamo cucinato, poi mangiato; era come se lo avessimo fatto da sempre, il suo modo di mettermi a mio agio a volte mi destabilizza, ma in positivo. Non abbiamo bisogno di accordarci su quello che desideriamo fare, lo facciamo, in totale intesa, in condivisione più profonda. Dopo cena ha messo su un disco, poi, ha preparato uno spinello. Lui dice che lo rilassa e gli fa affrontare ogni cosa con maggior obiettività senza andare in ansia. Non mi obbliga mai, me lo propone ogni volta e io sono libera di fumare oppure no, ma ho notato che l'effetto che mi produce è positivo, riesco a vivermi tutto con maggior leggerezza senza cadere nell'angoscia di quello che potrà essere.
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Quell'Estate sull'Oceano
General FictionC'è Alba. Giovane, solare, con un approccio positivo alla vita, ma anche critico. C'è il suo amore per Bruno e la volontà di vedere realizzati i loro progetti insieme. Il clima sereno che le offre la sua famiglia la incoraggia a perseguire i suoi ob...