Capitolo 5

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Pov Marco

Continuavo a fissare la scena allibito.

Quei due non avevano minimamente fatto caso alla nostra presenza, troppo impegnati nelle loro effusioni, che, francamente, non mi sentivo nemmeno di definirle amorose, anzi, il termine che avrei utilizzato era: indecenti.

Lui esplorava ogni centimetro del suo corpo, accarezzandole con una mano la pelle nuda al di sotto della maglietta, mentre con l'altra palpava vigorosamente il suo gluteo coperto dai jeans.

Ma quello che più mi scioccava, era l'espressione estasiata di lei.

La testa abbandonata all'indietro, gli occhi serrati e le labbra socchiuse da cui fuoriuscivano ogni tanto dei gemiti, Alessandra era lì, con una smorfia di godimento stampata in volto, che si beava dei baci sul collo che lui le stava lasciando.

Ero a disagio.

Per la seconda volta in una giornata, quella ragazzina mi aveva messo in una situazione tale, da non sapere come comportarmi.

E la cosa mi irritava profondamente.

Fortunatamente fu Luca ad intervenire, facendo un fischio di approvazione,nella speranza di attirare l'attenzione dei due ed io mi ritrovai a ringraziarlo mentalmente.

Lei, probabilmente attirata da quel suono, raddrizzò il collo ed aprì svogliatamente gli occhi e sbatté le palpebre più volte, come a focalizzare le persone che aveva davanti, prima di rendersi effettivamente conto della nostra presenza.

Ma non appena ciò accadde, sbarrò gli occhi dal terrore e le sue labbra, dapprima socchiuse per via del piacere, si spalancarono per via della sorpresa.

- Oh merda!- imprecò lei sconvolta, completamente rossa in viso, allontanando malamente quel ragazzo da lei.

Lui mugugnò di fastidio e prese a guardarla confuso, non capendo la ragione di tale brusco distacco, ma non appena si voltò e vide noi presenti fissarli, comprese ed un'espressione di stupore si formò anche sul suo volto.

- Oh...- disse lui, facendo un sorrisetto divertito -...abbiamo il pubblico!-

Alessandra si portò una mano in faccia affranta e vedevo che evitava il mio sguardo, troppo timorosa di sapere cosa avrebbe potuto leggere nei miei occhi.

Disapprovazione, stupore, irritazione, avrebbe potuto leggere di tutto, perché non sapevo dire quale delle sensazioni prevalesse sulle altre, sapevo solo che quella scena non mi era piaciuta per niente.

- Hai capito la ragazzina...- intervenne Luca, che a differenza mia, trovò la scena estremamente divertente.

Sia io che lei ci voltammo e lo fulminammo con lo sguardo e quando i nostri occhi s'incrociarono, le mostrai tutta la deplorazione che sentivo dentro.

Lei vacillò per un momento, non aspettandosi una simile reazione da parte mia, ma non appena recepì le velate accuse che le stavo lanciando, i suoi occhi si infiammarono ed al tentennamento iniziale, sostituì uno sguardo di fuoco.

Ci fissammo per parecchio tempo, muti ed impassibili e nessuno dei due aveva intenzione di desistere, perché farlo, implicava darla vinta all'altro ed entrambi eravamo fin troppo orgogliosi e più quella ragazzina mi sfidava e più la mia irritazione cresceva.

E poi il mio istinto provocatore venne fuori ed un sorrisetto sadico si formò sul mio volto.

- Signorina, potrebbe gentilmente fare certe attività su un auto diversa dalla mia?- la stuzzicai io, ottenendo il risultato sperato.

Tutti i presenti scoppiarono a ridere e come previsto, divenne talmente rossa per l'imbarazzo, che paragonarla ad un peperone era a dir poco riduttivo ed io sorrisi compiaciuto nel vederla in quello stato, soprattutto quando riprese a guardarmi in cagnesco.

Deontologicamente scorretto [#Wattys 2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora