Capitolo 10

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Attenzione, ci sono scene di violenza! Spero di non urtare troppo la vostra sensibilità!

Buona lettura! :D

                                                                              Capitolo 10

Gelo.

Una profonda sensazione di gelo aveva invaso il mio corpo, causandomi brividi incontrollati.

Lo sentivo nelle ossa, nelle vene, nelle viscere e penetrava sempre più in profondità.

Era talmente prepotente, da indurmi dall'abbandonare le braccia di Morfeo e tornare nel mondo dei vivi e con molta riluttanza aprii gli occhi, sbattendo le palpebre più volte per poter mettere a fuoco l'ambiente circostante.

E quello che mi si parò davanti non era affatto il soffitto della mia camera da letto.

Erano piastrelle verdi; molto lontane dall' arancione della mia camera.

Aggrottai la fronte confusa, mentre continuavo a sbattere le palpebre con maggior vigore e feci uno sforzo enorme per cercare di fare mente locale, ma quando sollevai il busto e mi misi a sedere, la consapevolezza di dove fossi si fece finalmente spazio in me.

Ero nella mia vasca da bagno.

Con i vestiti della sera precedente addosso, senza una coperta o un cuscino come tutti i cristiani i normali, avevo trascorso la notte nel mio bagno.

Cercai di muovere gli arti, ma questi erano completamente bloccati e quando provai a muovere il collo, un dolore acuto mi colpì, inducendomi a massaggiare la parte lesa, mentre il mio viso si contraeva in una smorfia sofferente.

Cosa cazzo ci facevo nella mia vasca?

Mi diedi un'occhiata in giro, mentre la mia mente sfornava tutte le imprecazioni degne di un risveglio di merda come quello, ma non appena vidi la scena che mi si parò di fronte, mi ritrovai a ringraziare silenziosamente Dio, per avermi permesso di assistervi.

Flaminia era stesa a terra, con le braccia intorno al gabinetto a mò di koala, che dormiva beatamente con la testa poggiata sulla ceramica.

Cominciai a sghignazzare come un'ossessa, stando attenta a non fare rumore ed evitare così di svegliarla, mentre le immagini della notte precedente iniziarono a farsi spazio nella mia mente, consentendomi così di dare una spiegazione a questo singolare inizio giornata.

La sera precedente la mia amica aveva alzato parecchio il gomito ed io, dopo averla portata di peso a casa, ho dovuto farle assistenza tutta la notte, trovandomi così a mantenerle i capelli mentre lei rimetteva l'anima e mi pregava di ucciderla, affinché ponessi fine a quello strazio.

Quello che non avevo previsto, era il mio soggiorno nella vasca da bagno, poiché la cara Flaminia, ancora parecchio alticcia, aveva minacciato di uccidermi con lo scopino del cesso, se solo avessi provato ad uscire dal bagno ed a lasciarla sola, in balia del suo vomito.

Inutile dire che i miei tentativi di dissuaderla furono del tutto inefficaci e così la mattina seguente, mi ritrovai con un torcicollo bestiale, un mal di schiena lancinante e con un utero di traverso da fare invidia ad una donna incinta.

Mi alzai con estrema accortezza ed iniziai a camminare in punta di piedi, neanche fossi la pantera rosa, ma quando credetti di avercela fatta e poco prima di esultare per l'avvenuta liberazione dalla prigionia, una mano afferra la mia caviglia, facendomi sobbalzare.

- Ale...- biascicò Flami con la voce impastata.

Alzai gli occhi al cielo e mi voltai nella sua direzione, mentre lei continuava a mantenere gli occhi chiusi ed un braccio intorno al gabinetto.

Deontologicamente scorretto [#Wattys 2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora