Capitolo 18

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"Linda, che cosa ci fai qui?" Urla Jeremy.

Il cuore mi schizza in gola e non so che cosa dire o fare. Vorrei tanto girarmi e correre via, ma so che non posso. Lui mi seguirebbe o, ancora peggio, potrebbe dirlo ad Harry. So che in parte, se non tutta, è colpa sua, perché mi ha sbattuto letteralmente la porta in faccia. Ma d'altro canto, nessuno mi aveva dato il permesso di entrare qui dentro.

"Stavo facendo una visita dell'edificio e ho visto questa porta aperta" Mento. Lentamente i colori che si erano prosciugati dal mio volto cominciano a riaffiorare: so di mentire abbastanza bene.

"Oh, colpa mia.." Ride leggermente, grattandosi il retro del collo.

Il muro, dove precedentemente c'era il buco, è tornato normale. Non ci sono buchi o macerie a terra, tutto sembra come dovrebbe essere.

"A che cosa serve questa stanza?" Chiedo, fingendomi interessata. Mi avvicino al letto e mi ci siedo sopra: devo assolutamente controllare se la cassetta degli attrezzi è ancora qui. Magari l'hanno trovata e se la sono portati via.

"Tu non hai fatto nessuna prova?" Una piccola risata discriminatoria lascia le sue labbra.

"No, Harry ha detto che non ce n'era bisogno" Faccio spallucce, cominciando a tastare il materasso. Magari posso sentire una piccola duna, il che mi porterebbe alla cassetta.

"Oh si.. Hai tipo una storia sentimentale con Styles?" Ghigna, sedendosi accanto a me.

"Cosa? No, assolutamente no!" Sussulto per un momento. Quando, però, poggio le braccia dietro la schiena per sorreggermi, sento qualcosa di duro.

"E perché tu hai saltato la prova? Tutti sono obbligati a farla" Ritorna serio. I suoi occhi azzurri diventano di ghiaccio e penso che se uno sguardo potesse congelare, io sarei già un ghiacciolo.

"Lui ha detto che andava bene così" Mi mordo la lingua, cercando di non dirgli che sono qui per cercare il mio migliore amico e rivelare che i miei genitori hanno creato questo posto.

"Sarà, ma comunque non potrai stare nascosta per molto tempo da lui" Sospira, alzandosi dal letto.

"Che intendi dire?" Rimango seduta, cercando il punto dove avevo sentito qualcosa.

"Intendo che, se i Lewis ti vedono, sei spacciata" Si avvicina a me, poggiando le sue mani sulle mie ginocchia. Cerco di spingerlo via, ma è tutto inutile. Avvicina la sua faccia alla mia e mi prende i polsi, aumentando sempre di più la stretta.

"Chi sono i Lewis?" Faccio finta di non sapere niente. Il mio nome è Linda, non Megan.

"Quelle fantastiche persone che hanno costruito questo muro. E sono così felice di non dover stare in mezzo a quelle persone senza una cultura.." Ghigna.

Stronzo. Un vero e classico esemplare di stronzo.

"Quindi non avete mai abbattuto questo muro perché vi sentite superiori?" Contorco la faccia dal dolore. Le mie mani diventano cianotiche: il sangue non arriva più alle mie dita.

"Esattamente. Non ci vogliamo immischiare tra quella gentaglia, ma presto arriveremo" Ghigna, lasciandomi i polsi.

"Dove arriverete?" Chiedo, alzandomi di scatto. Alzo leggermente il materasso, girandomi di spalle, e scorgo la cassetta come l'avevamo lasciata.

"Raderemo al suolo lo stato di Washington una volta per tutte" Sento il suo respiro sul collo. Deglutisco rumorosamente, avendo la tremenda paura che possa farmi del male.

"Perché volete farlo?" Cerco di tenere un tono di voce fermo e deciso, ma la mia voce trema a causa della voglia incontrollabile di sapere e dalla leggera inquietudine che mi innesca questo ragazzo.

Suspects • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora