Mancavano due settimane all'esame ed io ero del tutto intenzionata a prenderlo per bene e visto che anche Flaminia era in piena sessione invernale, quel pomeriggio lo trascorremmo entrambe incollate alla sedia, adibendo il salotto ad aula studio.
Oggetti di tutti i tipi cospargevano il tavolo: grafici di matematica incomprensibili, libri, codici, riassunti, moka piena di caffè al centro e tazzine a portata di mano.
Ormai avevamo più liquido nero che sangue nelle vene e la nostra tenuta da studio avrebbe allontanato anche il peggiore degli stupratori, visto che questa era costituita dal pantalone del pigiama ed una felpa larga del dopoguerra.
Non che i nostri visi fossero migliori; entrambe avevamo due paia di occhiaie violacee a testa, i capelli raccolti in una coda disordinata ed un pallore da far invidia alla bambina de " L' esorcista".
Stavo studiando il concorso di persone, ma era particolarmente difficile mantenere la concentrazione, soprattutto se ad ogni parola ripensavo a quegli occhi azzurri maledetti ed al sapore di quelle labbra che avevo semplicemente assaggiato, ma proprio perché solo assaggiato e non assaporato, non riuscivo a scollarmelo di dosso in nessun modo e più ci ripensavo e più mi sentivo inappagata.
Era una sensazione strana, ma soprattutto destabilizzante e sentivo l'esigenza di fare chiarezza e parlarne con qualcuno.
- Flami...- irruppi io, distogliendo lo sguardo da foglio e voltando il capo verso di lei.
- Mh...?- mugugnò lei senza voltarsi, continuando a scrivere equazioni matematiche.
- Niente.- risposi io, abbassando il capo e riportando l'attenzione sul libro.
Iniziai a mordicchiare la matita a disagio, ma non riuscivo a concentrarmi e dopo aver dato varie occhiate di sottecchi alla mia amica, che invece sembrava del tutto presa dai suoi studi, decisi di riprovarci.
- Flami...- la chiamai io timorosa.
- Che c'è?- chiese lei con tono scocciato.
- Niente.- sussurrai io, abbassando nuovamente il capo.
Non riuscivo a dirlo; non riuscivo ad ammettere ad alta voce che mi ero presa una bella sbandata per il mio assistente, perché ammetterlo sarebbe stato un gran casino.
Sospirai sonoramente e dopo aver preso coraggio, decisi di parlare.
- Flami...-
Flaminia alzò la testa di scatto ed afferrò una matita per poi puntarla contro di me, inchiodando uno sguardo assassino nel mio.
- Esprimi il tuo ultimo desiderio...- minacciò lei irritata e fin troppo seria.
Alzai le mani in segno di resa e mi lasciai andare ad una risatina nervosa, ma lei non sembrava per nulla in vena di giocare, visto che continuava a puntare la matita contro di me.
- Ho baciato Marco Ferraro.- confessai rapida.
Lei sgranò gli occhi dallo stupore e sbarrò la bocca e fini per lasciare la presa alla matita, che finì per rotolare rovinosamente a terra.
- C-che?- chiese, sbattendo le palpebre più volte, pensando di aver capito male.
- Gli ho dato un bacio a timbro mentre dormiva, quindi lui non lo sa.- ammisi io con una nota di dispiacere, distogliendo lo sguardo da lei.
Flaminia era ancora sconvolta e si limitò a fissarmi senza proferire parola e dopo vari minuti di silenzio, sospirò pesantemente.
- Ale...- iniziò lei con tono preoccupato -...ti sei presa una cotta per il tuo assistente!- concluse con tono compassionevole.
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Deontologicamente scorretto [#Wattys 2017]
ChickLit** VINCITORE WATTYS 2017, categoria LETTURE MOZZAFIATO** QUEST'OPERA (e tutte le mie opere) È COPERTA DAL COPYRIGHT. QUALUNQUE VIOLAZIONE È PERSEGUIBILE DALLA LEGGE E COMPORTA RESPONSABILITÀ CIVILE E PENALE A CARICO DEI TRASGRESSORI. Mi chiamo Aless...