Capitolo 23

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Pov Alessandra

Porca puttana.

Ero seduta sul water del bagno di Marco e fissavo accigliata, da buoni due minuti, i miei slip calati sulle cosce, senza accennare alcun movimento.

Era parecchio presto per essere sabato mattina, ma un dolore acuto al basso ventre ed una strana sensazione a tutto il corpo, mi avevano indotto ad alzarmi e così, ancora ad occhi chiusi e con l'andatura di uno zombie, mi ero diretta in bagno.

E fu così che la consapevolezza di ciò che la sera prima temevo di essermi dimenticata, si abbatté prepotentemente su di me.

- Cazzo...- sussurrai io tra i denti, mentre alzavo gli occhi al cielo affranta.

Riportai lo sguardo sulle mie mutande e sperai davvero di essermelo sognata, ma purtroppo per me era accaduto realmente.

Mi era venuto il ciclo mestruale.

Era arrivato preciso come un orologio svizzero e non poteva essere diversamente, dato che prendevo la pillola e proprio per questo ero stata ancora più idiota a dimenticarmene, visto che negli ultimi quattro mesi arrivava sempre lo stesso giorno della settimana e a volte addirittura alla stessa ora.

Ed ora mi trovavo a casa del mio fidanzato trentenne ed emancipato, senza uno straccio di assorbente a portata di mano.

- E adesso? - bofonchiai io nel panico.

Afferrai un bel po' di carta igienica per creare una soluzione alternativa, ma ovviamente si trattava solo una soluzione momentanea e così, in preda all' ansia ed all'agitazione, iniziai a rovistare in ogni cassetto o ripostiglio presente, sperando così di trovare miracolosamente un pacco della lines, o anche una marca cinese; mi sarei accontentata di tutto in quel momento.

Ovviamente non c'era nulla che assomigliasse neanche lontanamente ad un assorbente, ma d'altronde sarebbe stato strano il contrario.

Sbuffai come un toro inferocito e mi portai nervosamente le mani tra i capelli.

- Sono un idiota, sono un idiota...- iniziai a maledirmi con rabbia, agitando le braccia con stizza.

Ma la giornata non poteva che peggiorare.

In preda ad un attacco di panico, il mio braccio destro, a causa di un gesto avventato, colpì di striscio una boccetta di vetro accuratamente riposta sul ripiano del lavandino, boccetta che, purtroppo per me, finì per cadere rovinosamente a terra.

Il fracasso del tonfo mi fece sobbalzare all'istante e mi voltai inorridita verso quella direzione e non appena focalizzai l'oggetto in questione, un ulteriore moto di panico mi assalì.

- Merda! - imprecai io tra i denti.

Mi accovacciai per terra ed iniziai a verificare l'ammontare del danno, constatando che la boccetta in questione, altro non era che il dopobarba preferito di Marco, ma per mia fortuna, il vetro era talmente spesso da aver resistito all'impatto.

Feci un sospiro di sollievo, ma quando afferrai la boccetta con la mano, mi ritrovai a sbarrare gli occhi terrorizzata nel vedere staccarsi un pezzo consistente dalla struttura principale e gran parte del contenuto riversarsi sul pavimento.

- Oh, porca miseria! -

Chiusi gli occhi ed iniziai a piagnucolare come una bambina, ma quando sentii il suono della porta della camera da letto aprirsi ed il rumore di passi avvicinarsi sempre di più, balzai in piedi in un batter d'occhio.

Totalmente nel panico, presi a guardarmi a destra e sinistra alla ricerca di una soluzione e quando il mio sguardo si posò sull'asciugamani blu, lo afferrai al volo e presi ad asciugare il profumo cosparso a terra, mentre buttavo nella pattumiera la restante parte del corpo del delitto.

Deontologicamente scorretto [#Wattys 2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora