Harry's Pov
Megan è ormai dentro quella stanza da ore. La cosa mi fa molto insospettire, perché è una ragazza a dir poco sveglia e sarebbe riuscita a trovare la via di fuga subito. In più, sa dove si trova e non capisco perché sia ancora lì dentro.
Più di una volta, finche ero appoggiato a questa porta, ho pensato che Jeremy avesse approfittato di lei e che le avesse dato una botta in testa, così da farle perdere i sensi. Ma so anche che Megan si difenderebbe, e lui non avrebbe potuto fare niente.
È sera ormai, e nessuno ha sfondato un muro ed è passato da questa porta. Perché ci mette tanto?
Mi alzo in piedi e mi dirigo verso l'ufficio di Jeremy. Ormai sono le sette passate, e tutti sono andati a casa. Solo io e poche persone abbiamo la possibilità di rimanere qui dentro fino a tardi, e Jeremy non fa parte di questa categoria.
A grandi falcate raggiungo le scale e scendo fino al piano 22, il mio stesso piano. Gli uffici sono tutti scuri, le luci sono spente. Solo i led dei corridoi mi fanno compagnia.
Raggiungo l'ufficio di Jeremy ed entro. Accendo l'interruttore a lato della porta e ci metto un po' per abituare i miei occhi a questa luce forte. Prendo il laptop di Jeremy ed entro nel suo account. Conosco le password di tutti i dipendenti di questo posto e, grazie alla mia buona memoria, riesco a ricordarmi tutti i codici del centro. Infondo, li ho creati tutti quanti io.
Dopo aver inserito il codice, cerco sul desktop la cartella dei codici. Jeremy è un addetto alla sicurezza: controlla tutte le telecamere di questo posto. Anche se la maggior parte delle volte si addormenta davanti allo schermo.
Cerco qualcosa che mi possa aiutare, ma nessun numero è scritto sulla cartella. Cerco in tutte le cartelle possibili e immaginabili, ma non c'è niente. Ci sono solo video, video di sicurezza mai aperti.
Impreco silenziosamente e fisso lo schermo. Magari, Jeremy non se n'è accorto e Ashton è passato davanti ad una telecamera. Apro la cartella dei video del settore di sicurezza, dove lavorano i Lewis e Antony, il tecnico che installò le prime telecamere.
Guardo tutti i video, e subito noto qualcosa di strano. Nel corridoio buio, una figura alta mi salta all'occhio. Continuo a guardare i video e noto Ashton camminare lungo il corridoio, attaccato al muro. Per poco non mi manca il respiro. Allora è vivo. Megan ne sarà così entusiasta, dobbiamo scoprire dove si trova e con chi.
Continuo a scorrere i video e vedo dei capelli rossi passarmi davanti.
"Megan.." Mormoro al laptop. Continuo a seguire quei capelli e scompaiono nella stanza di Antony.
Devo raggiungerla immediatamente, non ci sono vie di fuga lì. Rimarrà lì dentro per tanto tempo, fino a quando qualcuno non andrà a prenderla.
Chiudo il laptop e mi alzo. Ma qualcosa mi ferma..
Se non ci sono uscite da quella parte e ci sono codici che bloccano la porta principale, come ha fatto Ashton a scomparire nel nulla? Avrei visto dalle registrazioni se fosse tornato indietro, ma nessuno ha varcato di nuovo quel corridoio.
Chiudo la porta dietro di me e percorro tutto il piano, raggiungendo le scale. Salgo i gradini a due a due e prendo il corridoio opposto alla stanza della prova, dirigendomi verso il corridoio della sicurezza.
555-093
Un piccolo click fa aprire la porta e cammino verso l'ufficio di Antony. La porta è aperta, e scopro felicemente che non c'è nessuno. I televisori che controllano il centro dei muri principali d'America sono spenti, tranne quello di Seattle.
"Megan, dove sei?" Sussurro nella stanza buia. Cerco l'interruttore e, quando accendo la luce, la stanza è vuota. Cerco dentro gli armadi e sotto la scrivania, ma ci sono solo un sacco di cavi.
"Megan, sono Harry. Esci fuori" Alzo leggermente la voce, setacciando la zona. Sposto in modo non troppo delicato i cavi, cercando il suo corpo rannicchiato su se stesso. Ma niente.
Dove diamine può essere andata? È quasi impossibile che sia andata nell'ufficio dei suoi genitori, la porta si apre a riconoscimento vocale. Solo io e Antony conosciamo un modo per aprire la porta e, se qualcuno avesse provato a varcare quella porta, un allarme assordante avrebbe incominciato a strillare per tutto l'edificio e la città; come se una bomba atomica si stesse per abbattere sulla città.
Mi contorco nei miei stessi pensieri ed afferro le punte dei miei capelli, tirandoli rudemente. Ho paura.
Ho seriamente paura di non trovarla più e che lei scompaia proprio come Ashton. Non conoscono questo posto, non conoscono queste persone. Non sanno come difendersi, non sanno come comportarsi. Ma la domanda più grande che mi ronza in testa è: come diamine sono usciti da questo posto?
Mi sono fatto una promessa. Ho cercato Megan Lewis per anni quando ho preso in mano quel computer. Ho ignorato tutte le altre telecamere che c'erano da controllare per guardare lei. Dio, quanto era bella con quei capelli colorati e il suo modo di fumare. Sembra così forte e ribelle, ma si vede lontano un miglio che infondo è insicura. Si vede dal modo in cui fuma, come curva le spalle per nascondere il suo mondo colorato.
Mi sono fatto una promessa, e quella era di spedire Megan altrove. Via dall'America, via da questo posto. E la persona più giusta con cui mandarla, era Ashton Irwin. Ho visto come la guarda, come le sorride, come l'abbraccia. So che farà di tutto per salvarla e mi fido di lui
Stringo la collana di Megan tra le dita, sperando solo che sia viva. Non dovevo lasciarla da sola, questa mattina. Dovevo farla entrare e farle sentire tutto quello che volevano dirmi i ragazzi. Si trattava del suo migliore amico, cazzo.
So che non posso competere con lui. È un bravo ragazzo, e so che potrebbe tenerla al sicuro. Io non sono niente di tutto questo. Sono sempre rinchiuso qui dentro a impostare codici e creare account. Sono acido e uno stronzo, respingo tutti quanti. Questo posto mi ha cambiato, sono diventato una persona orribile.
Un bambino di sei anni dovrebbe stare in un giardino, con la sua famiglia e giocare con i suoi amichetti. Mi immagino questa scena da quando sono qui: un campo pieno di fiori, sul quale corriamo mano nella mano io e Megan. Ci fermiamo davanti ad un albero, e saltano fuori Niall e Ashton con una corona di fiori per la bambina rossiccia.
Ma purtroppo, tutto questo rimane un sogno irrealizzabile.Devo portarla via da qui, con l'unica persona che la possa amare senza limiti. E questa persona non posso essere io. Lei quasi non mi conosce, mi vede solo come Harry Styles. Non ricorda quel bambino con i capelli ricci e disordinati, con un sorriso luminoso che invadeva il mio volto. Quel sorriso si è spento ormai da anni, e niente lo porterà indietro.
Mi accuccio di nuovo sotto la scrivania e sposto gli ultimi cavi, dove non avevo guardato.
E vedo qualcosa, qualcosa che non ho mai visto prima in questo posto.
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Suspects • H.S.
Fanfiction"È la vita. Non è che fuori da queste mura sia perfetta, ma è sempre meglio di ciò che si trova qui dentro. Qui sei in trappola, uno schiavo. E no, non sto parlando di lavori forzati. Sto parlando di uno schiavo degli stereotipi, dei pregiudizi e de...