Ormai sono passati quaranta minuti da quando Harry ha lasciato questa casa. Sono rimasta tutto questo tempo qui, a mordermi l'interno della guancia e tamburellando le dita sulla mia coscia.
Ma adesso sono arrivata al limite della sopportazione, così mi alzo in piedi e comincio a camminare avanti e indietro come una pazza.
Vorrei uscire da questa casa, scoprire qualcosa di più sul centro, trovare il mio migliore amico. Ci sono così tante domande, nella mia testa, che necessitano di una risposta.
Il mio sguardo cerca qualcosa che mi possa distrasse; qualcosa che mi porti via del tempo. Però, il soggiorno e la cucina sono ovviamente impeccabili e niente sembra fuori posto.
Poggio lo sguardo sulle scale moderne, che portano al piano di sopra.
"Harry ha detto che dovevo rimanere qui, quindi non succederà niente di male se vado a visitare la casa.." Mormoro, a me stessa.
Mi avvicino alle scale e, con un passo eccessivamente lento, salgo i pochi gradini. Arrivo ad un pianerottolo, che si divide in sei stanze.
Sono tante porte, considerando che Harry vive qui da solo.
Abbasso la maniglia di una porta a caso e mi ritrovo in un sontuoso bagno. Uno di quei bagni che vedi solo nei film, uno di quelli con una grande vasca bianca posta al centro di tutta la stanza. Rimango lì, imbambolata qualche minuto, per ispezionare la stanza. Le mattonelle leggermente azzurre fanno un dolce contrasto con la vasca di un bianco avorio. Tre scalini, altrettanto azzurrini, portano all'elegante vasca.
Sembrerebbe quasi che questo bagno non venga mai usato, ma noto subito una quantità impressionante di asciugamani buttati sul termosifone, disordinatamente, e tutti gli "accessori" da bagno di Harry appoggiati su un comò.
Mi avvicino al lavandino e guardo la figura riflessa allo specchio. Sono visibilmente stanca, delle leggere occhiaie contornano i miei occhi. Ma non mi sento effettivamente debole: la preoccupazione e l'adrenalina di queste ultime ore mi hanno letteralmente svegliata.
Apro il rubinetto, facendo scorrere dell'acqua fresca sulle mie mani. Tampono la mia fronte, le guance ed il collo per cercare di avere un aspetto meno trasandato. Spengo l'acqua, e il mio sguardo si posa sulla quantità impressionante di colonie. Tutte le boccette sono messe in fila ordinata, su un comò posto al lato del lavandino.
Ne prendo una a caso e la stappo, portandola vicino al naso. Sa di.. Harry. Questa se l'è messa anche oggi, ne sono sicura. Non saprei dire di che cosa profuma, ma direi che Harry sia la migliore descrizione per questo profumo.
Ripongo la boccetta dove si trovava prima ed esco dal bagno. Chiudo la porta dietro di me e passo ad un'altra porta. Ho trovato il miglior passatempo: curiosare nelle case degli estranei, o almeno delle persone di cui non ricordo un bel niente.
Un grande ufficio mi si presenta davanti: le pareti sono scure, la scrivania posta al centro della stanza è di un color ciliegio. Due librerie stracolme di libri sono poste ai lati di questa e, infine, tre computer sono disposti a schiera sulla scrivania.
Ammiro la maestosità della stanza, ma il mio sguardo va a finire sui libri. Sembrano piuttosto vecchi, avranno si e no la traduzione di vent'anni fa. Musica per le mie orecchie.
Questa sera chiederò ad Harry di aprire tutte queste vetrine, così da poter divorare qualche libro.
Scuoto la testa al solo pensiero di poter leggere qualcosa scritto "come una volta". E' così elettrizzante quando leggi qualcosa di vecchio; oppure quando svogli delicatamente le pagine ingiallite, per paura di poterle strappare da un momento all'altro.
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Suspects • H.S.
Fiksi Penggemar"È la vita. Non è che fuori da queste mura sia perfetta, ma è sempre meglio di ciò che si trova qui dentro. Qui sei in trappola, uno schiavo. E no, non sto parlando di lavori forzati. Sto parlando di uno schiavo degli stereotipi, dei pregiudizi e de...