Capitolo 45

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Megan's Pov

"Megan, svegliati" Una voce dolce e rassicurante mi chiama, scuotendomi leggermente il braccio.

Stranamente, trovo la forza per aprire gli occhi, per vedere chi si trova davanti a me. Alzare le palpebre è dannatamente difficile: sembra quasi che qualcuno le stia tirando verso il basso con delle pinze, ed io stia provando con tutta me stessa ad aprirli lo stesso.

Vedo tutto sfuocato, come se della nebbia mi circondasse. Poi, la prima cosa che vedo, è una chioma di capelli rossi e lucenti. Sono ricci, portati su una spalla molto ordinatamente.

E poi, quando la guardo negli occhi, la riconosco.

"Mamma..?" Sussulto, tirandomi su a sedere velocemente. La testa comincia a girare e sento che potrei vomitare da un momento all'altro.

"Si, Megan. Sono Faith, quella della lettera" Mi rivolge un sorriso di comprensione e si siede accanto a me, sul letto ordinatamente fatto.

"Perché?" Chiedo, con le lacrime agli occhi.

"Eri e sei speciale, non è stata colpa mia. Sei nata così.. E sappi che mi dispiace, ma non ho potuto fare nulla. Non avrei mai permesso ai Lewis di portarti via, ma è successo. E tu non valevi quel debito, valevi di più.

Non ti hanno mai amato, lo facevano apposta. Le telecamere si trovavano ovunque, tranne che a casa tua. E infatti, io non so che cosa succedeva dentro quella casa.

Era tutta una copertura, per far si che le persone si fidassero di loro.

Ma loro non sanno amare, sanno solo odiare. Solo le classiche persone da voglio, posso, comando.

Mi dispiace, Megan. E mi dispiace per non saperti dire chi è tuo padre, e che la nostra famiglia non si trova qui ma in Inghilterra da anni.

Mi dispiace per tutto, sappilo. Ma ero qui. Sono sempre stata qui.

Guardami. Guarda come sono ridotta. Ho dei vestiti sgualciti, che mettevo quando ero incinta di te. Ma ho solo questo, loro mi hanno portato via tutto. Non gli bastava la mia bambina."

Le lacrime segnano il suo viso giovane, facendo risaltare la sua vitalità. Non avrà più di quarant'anni, se non di meno.

Un vestito lilla, abbastanza largo per il suo corpo sciupato, le cade dalle spalle fino ai piedi in modo armonioso.

Il suo viso è visibilmente stanco, ma le rughe sono quasi inesistenti.

"Mi dispiace, mamma. In tutti questi anni sono stata viziata e soprattutto mi sono ribellata. Mi dispiace che tu abbia dovuto vedere che cosa ha fatto tua figlia, mi dispiace che tu sia stata rinchiusa qui dentro.

E, sappi, che mi dispiace di aver chiamato mamma e papà chi non se lo meritava" Annaspo tra le lacrime e i singhiozzi. Sembra che piangere mi aiuti in questo stato, sento che le lacrime sono più salate: come se stessero pulendo la me interiore.

"Non ti preoccupare, Megan Smith" Sorride ampiamente, aprendo le braccia.

"Smith?" Ridacchio leggermente, accoccolandomi nel suo petto.

"È il mio cognome, il tuo" Sospira pesantemente, e capisco che si è tolta un macigno dal cuore.

"Che cosa mi hanno iniettato?" Chiedo, alzando leggermente il capo per guardarla negli occhi. E più la guardo, più riconosco una me. Solo che questa me, è molto più bella.

"La nebbia" Dice, pulendosi le lacrime salate che hanno percorso la sua pelle giovane.

"Nebbia?" Alzo un sopracciglio, non capendo.

"Qualcosa che se ne viene iniettata una fiala intera, porta alla morte" Dice, facendo spallucce.

Oh.

"E io quanta ne avevo in corpo?" Chiedo, sistemandomi sul divano.

"Più di metà"

"E perché non sono morta?"

"Perché sei immune alle loro pozioni"

Harry's Pov

"Come facciamo a liberarci? Come facciamo a svegliare gli altri?" Mi chiede Ashton, strisciando con la sedia verso di me.

"Non lo so, dobbiamo trovare qualcosa che ci aiuti e che tagli la corda" Dico, guardando in giro per la stanza: ci deve essere una via di fuga.

"Ryan dovrebbe avere un coltello.." Mi informa, facendomi sussultare.

"Qui?" Chiedo, andando verso il ragazzo.

"Credo, non lo so" Dice insicuro, seguendomi. Ryan e gli altri ragazzi sono ancora incoscienti; le loro teste penzolano da un lato e dei piccoli tagli attraversano il loro volto, come Ashton. E forse, li ho anche io.

"Peter dov'è?"

"A casa, sul divano. Saranno già andati a prenderlo, ma è incosciente e non si sveglia. In più, Liam gli ha cancellato la memoria e quindi non cercherà di ribellarsi" Cerco di svegliare Ryan, andandogli addosso con la sedia più volte. Ma sembra quasi impossibile.

Devo aspettare che si svegli, penso.

Torno indietro, nel punto in cui mi trovavo prima, e setaccio la stanza poco illuminata con lo sguardo.

"Harry.." Mormora il ragazzo, ancora vicino a Ryan.

"Si?" Mi giro di scatto per guardarlo, dritto negli occhi.

"Dov'è Megan?" Mi chiede. Un filo di preoccupazione, quasi impercettibile, nella sua voce.

"Non é qui, non é con i Lewis" Lo rassicuro, convincendo me stesso.

"La ami?" Mi chiede, avvicinandosi ancora di più.

"Da morire"

Megan's Pov

"Dove sono i ragazzi? Dov'è Harry?" Chiedo, sussultando sul mio posto, a mia madre. Quella vera, Faith.

"Calmati" Posa una mano sulla mia spalla, in modo rassicurante.

"No, dobbiamo andare da loro" Piagnucolo, togliendo le coperte dal mio corpo stremato.

"Meg, non possiamo" Sorrido leggermente per il nomignolo che mi ha assegnato, ma ritorno subito seria pensando ai ragazzi che si trovano in pericolo.

"Dove sono?" Chiedo. Vorrei ricordare, ma non ce la faccio. Solo buio.

"Sono nei sotterranei, prigionieri.." La sua voce si affievolisce, facendo morire quello spiraglio di speranza dentro di me.

"C-Cosa?" Balbetto, toccando il mio petto per sentire il mio cuore martellare come un tamburo. Tocco la mia pelle scoperta, quando mi accorgo di qualcosa.

Una catenina pende dal mio collo e la riconosco subito. Infilo la mano dentro la scollatura della mia maglietta e sfilo il ciondolo che avevo regalato ad Harry anni fa. L'orologio è nelle mie mani.

E il tempo si è fermato.

Sfilo la collana e la poggio sul comodino che c'è vicino a me. Prendo la mia testa tra le mani e dondolo leggermente sul posto.

Lui me l'ha ridata. Lui non la voleva. Lui voleva che ce l'avessi io.

"Meg, non possiamo muoverci per il momento" Mi passa una mano sulla schiena, cercando di farmi alzare la testa.

Non piango, non voglio ammettere la sconfitta. Non voglio ammettere di aver perso le persone a cui tenevo di più. Non voglio ammettere di aver perso il mio migliore amico. Non voglio ammettere di aver perso delle persone speciali, che hanno fatto troppo per me.

Non voglio ammettere di aver perso il ragazzo che amo.

"Mamma" Soffio, alzando la testa nella sua direzione.

"Si?" Un sorriso compassionevole compare sul suo volto.

"Ho bisogno di Harry"

Suspects • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora