Un passo avanti e tre passi indietro

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Non so come sia successo, ma tutto ciò che riguarda la scorsa notte è ancora impresso nella mia mente, vivido e chiaro. Io e JJ... ci siamo quasi baciati. Quasi.

Questa frase continua a ronzarmi nella testa, rimbalza da un angolo all'altro dei miei pensieri, e non riesco a fermarla. Quasi.

Non dovrei pensare a questo. Non dovrei nemmeno dare peso a ciò che è successo, perché tanto non è successo veramente, no? Eppure, l'idea che le nostre labbra fossero così vicine... che ci fossimo sfiorati, mi fa sentire qualcosa di strano, qualcosa che non avevo mai sentito prima.

Lo saprai quando vorrai stare con qualcuno a qualunque costo. Ti sembrerà giusto e basta.

Le parole di mia madre continuano a tornare nella mia mente, come un eco che non riesco a zittire. Ma sono davvero destinate a JJ, queste parole? O le sto solo forzando, cercando un senso dove forse non c'è?

Ho passato tutta la notte a fissare il muro, incapace di prendere una decisione, di capire cosa fare. Non voglio ammettere che mi piacerebbe baciarlo, che mi piacerebbe stare con lui,  non posso ignorare la realtà. Mi piace la sua compagnia, mi piace quando mi fa ridere, mi piace quando mi guarda in un modo che mi fa sentire unica.

Dovrei fingere che non sia successo nulla?

La domanda continua a tornarmi, come un'ombra che non vuole andarsene. Eppure, continuo a ripetermi che forse è solo l'effetto della birra e dei margarita, che probabilmente non ero completamente lucida. Ma a che servirebbe mentire a me stessa?

Sento il mio corpo rilassarsi e il sonno prendere il sopravvento. Eppure non ci riesco. Il pensiero di JJ mi tiene sveglia, la sua presenza accanto a me mi fa girare nel letto. Il suo braccio intorno ai miei fianchi, e non posso fare a meno di fermarmi a riflettere.

Mi giro di lato, cercando di non svegliarlo. I ragazzi dormono profondamente,  e nel silenzio della notte, dentro di me c'è tutt'altro che silenzio.

In queste circostanze so bene cosa mi avrebbero detto Sarah, Kiara e probabilmente anche mia madre.. in quanto soprannominate da me, come; coscienza numero uno , saggezza numero due e sapienza numero tre.

"Avvicinati a lui! Che aspetti?"

Mi chiedo se non sia troppo tardi per farmi avanti. Ogni volta che chiudo gli occhi, sento il suo respiro vicino, il battito del suo cuore che mi sembra così naturale. Vorrei avvicinarmi. Ma so che non sarebbe semplice. Non sarebbe facile affrontare le domande di Sarah, di Kiara, che sicuramente mi chiederebbero cos'è successo. E poi, c'è sempre quella piccola vocina che mi dice di stare calma, di non prendere decisioni affrettate.

"Non è successo niente. Non è il momento giusto," mi ripeto, ma la mia mente è tutto fuorché tranquilla. E il suo braccio che mi circonda non aiuta a calmarmi.

Un rumore distante mi fa sobbalzare. Sarah e John B. sono già usciti, probabilmente per prendere l'attrezzatura per il torneo. Li sento parlare sottovoce e, sebbene mi piacerebbe alzarmi e chiedere loro se posso dare una mano, la stanchezza vince. Decido di restare nel mio angolo di quiete. Voglio solo dormire. Dormire senza pensare.

"Quando dormo non penso, non mi faccio paranoie..." mi ripeto, come un mantra, mentre mi adagio di nuovo sul cuscino. Il suono delle onde che arrivano dalla spiaggia mi culla, mi aiuta a distogliere la mente dai pensieri che continuano a frullare nella mia testa.

"Stai solo negando l'evidenza, ancora una volta."

Causai un lieve rumore non appena poggiai il telefono sul tavolino accanto al divano, ma nessuno si mosse tutti continuavano a dormire.. e chi ero io per svegliarli? Infondo ero davvero stanca, meglio approfittare di questo silenzio, del rumore delle onde e tornare a dormire evitando ancora per un po', tutto il resto.

Right Now || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora