TENTAZIONE

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《Siamo tornati!!》urlò Hana appena varcammo la soglia di casa.
《Non importa comunicarlo all'intero palazzo!》le dissi scompigliandole i capelli.
《Il solito antipatico!!》aggiunse lei.
《Bentornati cari!!》disse nostra madre spuntando dalla cucina. 《Hana vieni a darmi una mano a preparare la cena!》aggiunse lei, prima di tornare in cucina.
Mia sorella sbuffò, ma la seguì.
《Io vado a studiare!》comunicai loro andando verso la mia camera.
《Non studiare troppo fratellone!!》disse mia sorella. Sorrisi ed entrai in camera. Guardai la scrivania con i suoi libri e quaderni colmi di appunti, ma decisi di sdraiarmi sul letto. Due occhi verdi avevano occupato i miei pensieri.
Ripensai al pomeriggio appena trascorso. Il suo imbarazzo quando mi vide dietro di lei al bar vicino scuola. I suoi occhi curiosi che mi guardarono come fossero attratti da ciò che vedevano... io lo ero, dei suoi occhi. E dal modo in cui pronunciava il mio nome come a scandire ogni singola lettera... sentii un fremito al solo pensiero. Il suo parlare senza guardarmi, aveva forse timore di me? Le dava fastidio la mia presenza? Non capivo. Sapevo solo che avrei voluto si fermasse il tempo quando i nostri occhi si incrociarono. I suoi occhi, la mia droga. Ma anche il resto non era niente male. Ammetto di averla squadrata mentre andavamo verso la mia macchina. I suoi capelli, lunghi, lisci come seta che svolazzavano ad ogni passo. Il suo seno, celato dietro ad una sottile t-shirt, che si alzava e abbassava ad ogni passo, come a scandire il battito del mio cuore. E poi quella sua gonnellina a pieghe che celava qualcosa di interessante, di caldo, accogliente... il fremito fu accompagnato da un calore improvviso, chiusi gli occhi per meglio immaginarla. Le sue gambe, poi, lunghe, intriganti. Ammetto di averle guardate appena si sedette di fianco a me. Uno sguardo fugace che non colse, fortunatamente. Un'altra cosa mi colpì, la sua dolcezza e il suo timore nel dirmi che abitava con gli zii, come se non si volesse scoprire... compresi il suo disagio e cominciai a parlare, io che, solitamente, sono estremamente taciturno. Speravo di arrivare velocemente a destinazione, ma poi iniziò a raccontare. La passione con cui mi spiegò il suo amore per la fotografia mi colpì, mi fece sperare, per un attimo, di trovare traffico e prolungare quello stare vicini. Parlare con lei era piacevole. E poi la cintura che le accarezzava il seno, le gambe leggermente divaricate scoperte dalla gonna che si era un pochetto alzata dallo stare seduta. Avevo caldo, tanto caldo. Il mio corpo fu scosso nuovamente da un fremito. Il suo sguardo quando mi salutò fu la degna fine di un momento di grande tensione sessuale. Solo guardandomi mi scombussolava, travolgeva. Non le risposi, mi limitai ad un cenno del capo. Lei attese qualche istante, poi fece per uscire. Allora parlai, pronunciando lentamente il suo intero nome. Mi parve di vederle stringere le gambe. Poi uscì. Le rivolsi un ultimo sguardo mentre si allontanava, notando altri occhi interessati a lei. Tornai a guardarla un' ultima volta, quei fianchi che si muovevano, i capelli svolazzanti e l'immagine dei suoi occhi tentatori fecero esplodere il mio desiderio. Aprii gli occhi. Guardai in basso. Mi ero dato piacere pensando a lei. Il solo pensiero mi aveva fatto venire. Che cavolo mi stava succedendo?! Avevo dei piani, degli obiettivi, non erano ammesse distrazioni. Scossi la testa come a voler cacciare i pensieri e andai in bagno per una doccia.
Con l'asciugamano in vita mi avviai verso la mia camera, ma un urletto catturò la mia attenzione. Mia sorella stava saltellando nella sua camera. Entrai. In quel momento arrivò anche nostra madre.
《Hana cos'è questa confusione? Cosa sta succedendo??》chiese lei.
《La signorina Force mi ha appena inviato alcuni degli scatti di oggi e sono bellissimi!! Sono una fantastica fotografa!!》disse lei con grande euforia.
《Questo non sta a te dirlo, sorella》le dissi per poi voltarmi per uscire.
《Allora vieni a guardare tu stesso, antipatico!》aggiunse lei in tono di sfida.
《Non sono un'esperta, ma sembrano ben fatte! Brava tesoro!》disse mia madre che aveva già sbirciato.
Mi avvicinai preparandomi la battuta ironica da farle. Non andò così. Rimasi immobile. I miei occhi fissi sullo schermo. Fissi su quel volto, il suo. I suo capelli che avrei voluto accarezzare, la sua pelle candida così sensuale, le sue labbra color ciliegia che avrei voluto assaggiare!
《La ragazza è molto carina, chi è?》chiese nostra madre.
《Si chiama Louise, frequenta il corso di fotografia ed è bravissima... e va in classe con Ibrahim!》disse lei, guardandomi sulla frase finale.
《È una tua amica figlio mio?》domandò mia madre.
Non risposi, ero immobile, perso.
Mia sorella mi risvegliò con una gomitata.
《No, non è mia amica... frequentiamo soltanto la stessa classe》risposi.
《Hana sei molto brava, ma ora dobbiamo finire di preparare la cena che tra poco tornerà tuo padre dal lavoro》disse, avviandosi verso la cucina.
《Ok, ok, andiamo》rispose Hana.
《Tu, se vuoi, puoi restare qualche altro minuto ad ammirarla!》aggiunse con uno strano sorrisetto prima di scomparire dalla camera.
Ero solo. Mi avvicinai al mouse. La tentazione era troppa. Guardai anche gli altri scatti. Nei primi sembrava persa nei suoi pensieri. Altra foto, poi un'altra... fino a quando i miei sensi vibrarono. Loro, i suoi occhi. Erano stretti, luminosi, bellissimi. Stava sicuramente sorridendo. L'eccitazione stava nuovamente salendo. La tentazione fu troppa. Insostenibile. Lo feci. Stampai quella foto. La nascosi dentro l'asciugamano che stavo indossando. Tornai velocemente nella mia camera. Mi sentivo un bambino in piena tempesta ormonale. Lei, la mia diavoletta tentatrice.

LUCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora