Finito il weekend si deve tornare a scuola. Ormai siamo a novembre e le cose non sono cambiate ma del resto ormai cosa c'era d'aspettrsi tutti continuavano ad evitarmi come la peste e a parlarmi alle spalle e Mattia era l'unico che mi distraeva da quell'inferno e che mi aveva fatto capire che io non ero sola e lui e i suoi amici mi volevano un gran bene. Il lunedì è uno dei giorni più brutti perché dopo due giorni di tregua rive di quelle facce presuntuose che ti guardano come se avessi la lebbra. Mi siedo al mio banco insieme a Mattia e sistemiamo le cose sul banco mentre gli altri della classe parlano di non so cosa Mattia mi invita il pomeriggio ad andare con gli amici al campo da calcio. Le lezioni proseguono e alla fine suona la campanella e usciamo nei corridoi, accompagno Mattia in segreteria a prendere un foglio per il trasferimento inviatogli dalla scuola spagnola e quando usciamo insieme da quegli uffici uno della nostra classe, Emiliano, dice «ecco la balena pazza col suo schiavetto» era un po che non mi dicevano cose del genere e come sempre mi avevano ferito ma continuai a camminare facendo finta di niente ma Mattia si girò di scatto facendo fallire il mio piano dell'indifferenza «cos'hai detto?!» Emiliano lo guardò con un sorrisino sul volto io presi per un braccio Mattia facendogli cenno di andare ma lui si liberò dalla mia debole presa e tirò un pugno in faccia al poveretto che cadde a terra col naso sanguinante, gli altri studenti si allarmarono e iniziarono a radurarsi intorno al ferito bisbigliando cose contro me e Mattia. Ero al centro dell'attenzione volevo sotterrarmi. Dalla porta della segreteria uscì la donna che prima ci aveva consegnato i documenti e guardò il ragazzo a terra che si asciugava il sangue e poi Mattia che lo guardava truce mentre io ero aggrappata al suo braccio. Chiese spiegazioni e alla fine convocò Mattia nell'ufficio della preside e io andai a casa perche aveva detto che ci sarebbe voluto del tempo. Mentre ero sdraiata nel mio letto e osservavo il soffitto ripensai alle parole di Emiliano "balena" vuol dire che sono grassa. Mi guardo allo specchio e in effetti si, non sono mai stata uno scheletro mi sono sempre considerata "normale" ma quelle parole mi hanno fatto pensare e capire che non sono ne magra né normale: sono una balena penso a cosa mi direbbe Mattia al sentire queste parole ma non mi importa. Decido di mettermi a dieta e farne una drastica quindi non devo mangiare più niente.
É sera e sto morendo di fame mi sono appena tagliata perché non riesco a sopportare il rumore dello stomaco, sono tre giorni che mangio solo 5 grissini e i risultati si vedono. Muoio di fame e decido di riempire il mio corpo di nicotina quindi scendo sotto casa a fumare e invio un messaggio a Mattia così mi fa compagnia «è l'ora del fumo» «già siediti ippopotamo » «allora come va?» «come tre ore fa» «scemo, quando inizi la punizione?» «me lo comunicano a scuola in settimana» «almeno non ti hanno sospeso» «no avrei rischiato l'anno » «bravo Brighetto pure cattivo ragazzo sei» continuiamo a parlare fino a finire le sigarette. Mi fa male la testa e quando mi alzo per tornare a casa vedo la terra girare e le luci confondersi, sento le gambe cedere e cado a terra.
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Tirami fuori dai guai •Briga
FanfictionLena è una ragazza problematica che spesso si trova da sola ad affrontare la vita. Dopo essere stata rimandata decide di cambiare scuola e fra quei banchi conosce un ragazzo, che è anche il suo vicino di casa: Mattia Bellegrandi. I due instaureranno...