Capitolo 23

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Megan's Pov

È strano, tutto molto strano. I miei occhi si aprono e chiudono ad un ritmo irregolare, è una cosa abbastanza inquietante.

Sposto la mia mano destra, con la quale sto tenendo i tacchi, verso Ryan, per constatare se sto sognando oppure no. Vedo Ryan nella mia stessa situazione, con la mascella che tocca terra.

Una grande stanza di un colore scuro, del quale non saprei decifrare la tonalità, ci si presenta davanti. Un solo led bianco è appeso in mezzo alla stanza, che è tappezzata di foto. Mi avvicino a queste cose strane e le osservo attentamente. Ci sono un sacco di mie foto che ricoprono i muri di questa stanza immensa.

Mi concentro ad osservare le foto, perfettamente in alta definizione, che vanno in ordine cronologico. Riesco solo a vedere una parete, quella più illuminata. Partiamo da una bambina con i capelli rossi, per poi passare ad una ragazza disturbata con i capelli blu e per ripassare ad una ragazza con i capelli rossi. Ci sono anche le mie ultime foto, datate del giorno ed ora in basso a destra.

Sono persa nei miei pensieri, quando la porta si chiude di scatto. La prima cosa che faccio è posare lo sguardo sul ragazzo accanto a me, ma è sparito. Corro verso la porta e sferro una quantità incredibile di pugni sul legno.

"Ryan sei uno stronzo, apri subito!" Urlo, continuando a battere le mie mani sulla porta dura.

Sento ridacchiare alle mie spalle, ed un brivido gelido percorre tutta la mia schiena.

"Oh, Megan. Non è stato Ryan, lui è qui" Dice una voce profonda, anche troppo. Vedo il corpo di Ryan scivolare sotto il led dall'oscurità. Si muove di poco, quel minimo indispensabile per farmi capire che è vivo. Sembra quasi che sia stato narcotizzato, per farlo dormire un bel po'.

"Come avrai potuto vedere, io e te ci conosciamo" Continua la voce. Mi guardo intorno, ma non vedo nessuno.

"Beh, allora se ci conosciamo, perché non ti fai vedere?" Lo sfido. So che è stata una grande cazzata, e che avrei dovuto buttarmi su Ryan a piangere come una disperata per la situazione di merda in cui mi trovo. Ma invece voglio scoprire chi si nasconde dietro quella voce suadente, perché mi pare di conoscerla.

"Piccola Meg, davvero non riconosci nemmeno la mia voce?" Ghigna leggermente. Mi avvicino al corpo di Ryan e mi guardo intorno, cercando qualche traccia dell'uomo che continua a parlare.

"Perché hai tutte queste foto?" Quasi urlo, disperata. Fa male vedere tutti i giorni più belli e tristi della tua vita in una sola stanza buia, in cui un uomo colleziona le tue foto.

"Ho sempre pensato che tu fossi un qualcosa che non si dovesse sprecare" Lo sento muoversi, e intravedo delle scarpe di pelle nera sbucare dal nero. Deglutisco rumorosamente, facendomi forza. Solo una persona indossava quelle scarpe, e quella persona non è viva nei miei ricordi.

"So che tutti vorrebbero avere il mio talento di poter osservare e ascoltare, e forse lo vuoi anche tu" La mia voce risulta abbastanza sicura. Non proprio come avrei sperato, ma è il meglio che potessi fare.

"Ma io non voglio i tuoi talenti" Dice in tono serio, nascondendo le punte delle scarpe sotto il buio.

"E allora che cosa vuoi da me?" Ringhio. Lo sento allontanarsi, le sue scarpe fanno un leggero rumore sul pavimento liscio.

"Ehi, dove stai andando? So chi sei!" Urlo.

Nello stesso momento in cui sento i suoi passi fermarsi, l'armadio in cui avevo sigillato i miei più grandi demoni si apre. Non ne ho mai parlato con nessuno. Non l'ho mai detto ai miei genitori ed a Ashton. Solo la parte più nascosta della mia memoria si ricorda ancora di lui, delle sue scarpe di pelle. E se ci penso bene, ricordo quella voce. Ma non è come una volta, questa è più arrabbiata e sporca.

Suspects • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora