Capitolo 21

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Capitolo 21

Pov Flaminia

Ero incollata da svariate ore sui libri, tanto da arrivare a temere di aver perso la sensibilità ai glutei, i quali, ormai, avevano assunto la stessa forma della sedia.

Non ero sotto esame; la sessione era finita ed erano semplicemente iniziati i corsi del secondo semestre, ma nonostante avessi la possibilità di prendermi una pausa, mi ero buttata a capofitto nello studio.

Stavo usando l'esame di teoria dei segnali come diversivo, forse perché mi sentivo più a mio agio tra funzioni e grafici, piuttosto che altrove.

Perché sì, ogni volta che la mia mente lasciava quella serie di numeri e lettere, essa si focalizzava sull'immagine di due occhi marroni penetranti, che a lungo andare mi avrebbero letteralmente fatto uscire di testa.

Erano trascorse due settimane da quella serata in discoteca e da quando avevo visto le mie speranze e le mie illusioni sgretolarsi spietatamente, ma nonostante il tempo passato, non riuscivo a non dedicare almeno qualche minuto della mia giornata a lui.

Perché tra una classificazione di segnali ed un'altra, l'immagine di un Luca con il solito sorrisetto impertinente stampato in volto e dallo sguardo ammiccante, si presentava prepotentemente davanti agli occhi, facendo perdere un battito al mio cuore e colpendolo, allo stesso tempo, con una dolorosa fitta.

Sbuffai sonoramente e lanciai malamente la penna sul tavolo, mentre mi portavo nervosamente le mani tra i capelli.

Mi sentivo un idiota ed in effetti lo ero, perché stavo male per un ragazzo con cui non avevo iniziato nulla, stavo male perché nella mia mente già mi ero immaginata una relazione con lui, quando alla fine ci eravamo scambiati solo due baci.

Ed ero doppiamente idiota, perché non solo mi ero fatta delle aspettative sulla base di nulla, ma me le ero fatte pure sulla persona sbagliata; mi ero invaghita di uno stronzo allergico alle relazioni serie.

Cavolo, ero veramente patetica.

E la cosa che mi faceva andare veramente in bestia, era proprio il fatto che tutto il mio dolore fosse causato proprio da me stessa; io che mi ero ripromessa di andarci con i piedi di piombo con gli uomini, io, che dopo la delusione del mio ex, Francesco, mi ero imposta di stare alla larga dai tipi come lui.

Classica storia: io timida ed insicura, lui bello e stronzo e poi per una serie di strani eventi, ci eravamo fidanzati, stando insieme per due anni e mezzo.

Era il mio primo amore, la mia prima volta, il mio primo in tutto, fino a quando non scoprii che andava a letto con la sua amica d'infanzia.

E probabilmente non solo con quella.

Avevo sofferto tantissimo per lui e sebbene fossero passati tre anni, quella rottura incideva ancora sul mio presente, poiché io, dopo di lui, ero cambiata totalmente; avevo cercato di essere una persona diversa, avevo cercato di essere una donna forte ed autonoma, che non si lasciava soggiogare dal primo stronzo di turno che le faceva un paio di complimenti per farla cadere ai suoi piedi.

E ci ero riuscita; dopo la chiusura di quella relazione, mi ero trasferita a Napoli per iscrivermi all'università ed avevo conosciuto Alessandra, la quale, grazie alla sua forza ed alla sua carica positiva, nonostante tutte le sciagure che l'avevano sconvolta, mi aveva aiutata nel mio intento.

Non avevo avuto chissà che rapporti; per un anno intero non ero stata con nessuno, dopodiché, a parte qualche storiella poco impegnata e la breve parentesi con Davide, con il quale, poverino, avevo recentemente chiuso, non ero caduta nella trappola di nessuno.

Deontologicamente scorretto [#Wattys 2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora