Capitolo 20

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Sospirai sognante, mentre mi appoggiavo al tavolo, sorreggendo il capo con una mano.

Ero seduta in cucina a fare colazione, con lo sguardo stralunato ed un sorriso ebete stampato in volto, mentre spazzolavo gli ultimi residui di yogurt dal cucchiaino.

Non dovevo avere un'espressione molto sveglia, anzi, ero sicura di avere una faccia da pesce lesso, ma non riuscivo proprio a fare diversamente, non se pensavo costantemente agli occhi azzurri più belli che avessi mai visto.

Facevo molto teenager americana, ma ad essere onesti, era proprio così che mi sentivo: una ragazzina alla prima cotta.

Ma non me ne importava più di tanto; non me ne fregava nulla del fatto che avessi sempre la testa tra le nuvole e la faccia paralizzata in un sorriso a trentadue denti, io ero felice.

Erano trascorse due settimane da quella notte meravigliosa e da quel dolcissimo risveglio e contro ogni mia aspettativa, andava tutto alla grande.

Io e Marco ci eravamo visti tutti i giorni ed ormai la figura dell'aitante assistente freddo e provocatore era ben lontana.

Beh, provocatore lo era sempre, ma non cambiava più umore e atteggiamento nei miei confronti come una donna incinta.

Avevo finalmente scoperto un lato di lui che a primo acchito non avrei mai immaginato, avevo riportato alla luce il Marco dolce e passionale che probabilmente, dopo la rottura con la sua ex, era andato perduto.

Ed ancora non riuscivo a capacitarmene; io, Alessandra Di Martino, con la mia goffaggine e con la mia lingua biforcuta, avevo sciolto la patina di ghiaccio che avvolgeva il cuore di Marco Ferraro.

Era talmente incredibile da risultare quasi fiabesco.

Eppure era la realtà; erano reali i suoi sorrisi caldi e sinceri, erano reali le sue carezze ed i suoi baci, erano reali le sue occhiate fameliche e colme di desiderio che passavano in rassegna ogni parte del mio corpo, così come erano reali quelle dolci ed intenerite, quando ero in imbarazzo o lasciavo libero sfogo alle mie emozioni in un momento d'intimità.

Ma soprattutto, erano reali i suoi tocchi e la sua bramosia quando facevamo l'amore.

Eh, sì, care mie, io e Ferraro ci avevamo dato dentro ed anche parecchio; in queste due settimane, ogni momento, ogni occasione di stare insieme veniva colta e sfruttata al meglio.

E credetemi, quello sì che era reale.

Non avevo mai fatto così tanto sesso in vita mia.

Avevamo battezzato ogni angolo di casa sua, ogni superficie, comoda o scomoda che fosse, era stata vittima della nostra incessante passione, perché solo così potevo definirla: incessante.

Non avevo mai bramato e desiderato così tanto qualcuno, ma cavolo, di fronte ad un essere così perfetto come Ferraro era impossibile non farlo, poiché se già da vestito ti faceva capitolare all'istante, nudo... beh, nudo ti mandava direttamente all'altro mondo.

Per non parlare del modo in cui mi prendeva.

Ero sempre stata abbastanza intraprendente a letto; già con il mio primo fidanzato, Simone, ragazzo con cui avevo perso la verginità, avevo assunto parecchia sicurezza con il sesso, evitando così di farmi frenare dall'imbarazzo.

Ma con lui sembravo un'assatanata.

E la cosa, a mio parere, più divertente, era che a suo confronto sembravo una pivellina timida e pudica, perché porca miseria, Ferraro era insaziabile.

Era affamato.

Ed io impazzivo per questo suo lato animalesco, perché mai niente mi aveva gratificato quanto gli occhi liquidi di eccitazione di Marco, mai niente mi aveva fatto sentire più donna di un Ferraro versione cacciatore, che si avventava su di me e saggiava con ingordigia ogni centimetro della mia pelle.

Deontologicamente scorretto [#Wattys 2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora