Capitolo 13

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Il cuore minaccia di schizzarmi via dal petto. La porta si è aperta, ma non sono riuscita a vedere la persona che è entrata. Sono qui, rannicchiata in un armadio, con una mano sulla bocca per evitare di ansimare troppo rumorosamente.

Distolgo lo sguardo dalla fessura e, in silenzio, mi distendo. Per fortuna, i cappotti appesi alle grucce mi nascondono, ma non abbastanza da coprirmi del tutto.

"Dannazione, non è in casa" Impreca l'uomo.

Sbircio dalla fessura e finalmente lo vedo: sembra abbastanza alto; i suoi capelli sono di un castano chiaro, tirati leggermente indietro con del gel; i suoi occhi sono azzurri, come il ghiaccio. Fa quasi paura a vederlo così, nel suo completo informale. E' terribilmente affascinante, ma c'è qualcosa sotto quell'azzurro.

Non è come Harry. Lui sembra misterioso, ma non un misterioso da metterti paura. Certo, mette un po' di soggezione, ma non penseresti mai che ti possa fare del male. Invece, questo ragazzo sprigiona inquietudine e, scommetto tutto quello che possiedo, che porta con sé un coltellino per "difendersi".

Lo vedo tirare fuori il cellulare dai suoi pantaloni e toccare ripetutamente lo schermo.

"Harry, dove cazzo sei?" Ringhia, mettendo il telefono all'orecchio.

"Non mi interessa se stai lavorando, devi venire subito qui" Continua, con questo tono acido e terribilmente irritante. Se non fossi nascosta in un armadio per cercare di non farmi vedere, mi scaglierei contro di lui e gli sputerei in faccia.

"Okay, quindi non ti posso mai vedere?" Una piccola risata arrogante lascia le sue labbra. Ridicolo.

"Il ragazzo che hanno preso è ancora dentro. Nemmeno i bambini ci mettono così tanto ad uscire. Perché ti interessa tanto?"

Le mie orecchie si drizzano: sta parlando di Ashton?

"Sai che non ci sono telecamere o microfoni, dobbiamo solo aspettare" Si siede sul letto matrimoniale, creando un tonfo.

"Niente, se non uscirà entro dodici ore saremo costretti ad entrare" Mormora.

"Bene, adesso che ho soddisfatto le tue curiosità, che cosa mi dici della nuova arrivata? Ho visto che hanno spuntato un nome dalla lista, ma non ho ancora avuto il piacere di conoscerla" Ghigna, distendendosi sul letto.

Mi rimetto seduta, dall'altra parte dell'armadio, così da poterlo osservare. So che si sta riferendo a me.

"E perché deve rimanere con te? Di solito i nuovi arrivati vanno al deposito 204 e vengono portati nella stanza famosa" Non riesco a vedere il suo volto, solo le sue gambe che penzolano dal letto. Ride di gusto alla sua affermazione, deridendomi.

"Uh, quindi è come tipo una persona speciale per te?" Ride.

Stronzo, penso tra me e me.

"E allora perché a lei è riservato questo trattamento speciale? Niente prova, niente appartamento insulso. Non è giusto" Piagnucola ironicamente.

"Me la presenterai; sono sicuro che sia abbastanza sexy se te la vuoi tenere qui, nascosta. Perché te la sei portata in ufficio? Almeno potevo presentarmi personalmente" Ghigna. Si alza di scatto dal letto e si mette in piedi, stiracchiandosi la schiena. Mi distendo di nuovo, cercando di farmi più piccola.

"Fammi sapere quando tornate dall'ufficio che vi vengo a trovare" Dice il moro.

In modo buffo, controlla la stanza. Mi tappo di nuovo la bocca per evitare che i miei respiri affannosi possano riempire la stanza. Si avvicina al mio armadio e, in quel momento, il respiro mi si blocca in gola. Allunga la mano verso l'anta e, capisco in due secondi, che sono spacciata.

Suspects • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora