Un amore che ti consumi

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Una volta accesa la luce, vedo i suoi capelli biondi e riconosco JJ. Il sollievo mi travolge tutto in un colpo, e senza pensarci due volte mi butto tra le sue braccia.

"Oddio, JJ!" sussurro, lasciando cadere la mazza da golf sul tappeto. Mi stringo forte a lui, come se solo la sua presenza potesse fermare il caos nella mia testa.

"Ehi... scusa se sono entrato così, la porta era aperta," mi dice, preoccupato, stringendomi delicatamente a sé. "Stai bene?"

"No... Io ho paura," gli rispondo con la voce rotta, e scuoto la testa prima di accasciarmi accanto al divano. Le gambe non riescono più a sorreggermi.

"Di cosa hai paura, Em? Parlane con me," insiste JJ, sedendosi accanto a me, le sue mani che cercano le mie.

"Io... io non riesco a respirare," gli dico, scuotendo la testa in un moto disperato. Il nodo alla gola sembra strangolarmi. " Io non ce la faccio a sopportarlo."

JJ mi guarda con una calma che non pensavo fosse possibile in una situazione del genere. Con delicatezza, porta una mano sotto la mia guancia e alza il mio viso verso il suo. I suoi occhi mi agganciano, profondi e fermi. "Ascoltami. Guardami adesso," dice con un tono rassicurante. "Respira con me, ok?"

Ingoio un singhiozzo e annuisco lentamente, cercando di fidarmi di lui.

"Concentrati su di me," continua JJ. "Inspira per quattro secondi." La sua voce è calma, quasi un sussurro, e il suo tono sembra seguire il ritmo del mio respiro. Lentamente, seguo il suo comando, l'aria che riempie i miei polmoni dopo minuti che mi sono sembrati un'eternità. "Bene, ora espira. Sei secondi, ok? Tutto fuori."

E così faccio. Respiro con lui, seguendo il suo ritmo, fino a quando l'oppressione al petto non si alleggerisce, poco a poco.

"È tutto così orribile... " confesso, il tono della mia voce tremante. Mi appoggio alla sua spalla, cercando conforto.

"E' di Rafe che hai paura?" mi chiede JJ, il suo tono calmo, ma le sue parole pesano come un macigno.

"Ha sparato allo sceriffo," sussurro, sentendo un brivido risalire la schiena. Le immagini di quel momento mi tormentano, ogni singolo dettaglio inchiodato nella mia memoria. "E io... io ho visto tutto." Deglutisco, il nodo in gola non vuole sparire. Stringo la sua mano più forte, come se fosse l'unica cosa che mi tiene ancorata alla realtà. "Non riesco a dimenticarlo... e i ragazzi... è troppo."

JJ non mi lascia andare. Mi accarezza i capelli con dolcezza, come se il solo tocco potesse spazzare via tutte le mie paure. "I Cameron non ti faranno niente, sei al sicuro qui," mi assicura. "Ci sono io con te."

"Tu non hai paura, JJ?" gli chiedo, sollevando lo sguardo per studiare il suo volto.

"Paura io?" ripete, scrollando le spalle come se la paura fosse una cosa lontana da lui. "No, niente mi fa paura."

Ma io lo conosco. So che mente. 

"Tutti hanno paura di qualcosa," gli dico con un tono deciso, scuotendo la testa.

"Mh... perdere nelle gare di surf vale?" mi risponde con un sorriso ironico, e un sorriso sincero si forma sul mio viso.

"Non vale," gli rispondo, scuotendo la testa e ridacchiando.

"Ok, allora... forse ho paura di te con una mazza da golf in mano," scherza, facendo finta di rabbrividire.

"Non ne avevo idea di cosa fare con quella mazza!" ribatto, scrollando le spalle con un sorriso imbarazzato. "Era l'unica arma a portata di mano."

JJ ride, e quella risata ha il potere di spazzare via, anche solo per un momento, il peso che mi schiaccia. "Però ti ho fatto ridere," mi fa notare, soddisfatto.

Right Now || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora