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«soldi?» «si» «cosa hai fatto all'occhio? »  sospira cercando di mantenere la calma «ho bisogno di soldi» «per cosa» esita un po ma alla fine parla «mi serve per comprare della roba, ne ho bisogno» ripenso un attimo al fatto che lui è mio padre «quanto vuoi?» «180€» «e per cosa ti serve? » «della roba te l'ho detto» «che droga è? Cocaina? Ecsasi?» «vabene se non vuoi darmeli finiamola qui che me ne vado» «no aspetta» vado dove ho i soldi e glieli do «grazie». Esce di casa e aspetto che ritorni. Incapace di stare tranquilla prendo il computer e inizio a fare ricerche, ripenso a come è stato mio padre questi giorni e capisco che fa uso di eroina.
Cammino per Roma pensando a cosa fare. Continuare ad aiutare mio padre? Raccontare a Mattia che lo ospito in casa mia? Poi inizio a pensare alla maturità a tutta la roba da studiare e ai test per entrare a medicina. Le strade di Roma sono semi deserte, ha piovuto tutta la notte e la gente ha preferito passare la domenica mattina in casa a dormire. Le strade sono piene di pozzanghere e l'asfalto è freddo e bagnato. Mi avventuro in vietate sempre più piccole, apparente mente sto girovagando senza meta ma alla fine quando vedo in lontananza il parchetto dove Irma mi portava a giocare sorrido. Inizio a sentire delle goccie e nel giro di due minuti inizia a diluviare, corro verso il parcheggi e riesco ad arrivare sotto il tettuccio dello scivolo asciutta. Osservo la pioggia scendere e mi tornano in mente i momenti quando da bambina giocavo lì e poi tornavo a casa con le caramelle in mano. In questo momento vorrei che ci fosse Mattia con me, a farmi compagnia. In questa settimana ci siamo allontanati, da quando casa mia è una zona ad "accesso limitato" lui si è arrabbiato e non ricevendo spiegazioni continua a essere freddo e ignorarmi, in fondo lo capisco. Decido di chiamarlo
-pronto?
Mattì so io, dove sei?
-sto a casa
Io sono in un parchetto, quello vicino via Europa
-ma se piove che ce stai a fa?
Mi fai compagnia?
Daje mo arrivo
-grazie
Riattacca e osservo la strada in attesa del suo arrivo. «ma che stai a fa qua?» dice correndo con il suo ombrello argento dei donatori di sangue «camminavo poi ha iniziato a piovere e mi sono rifugiata qui» sorride e si siede vicino a me iniziando a guardare i disegnini e le scritte sulle pareti della torretta «tu che facevi?» gli chiedo non sapendo cosa dire «guardavo la tv» annuisco. Rimaniamo per un po in silenzio e ci guardiamo di sfuggito distogliendo lo sguardo ogni volta che i nostri occhi si incontrano. Poi Mattia rompe il silenzio «come siamo arrivati a questo punto? » «in che senso?» «guardaci siamo qui, non sappiamo cosa dirci, tu non mi racconti la verità però stiamo insieme qui in questa torre mentre fuori piove e non abbiamo niente di meglio da fare che stare qui» «ci siamo allontanati»  «ed è brutto» «hai ragione» si avvicina e mi abbraccia «ti amo scusa se avvolte me lo dimentico» «ti amo anch'io e non l'ho mai dimenticato ». Dopo due ore finisce di piovere e torniamo a casa.
Mio padre è ancora lì e ha cucinato qualcosa per noi «Lena mi servono altri soldi» «papà non posso darti dei soldi per comprarti l'eroina sarei più felice di pagati una clinica per disintossicarti » «ma tu sei mia figlia e io ti voglio bene» «no PA,non te li darò » «invece si» dice iniziando a tremare e ad agitarsi «Lena io ne ho bisogno» «no» si alza dal tavolo e mi segue fino alla porta della cucina «dammi i soldi!» «no» alza la mano e mi da uno schiaffo poi si calma e mi guarda mentre io inizio ad avere paura.
Spazio autrice
Ecco il nuovo capitolo! Stavo andando a riprendere la bici poi ha iniziato e diluviare e mi sono riparata sotto uno scivolo e ho pensato perché non metterlo nella storia! Al prossimo capitolo♥

Tirami fuori dai guai •BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora