Capitolo 27

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Harry's Pov

"Su quello hai ragione" Ripeto con una vocina fastidiosa, sbattendo la porta della camera di Megan.

Non posso davvero credere che mi abbia detto in faccia che lo ama. So che sotto sotto è vero, ma non pensavo che lo ammettesse così facilmente.

Sento come un vuoto nel petto, e non so perché. Mi da fastidio, un sacco. So che dovrei trovare quel ragazzo e che abbiamo poco tempo per farlo, ma adesso che so la verità non voglio nemmeno cercarlo.

Sono egoista, si. Ma sento che Megan è.. come dire, mia. L'ho sempre protetta, ho quasi ucciso quel bastardo che l'ha violentata. Ho sempre seguito i suoi movimenti, eppure c'era qualcosa che non sapevo. Quella storia della droga e della prigione.. Mi sono sprofondati i piedi nel fango, come se fossi stato un pezzo inutile nella sua vita.

C'è sempre stato qualcuno per lei, fisicamente. Forse è per questo che in questa settimana se n'è stata chiusa in camera, perché non si può fidare ancora di me. Non ci sono mai stato come persona per lei, è come se mi avesse appena conosciuto.

Ma quando l'ho baciata.. Beh, per un attimo mi sono cedute le gambe.

Ma lei non vuole me, ed io lo capisco.

Il telefono vibra nella mia tasca e lo sfilo, notando il numero di Liam sullo schermo.

"Pronto?" Rispondo, sedendomi sul divano ed appoggiando le mie gambe sul tavolino che si trova davanti.

"Haz, l'abbiamo trovato" Sussurra, come se non volesse farsi sentire.

"Dov'è?" Mi alzo di scatto, sentendo una strana sensazione nel mio petto. Preoccupazione?

"L'abbiamo visto dalle telecamere di sicurezza, ma le sue tracce si perdono a ovest" Continua a sussurrare. Sento dei rumori di sottofondo, come se stesse camminando nel bel mezzo del centro. Non c'è molto chiasso, quindi deve parlare con questo tono per non farsi sentire dalle guardie.

"Quindi non l'avete ancora preso" Sospiro leggermente, sollevato.

"No, ma domani andremo in spedizione. Verrete anche tu e Megan" Mi informa, con voce ferma e autoritaria.

"Non so se voglio venire, Megan si chiude tutto il giorno in camera a piangere e non so se sarebbe saggio portarla con noi" Mento, anche se in parte è tutto vero. Sto solo manipolando la verità, portandola a mio favore. Non voglio che lei se ne vada adesso, è passata solo una settimana. Voglio tenerla ancora un po' qui, così che non le possa succedere niente. So che è stata nella mani di Ashton, ma lui non ha fatto niente quando era in difficoltà.

"Che cosa le hai fatto?" Sbuffa leggermente.

"Non ho fatto niente, è solo scossa dopo aver incontrato.. Peter" La mia voce trema. Siamo stati io e Liam ad attaccare Peter, o meglio Liam mi faceva da scorta.

"Oh.." Sembra sorpreso, come se non se lo aspettasse. "E dove?"

"Quello stronzo di Jeremy l'ha chiusa nella stanza della prova e lei è scappata, da dove era scappato Ashton. Solo che ad un certo punto, ha incontrato un suo vecchio amico e sono scappati insieme. Hanno raggiunto il magazzino dove avevamo rinchiuso Peter, quindi si sono incontrati" Spiego, sentendo la rabbia cominciare a crescere dentro di me.

"Chi è l'amico di Meg?" Chiede. Trasalisco per un attimo per il nomignolo che le ha assegnato, ma cerco di rilassarmi. Lui è Liam.

"Un certo Ryan, penso che l'abbiano dimenticato al deposito e che non gli abbiano nemmeno fatto la prova" Faccio spallucce, andando in cucina.

"Beh, fammi sapere se volete venire con noi. Penso che lo troveremo presto, sono molto fiducioso" Sento una porta chiudersi dall'altra parte del telefono.

"Ti farò sapere" Afferro una tazza dalla credenza e la metto sotto la macchinetta del caffè, azionandola.

"Ciao Haz" Non mi da nemmeno il tempo di rispondere che attacca.

Infilo il telefono nella tasca dei pantaloni e sorseggio il caffè nero. Non so quanto sia prudente portarla via con noi, ma forse glielo devo. Ma d'altro canto, non voglio perderla.

Dio, in che casino mi sono cacciato. Dovevo lasciarla a scuola, quel giorno, e cercare Ashton da solo. Lei non avrebbe mai saputo la verità sul muro, sui suoi genitori e non avrebbe mai fatto a pugni con il suo passato. Sono stato egoista, non ho pensato che tutto questo le avrebbe fatto male. Pensavo solo alla bambina con i boccoli rossi, e a quanto mi mancava vederla. Conoscere quella donna che è diventata, quella donna disturbata con quei capelli blu, che sono scomparsi troppo presto.

Sbatto la tazza vuota sul bancone e mi dirigo al piano di sopra, diretto verso la mia stanza. Quando passo davanti alla stanza di Meg, sento come delle voci.

"Andiamo, smettila di fare così, finirai per romperla" Riconosco la sua voce, ma sembra registrata.

"Tanto è tua!" Risponde una voce maschile.

Capisco che si sta torturando con i video di lei e Ashton. Le avevo detto di spegnere il telefono per non farsi trovare dai suoi genitori, ma ovviamente non mi ha ascoltato. È così testarda quando soffre.

Sbuffo rumorosamente, pestando violentemente i miei piedi mentre mi incammino verso la mia stanza. Pronuncio quel ridicolo codice e mi butto sul letto, chiudendo gli occhi per un attimo.

Non la porterò con me, domani. E non andrò nemmeno io. Starò a casa con lei tutto il giorno, al diavolo il lavoro.

Se mai lo trovassero, potrebbe vederlo domani sera o la mattina dopo. Non serve che si metta a cercare ovunque, non sapendo nemmeno dove guardare.

**
Sono le tre del mattino, e non ho chiuso occhio. Mi rigiro e rigiro nelle coperte. Forse è per il caffè, forse perché sono nervoso. Forse perché sono geloso, forse perché sono egoista.

Esco dalla mia stanza, scendendo al piano di sotto. Prendo un bicchiere d'acqua, magari mi può aiutare.
Molto velocemente, torno al piano di sopra e mi fermo davanti alla camera di Megan.

Apro la porta, cercando di fare il più piano possibile. Entro nella camera buia, illuminata solo dalla luce soffusa che proviene dalla strada.

Meg è stesa su un fianco, rannicchiata su se stessa. I capelli sono sparsi sul cuscino, dandole l'aspetto di un angelo caduto dal cielo. Le sue labbra sono leggermente aperte e la sua espressione è serena, come se stesse sognando delle belle cose.

Mi avvicino al suo comodino, intendo a prendere il suo telefono.

"Perché devi fare così, Harry" Mormora, spostandosi sull'altro fianco.

Parla nel sonno?

Appoggio il telefono dov'era, avvicinandomi a lei. La guardo in faccia, sperando con tutto il cuore che non sia sveglia. Ma dorme beatamente, stringendo di più la coperta a sé.

Sono perso nei suoi lineamenti dolci, quando mi ricordo che lei non vuole me. Mi ricompongo, scuotendo il capo leggermente. Torno al comodino, afferrando il telefono.

Lo sblocco e cerco tra la galleria qualcosa, ma so anche io cosa. Ci sono un sacco di foto di lei ed Ashton, ed anche molti video. Tra le ultime foto, però, noto una mia foto. Sono seduto sul divano, mentre leggo un libro.

E questa quando l'ha fatta?

Sorrido leggermente, forse sentendomi meno inferiore del suo migliore amico. Mi ha fatto una foto. Ha una mia foto nel suo telefono, e non l'ha ancora cancellata.

Sento i miei muscoli rilassarsi e ripongo il telefono. Le mie spalle si abbassano e mi sento leggermente rincuorato.

Mi stendo vicino a lei, prendendole la vita e attirandola a me.

Domani non andremo a cercare Ashton, non posso permettermelo.

Suspects • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora